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La scultura è l'arte di dare forma ad un oggetto partendo da un materiale grezzo o assemblando tra loro differenti materiali. Come molti altri termini riguardanti il mondo dell'arte anche il concetto di scultura si è evoluto nel tempo.

È possibile modellare un oggetto per addizione o sottrazione, e questo dipende dal tipo di materiale usato:

  • Nel caso di legno o marmo, ad esempio, si sottrae, cioè si scolpisce intagliando, incidendo o asportando con uno strumento idoneo parte della materia.

  • Quando invece si utilizza argilla o un materiale simile si opera per addizione, aggiungendo man mano materia a quella iniziale. Similmente quando si saldano parti inizialmente divise, come strutture metalliche unite con un processo di saldatura o materiali diversi uniti grazie a collanti.

Con il termine scultura si indica anche il prodotto finale, ovvero qualsiasi oggetto tridimensionale ottenuto come espressione di ispirazione artistica.

 

 

La scultura lignea

La statua di legno policroma rappresenta la tipica espressione dell'immagine di culto a partire dal XIII secolo fino a quando, in epoca rinascimentale, tale materiale verrà discriminato rispetto al pregio del marmo e del bronzo nell'ambito del dibattito sul primato tra le tecniche e i generi artistici.

Contrariamente al giudizio negativo che a partire dai trattatisti cinquecenteschi ha influenzato la percezione della scultura lignea fin quasi a i giorni nostri, è proprio attraverso questa tipologia che si è rinforzata la rinascita della scultura: la statua di legno policroma rappresenta infatti la tipica immagine di culto a partire dal XIII secolo. Nel corso dei secoli la policromia delle sculture, essenziale nella coscienza di chi le produceva e le commissionava, è divenuta un elemento di discredito in quanto ritenuta un espediente cui era costretto chi non sapeva scolpire; il pregiudizio ha colpito soprattutto le statue lignee su cui si interveniva con una continua manutenzione del colore, ma anche la scultura in marmo era completata dalla policromia.
Non è noto se i ruoli di scultore e pittore fossero distinti ma sta di fatto che essi presupponevano due diverse professionalità. Nei documenti trecenteschi di allogagione si può comunque verificare come nella maggior parte dei casi i due ruoli fossero separati, per cui la scultura veniva passata al pittore dopo essere stata intagliata ; ma non mancano casi di doppia definizione come per l'attività lucchese di Piero D'Angelo o Jacopo della Quercia, nominati sia come "sculptor" che come "pictor".

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