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Antonio Lombardi (1898 – 1950)
Antonio Lombardi nacque a Catanzaro il 13 dicembre 1898 da Nicola e Domenica Lombardi. Il padre, avvocato illustre, uomo politico, più volte parlamentare, massone, aveva un animo sensibilissimo nei confronti sia della famiglia e sia dei poveri e degli ultimi, che -infatti- accoglieva in casa e serviva di persona, dando loro anche un pasto caldo. La madre, Domenica Lombardi, profondamente religiosa, fu guida sicura e attenta per i figli Vincenzo, Adelaide, Antonio e Anna.
Antonio compì gli studi ginnasiali e liceali nella città di Catanzaro presso il liceo Pasquale Galluppi; prese la maturità classica nel 1917 presso il liceo Ginnasio Gian Battista Vico di Nocera Inferiore (SA). Quindi si trasferì a Roma per iscriversi alla facoltà di giurisprudenza, laureandosi il 18 luglio 1923. Lettore appassionato, si dedicò più all’approfondimento del pensiero filosofico che all’esercizio della professione forense nello studio legale del padre, soprattutto dopo una malattia che segnò profondamente la sua vita tra il 1926 e il 1928. Anche la morte della ragazza amata, Teresa Mussari, molto religiosa, avvenuta il 14 dicembre 1929, contribuì a maturare la sua conversione a una vita di fede più autentica, dopo un lungo percorso culturale nel pensiero orientale indiano e cinese.
Dal 1930 al 1934, scrisse svariate riflessioni sul materialismo, l’evoluzionismo e le religioni. Altri scritti: La critica delle metafisiche (1940), Psicologia dell’Esistenzialismo (1943) e La filosofia di Benedetto Croce (1946), oltre a tre opere (inedite): L’Ignoto Iddio o Filosofia delle rovine (1943-’46), Da Platone a Stalin (1947), La filosofia indiana (1947-’48). Completano i suoi numerosi scritti, 39 articoli pubblicati su L’Osservatore Romano.
Antonio Lombardi ebbe profonde relazioni epistolari e scambi culturali con i protagonisti della cultura filosofica della prima metà del Novecento: Padre Agostino Gemelli, Corrado Alvaro, Igino Giordani, Jacques Maritain, Carmelo Ottaviano, Nicola Petruzzellis, Padre Ernesto Bohem, l’orientalista Giuseppe Tucci, e i catanzaresi Antonio Anile e Vito Giuseppe Galati. Visse il suo impegno culturale da cattolico convinto come una missione per gli altri, impegnandosi alacremente nella divulgazione del pensiero cristiano, contrapposto alle idee materialiste e all’idealismo crociano.
Nella sua Catanzaro cercò di comunicare, soprattutto ai giovani, la bellezza di una fede pensata, aperta al dialogo con la cultura, la politica, il sociale e la Chiesa, attraverso conferenze culturali formative delle coscienze e la collaborazione alla rivista L’Idea cristiana, di cui era direttore Raffaele Gentile, suo discepolo, anche lui Servo di Dio.
Curò la sua vita spirituale sotto la guida del Servo di Dio Padre Francesco Caruso, facendo quotidianamente propositi di santità per piacere a Dio, evitando ogni minimo peccato veniale. Voleva avere “l’onore di essere in qualche modo somigliante a nostro Signore” (proposito del 31 marzo 1937) e cercava di “sbandire ogni riflessione di amor proprio” (proposito del 14 marzo 1937), esaminandosi tre volte al giorno. L’unione con Cristo avveniva attraverso un’intensa vita eucaristica (Messa quasi quotidiana alla Chiesa del Monte), un continuo contatto con la Parola di Dio e una filiale devozione a Maria, in onore della quale recitava ogni giorno il rosario e compiva vari fioretti. L’amore per i fratelli lo portava a “essere dolce con tutti” (proposito del 14 febbraio 1937). L’amore verso Dio lo voleva vivere come abbandono filiale: “Riparare nel seno di Dio come un bambino senza pensiero” (proposito del 16 marzo 1937). Aiutò la sua vita spirituale anche la profonda amicizia con Fra Giuseppe Di Maggio di Partinico, con cui ebbe una intensa corrispondenza.
La vita di fede, vissuta e pensata, Antonio la espresse anche con un forte impegno sociale e politico. Dal 1937 fino alla morte collaborò con le Conferenze della San Vincenzo, prendendosi cura ogni giorno dei poveri. Grande fu l’amore alla Chiesa e l’obbedienza al vescovo, che lo chiamò a vari servizi ecclesiali e pastorali, compreso quello di Presidente diocesano degli uomini dell’Azione cattolica negli anni 1941-’44. Fu anche Commissario prefettizio dell’Orfanatrofio maschile cittadino Giuseppe Rossi dal 1943 al 1944. Egli, -scrisse il fratello Vincenzo-, accettò questo incarico per ubbidienza al Vescovo. Si impegnò anche nell’avvio dell’Opera Pia In Charitate Christi, che è oggi una delle opere sociali più significative di tutto il Mezzogiorno.
