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Beata Maria Candida dell’Eucaristia
(Catanzaro, 16 gennaio 1884 - Ragusa, 12 giugno 1949)
Il suo nome da laica era Maria Barba. Nacque a Catanzaro da una famiglia di origine siciliana, il 16 gennaio 1884; ritornata la famiglia in Sicilia, frequentò il Collegio di Maria al Giusino a Palermo; verso i 15 anni, avvertì la chiamata alla vita religiosa, dopo aver vissuto come tutte le bambine e le adolescenti. Aveva dapprima pensato alle suore della Visitazione, ma poi scelse le Carmelitane. Non poté realizzare subito questo desiderio per motivi di famiglia e ci vollero molti anni per entrare (nel 1919), per interessamento dell’Arcivescovo di Pa-lermo Lualdi, fra le Carmelitane Scalze di Ragusa. Il distacco dalla famiglia, di cui era stata il sostegno, fu straziante, i fratelli non anda-rono neppure a salutarla. Il 16 aprile 1920 iniziò il Noviziato con il nuovo nome di Maria Candida dell’Eucaristia, un anno dopo emise i primi voti e il 23 aprile 1924 quelli solenni.
Solo dopo pochi mesi fu eletta priora con una speciale dispensa il 10 novembre 1924 e fu confermata fino al 1944. Con eccezione del quadriennio 1930-33, quando fu dedicata alla sagrestia e alle novizie. Restaurò tre antichi monasteri in Sicilia e fu l’artefice del ritorno dei Carmelitani Scalzi nel 1946. Incaricata di fondare un nuovo Carmelo a Siracusa, non riuscì a vedere l’opera completata.
Dal 1947 ritornò fra le sue consorelle a vivere in ubbidienza la vita del chiostro; due anni dopo nel 1949 fu colpita da un carcinoma al fegato, malattia mortale contrassegnata da una lunga sofferenza, che sopportò come un lungo martirio, con nobiltà d’animo, rassegnazione alla volontà di Dio e raccolto silenzio, dando un fulgido esempio alla Comunità delle Carmelitane Scalze del senso teresiano dell’oblazione amorosa delle sofferenze, che con gioia venivano donate a Dio per la Chiesa e per le anime angustiate.
Le religiose che l’assistevano venivano da lei invitate a ringraziare Gesù per il suo martirio, che definiva “carezza della misericordia infi-nita”, di cui si dichiarava indegna.
Si dichiarava “beatissima, felicissima” del suo dolore e negli ultimi giorni, quasi agonizzante volle “immolarsi a Gesù con tutta felicità”, affermando con serenità “Non mi pento d’essermi data a Gesù”. Le sue ultime parole furono d’invocazione a Maria, suo grande amore.
Morì consumata dalla malattia il 12 giugno 1949, nel convento di Ragusa. Donna d’intensa spiritualità, vissuta in umiltà e semplicità, con il candore proprio del suo nome Maria Candida, seppe incarnare in sé l’immagine della vera figlia di santa Teresa d’Avila, la grande riformatrice del Carmelo, la cui vita è proiettata tutta verso il pieno compimento dei suoi doveri, piccoli e grandi, per il bene della Chiesa, dei sacerdoti e di tutti i peccatori. La sua spiritualità fu tutta incentrata nell’ Eucaristia e su Maria, Madre di Gesù; fra le sue affermazioni c’è quella di essere “rinvenuta” quando aveva trovato e scoperto il mistero dell’Eucaristia e diceva: “Tu solo mi hai fatto felice; ora so dov'è la gioia, il sorriso. Vorrei additarti al mondo intero, o fonte di felicità, o paradiso. Vorrei trascorrere la vita ai tuoi piedi, vorrei vederti assediata, o divina Eucaristia, da tanti cuori”.
E in preghiera davanti all’Eucaristia si trasfigurava davvero, offrendo di sé l’immagine dell’adoratrice in spirito e verità.
L’amore per la Madonna era d’un eccezionale fervore. Maria Candida la ringraziava dicendole: “Da te ho avuto l’Eucaristia” ed avrebbe voluto comunicare a tutto il mondo la sua esperienza interiore: “L’amore a Maria vi darà l’amore a Gesù”.
Il suo programma di suora, al quale con il sorriso fu sempre eroica-mente fedele, risulta anche dai suoi tanti scritti: “Ho sempre aspirato di dare al mio Dio il massimo di purezza, il massimo di amore, il mas-simo di perfezione religiosa”.
La sua particolare adesione allo spirito carmelitano di santa Teresa di Gesù le ha procurato, sia in vita, sia post mortem, una fama di santità naturale, che con le innumerevoli grazie attribuite alla sua interces-sione, hanno fatto introdurre la causa per la sua beatificazione il 15 ottobre 1981, per essere beatificata a Roma da papa Giovanni Paolo II il 21 marzo 2004.
La Chiesa la ricorda il 12 giugno, mentre i Carmelitani Scalzi ne fanno memoria il 14 giugno.
Autore: Antonio Borrelli
Preghiera
Santissima Trinità, ti siamo grati per averci dato
la tua Serva Maria Candida dell’Eucaristia.
Ella passò la vita nel monastero di Ragusa
in estrema umiltà e semplicità,
testimoniando il carisma dell’ordine carmelitano
nel suo servizio di Maestra e di Madre.
In lei tutto acquistò splendore e forza
dal mistero eucaristico, fino all’estasi.
La sua spiritualità e la sua bontà ancora in vita
alimentarono la fama di santità
e molte sono state le grazie attribuite alle sue preghiere.
Mentre ti chiediamo la sua glorificazione,
concedi anche a noi per sua intercessione
la grazia che con fiducia ti domandiamo.
Amen.
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