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Servo di Dio Raffaele Gentile (1921-2004)
Raffaele Gentile nacque a Gemona del Friuli il 28 novembre 1921 da Rosario (ferroviere) e da Elisa Bonato (casalinga).
Presto i genitori lasciarono Gemona per ritornare a Catanzaro, dove furono ospiti della sorella e del fratello del papà, Mariannina e don Camillo, parroco della parrocchia di Santa Maria di Mezzogiorno. Raffaele crebbe nella casa canonica dello zio, da cui ricevette quell’indirizzo spirituale e religioso che animò ogni pensiero e gesto della sua vita. Ebbe due fratelli: Aristide, che morì di leucemia il 18 aprile 1946 all’età di 23 anni, e Camillo. Di intelligenza vivace e di carattere serio e pio, dopo la maturità classica conseguita il 1939 al liceo Pasquale Galluppi di Catanzaro, studiò Medicina e Chirurgia a Pisa, a Bologna, a Bari e a Palermo, dove si laureò il 27 luglio 1945. Iniziò subito a lavorare come medico di base e presso l’Ospedale civile di Catanzaro, dove prestò la sua opera fino al 1960, prima nel Pronto Soccorso e poi come aiuto dermovenereo del reparto di Medicina.
L’amore per l’uomo portò il Servo di Dio a testimoniare la sua fede anche nel difficile campo della politica. Lo fece permeandola di etica e di carità. Fu tra i promotori del Movimento della Democrazia Cristiana in Catanzaro e Provincia. Diresse dapprima il giornale L’Idea Cristiana e poi, nel 1947, fu redattore capo de “Il Popolo d’oggi”, organo ufficiale del Partito Democristiano per la Provincia, diretto dall’onorevole Vito Galati. Nelle elezioni amministrative del 1946, 1952 e 1964, fu eletto Consigliere comunale di Catanzaro. In politica fu portatore genuino delle istanze popolari e difensore della dignità dell’uomo per diciotto anni.
Il 15 ottobre 1960 sposò Alfonsina (Susy) Liotta e dal matrimonio nacquero Elisa e Maria. In famiglia espresse quotidianamente un amore fedele, attento, rispettoso e premuroso.
Dal 1946 al 1986, fu Direttore sanitario della In Charitate Christi, poi Villa Betania e oggi Fondazione Betania onlus. Lavorò accanto a don Giovanni Apa e Maria Innocenza Macrina, curando con amore persone emarginate dalla società e incurabili. Di questa Opera Pia, per il suo costante impegno, non solo può essere considerato uno dei fondatori, ma che l’ha portata a un livello di avanguardia: dedicò alle ospiti minorate, disabili e anziane un’attenzione amorevole e un’assistenza qualificata, avveniristica per quel tempo, con laboratori specialistici di analisi cliniche e di radiologia, di uno studio dentistico e di palestre di riabilitazione.
Infaticabile nel suo servizio alle persone ammalate, ricoprì incarichi di vertice in settori della sanità pubblica e del volontariato. Dal 1955 al 1973 fu Medico legale nel contenzioso giudiziario dell’INPS, sede di Catanzaro. Dal 1955 al 1984 lavorò nella Cassa Mutua dei Coltivatori diretti come Direttore sanitario. Dal 1963 al 1978, presiedette il Comitato Provinciale della Croce Rossa Italiana di Catanzaro. Dal 1976 al 1988 fu Direttore dei corsi per Infermiere volontarie della CRI, nonché docente di Igiene e Medicina Sociale. Per il suo poliedrico impegno nel sociale ricevette riconoscimenti da più parti, anche a livello nazionale. Da medico cristiano servì Cristo nei poveri. Tutti ricordano ancora la sua grande disponibilità e il suo animo sensibile e caritatevole con cui consolava e curava i malati.
Amò la Chiesa di un amore appassionato. Collaborò con i Pastori di Catanzaro: Giovanni Fiorentini, Armando Fares e Antonio Cantisani, dei quali fu braccio destro nell’impegno diocesano nel sociale. Dal 1947 al 1951 fu Vicepresidente della Giunta diocesana dell’Azione Cattolica, di cui fu Presidente dal 1951 al 1973. Nel 1961 avviò l’Associazione medici cattolici, di cui fu presidente fino al 1983, affidandola al santo medico Giuseppe Moscati, di cui era tanto devoto.
L’Arcivescovo emerito di Catanzaro, Mons. Antonio Cantisani, ha detto di lui: “Fu uno dei membri più impegnati del Consiglio Pastorale Diocesano, sempre presente alle riunioni, a cui non fece mai mancare la sua parola, fatta di grande equilibrio e di coraggiosa proposta. Voleva che la Chiesa fosse così bella da rivelare con la sola presenza il volto del suo Sposo. Fu anche membro del Sinodo Diocesano nel 1993-’95 e tanto lavorò per l’apertura della Causa di beatificazione del suo maestro Servo di Dio Antonio Lombardi”.