Quasi a coronamento della sua attività, nell’aprile del 1949 si fece promotore del circolo culturale Studium, che si proponeva di “ravvivare nei giovani l’amore del sapere, senza cui non è possibile alcun civile progresso”, per la formazione socio-politica dei giovani cattolici. Il Lombardi non ebbe il tempo di portare avanti i propositi del Circolo per il sopraggiungere di uno scompenso cardiaco che lo portò alla morte il 6 agosto 1950.
Fu da tutti considerato una persona esemplare, capace di coniugare armoniosamente cultura, vita e santità; fu speculativo e mistico, innamorato di Gesù Cristo e di Maria, fortemente ancorato all’ascetica e, nel contempo, impegnato nel sociale e nella vita della Chiesa. Questa la sua fama di santità. Espressione di questa fama può essere considerata la sua solenne commemorazione che l’Azione cattolica di Catanzaro promosse il l9 maggio 1954. Don Luigi Costanzo nella Chiesa del Monte celebrò alle 10,30 la santa Messa e tenne una meditazione sul tema “Pupilla ansiosa di luce”. Alle 11,30 nella piazzetta antistante la casa Lombardi fu scoperta una lapide con un discorso di S.E. Gennaro Cassiani, ministro delle poste e telecomunicazioni, sul tema “L’uomo era un santo fisiologico”. Alle 18,30 nel salone del Liceo Galluppi ci fu l’istituzione di una Borsa di studio Antonio Lombardi e la conferenza celebrativa dell’Onorevole Vito Giuseppe Galati su “Antonio Lombardi filosofo”. In questa circostanza Galati lesse una preghiera per la glorificazione del suo amico, chiamato confidenzialmente Nino: “O Gesù, che ispirasti Nino Lombardi alla vita cristiana, per l’umiltà con cui visse amandoti e desiderandoti, concedimi la grazia che ardentemente Ti chiedo e fa’ che il tuo Servo sia cristianamente onorato, non per le opere filosofiche che scrisse per il tuo nome, ma per il nascondimento e la carità che furono lo sforzo della sua volontà. Pater, Ave, Gloria”.
Dal 1954 al 1993, anno del Sinodo diocesano, sono seguite diverse commemorazioni sulla stampa da parte di amici ed estimatori di Antonio Lombardi. Tra questi ricordiamo Don Francesco Caporale, Don Paolo Ajello, Don Domenico Vero, Maria Mariotti, Francesco Faragò, Fra Giuseppe Di Maggio. Durante il Sinodo del 1993, la “santità” di Antonio Lombardi fu annunciata con forza e convinzione dal dottore Raffaele Gentile, suo discepolo, che compose il profilo inserito nel Volume Santi tra noi, 1996, pagine 79-91. Lo stesso Gentile e Rosetta Lombardi (cugina di Antonio) raccolsero tutti gli scritti e i documenti di Antonio nel cosiddetto “Fondo Lombardi”.
Nel 1996 l’Arcidiocesi, volendo valorizzare a pieno la forza trainante espressa da Antonio Lombardi, organizzò un Convegno dal titolo Antonio Lombardi, tra santità e cultura, cui seguì l’avvio della Causa di beatificazione e canonizzazione il 6 ottobre 1999. Lo stesso giorno dell’avvio della Causa Mons. Antonio Cantisani inaugurò la biblioteca diocesana, intitolandola ad “Antonio Lombardi”. Il 23 aprile 2001 le sue spoglie mortali furono traslate dal cimitero cittadino e collocate nella cappella della Dormitio Virginis della Cattedrale di Catanzaro. Avviata la Causa, dopo avere escusso 15 testimoni, il Delegato episcopale don Dante Sabinis fu colpito da una grave malattia che, dopo poco tempo, lo portò a morte. L’iter della Causa fu ripreso il 20 ottobre 2011, quando il nuovo arcivescovo di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone, costituì un nuovo Tribunale, e fu ultimato il 6 ottobre 2013. L’anno successivo, il 24 ottobre 2014, la Congregazione delle cause dei Santi ha concesso il decreto di validità.
Padre Pasquale Pitari ha costruito una bozza di Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis e nell’estate del 2021 l’ha affidata, tramite l’Arcivescovo Mons. Bertolone, al Postulatore Romano Padre Carlo Calloni.
Preghiera
Santissima Trinità, ti ringraziamo
per aver fatto nascere e vivere
nella nostra terra fedele
l’anima generosa
e la mente illustre
del tuo Servo Antonio Lombardi.
Egli visse incarnando la fede
con un forte impegno intellettuale
nel mondo della cultura
con la “carità della sapienza”,
in nome della verità trascendente di Dio
e della dignità dell’uomo.
Speculativo e mistico,
contemplativo innamorato di Cristo e di Maria,
morendo nella metà del Novecento
lasciò di sé grande e meritata
fama di santità, coerente col proposito
“di essere somigliante a nostro Signore”.
Per intercessione del tuo Servo,
ti imploriamo, Padre misericordioso,
di volerci concedere la grazia…
Pater, Ave, Gloria. Amen