La sua anima profondamente religiosa, ricca di fede, si nutriva di Eucaristia, di devozione mariana, di Parola di Dio e di un senso vivo della Chiesa. La fede permeò la sua esistenza, improntandone l’agire professionale; fu la linfa vitale del suo impegno nella Chiesa, nel sociale, nella politica e in famiglia.
Visse gli ultimi anni della vita sopportando cristianamente tante sofferenze fisiche, costantemente presente nelle sue amate chiese della Cattedrale, dell’Immacolata, del Monte e della sua parrocchia San Giovanni Battista. Assistito dalla famiglia e confortato dai sacramenti, divorato da quattro tumori, morì serenamente, invocando il nome del Signore, a Catanzaro, il 18 dicembre 2004. Le esequie furono celebrate il 20 dicembre da Mons. Antonio Cantisani nella Basilica dell’Immacolata. Il suo corpo riposa nel Cimitero di Catanzaro, nella cappella di famiglia.
A due anni dalla morte, l’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, grata per il generoso impegno e la chiara testimonianza di fede del dottore Gentile, per chiarire e approfondire la sua statura umana e spirituale organizzò presso il Seminario Regionale San Pio X un convegno diocesano, nel 2006, sul tema Una vita per amore, titolo dei due volumi sul suo pensiero e sulle testimonianze, editi a cura di don Raffaele Facciolo, presentati al nutrito uditorio. Seguirono altri cinque convegni: nel 2010 (Tra memoria e profezia), nel 2011 (Humanitas), nel 2012 (Salus), nel 2013 (Civitas) e nel 2014 (Caritas), il 27 novembre, giorno della prima sessione del Tribunale.
Persistendo la fama di santità, l’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, nella persona del suo Arcivescovo, Mons. Vincenzo Bertolone, ha avviato la Causa di beatificazione, costituendosi il 15 settembre 2013Attore della Causa. Qualche mese prima il Presidente dell’Associazione di volontariato Raffaele Gentile, Avv. Rosario Chiriano, aveva presentato allo stesso Arcivescovo una petizione con quasi 4000 firme per l’avvio della Causa. La conclusione della Causa è avvenuta il 17 settembre 2015 nella Cattedrale di Catanzaro, presente il clero secolare e religioso dell’Arcidiocesi e tanti fedeli. Ottenuto il Decreto di validità da parte della Congregazione delle cause dei Santi, si sta preparando la Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis.
Con l’apertura della Causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Raffaele Gentile la Chiesa di Catanzaro-Squillace ha voluto offrire all’attenzione del popolo di Dio un modello di vita laicale. Formato nell’Azione cattolica e alla scuola del Concilio Ecumenico Vaticano II, in costante comunione con il suo Vescovo, il dottore Gentile fece proprio il programma ecclesiale dell’Azione cattolica “Preghiera, Azione e Sacrificio”. Questo motto fu per lui un programma di vita, di apostolato, di santità; fu la traccia del suo cammino ascetico di conversione a Cristo Servo del Padre e dell’uomo, sorretto dalla devozione tenerissima verso Maria, la Mamma Immacolata. La sua spiritualità cristocentrica-mariana, fortemente legata al comandamento nuovo dell’amore, è stata il fondamento del suo servizio umile, gratuito e intelligente all’uomo bisognoso, solo per amore.
La Congregazione delle cause dei Santi ha concesso il Decreto di Validità il 1 luglio 2016. Padre Pasquale Pitari ha costruito una bozza di Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis e nel mese di marzo 2021 l’ha affidata, tramite l’Arcivescovo Mons. Bertolone, al Postulatore Romano Padre Carlo Calloni.
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Preghiera
O Santissima Trinità, fonte d’ogni bontà,
ti siamo grati perché ci hai dato il conterraneo
nostro e tuo Servo Raffaele Gentile,
da tutti ricordato per l’amore
che rivolgeva all’umanità sofferente
che lo portò a curare da medico i suoi concittadini.
Egli testimoniò la fede anche in politica
con spirito etico,
carità sincera e rispettosa.
Fa’ che anche noi – come lui -,
innamorato di Cristo e di Maria,
viviamo la nostra vocazione
con la fede dei buoni cristiani.
Il suo operare nello spirito
delle beatitudini evangeliche ci stimoli
a consolare, curare e guarire
tanto il corpo che lo spirito.
Fa’ che possa essere accolto nella schiera dei beati,
sì che possiamo pregarlo
e ottenere dalle tue mani,
per sua intercessione,
la grazia che ti chiediamo. Amen.
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Tratto da: Sito: www.diocesicatanzarosquillace.it
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