I BRIGANTI CALABRESI DI LUZZI
Erano i primi anni '70 quando Michele Gioia, Tonino Montalto, Franco Altomare e Giuseppe Brogno iniziarono un'avventura che li avrebbe portati ad esibirsi sulle piazze della Calabria e del meridione d'Italia.
Essi diffondevano il nostro patrimonio folclorico musicale con semplicità, spensieratezza, allegria, ma nel contempo con un serio ed impegnato lavoro di ricerca.
Venivano interpellati gli anziani, facendo cantare loro i vecchi motivi popolari, spesso sconosciuti alle nuove generazioni; e poi erano registrati, trascritti e rielaborati ( cercando di renderli il più fedele possibile alle versioni originali).
Questo appassionato "scavo" della tradizione musicale, Luzzese in particolare e calabrese più in generale, costituisce (allora come oggi) l'essenza qualificante del Gruppo.
La pista tracciata non è mai stata abbandonata, non vi sono mai stati ripiegamenti o tentennamenti.
I Briganti hanno sempre avuto la convinzione che riscoprire e rinverdire le proprie radici culturali è opera utile e necessaria al fine di meglio comprendere chi siamo e dove andiamo.
In questo contesto, sono stati riscoperti e valorizzati canti sepolti nella memoria dei più anziani come "U Cacciaturi", "A Vecchiareddra", "Zà Monacheddra", "Sacristanieddru", che hanno riscontri oggettivi con fatti e personaggi reali.
Sulla scia della tradizione popolare, Tonino Montalto (per le parole) e Franco Altomare (per la musica) hanno composto nuovi canti in vernacolo, che ripercorrendo le vecchie piste, hanno il fascino e la musicalità di quelli più antichi. E’ il caso di "Tiemvi belli" o di " Notti i gilusia".
Al nucleo originario si sono aggiunti gli altri componenti, Ivano Sena, Francesco Longo e Roberto Polizzo che insieme a Tonino Montalto e Franco Altomare costituiscono l'attuale organico. E chi ne è uscito (per motivi di lavoro) rimane, oltre che un caro amico, un prezioso collaboratore sempre vicino al Gruppo: è il caso di Michele Gioia che pur nei suoi molteplici e faticosi impegni professionali è rimasto sempre a contatto con l'attività artistica dei Briganti.
Un altrò "compagno" di cordata, anch'egli componente del Gruppo per un certo periodo di tempo, è Fabio Pepe che ha apportato, e ancora oggi apporta, un fattivo contributo all'attività musicale dei Quintetto.
Insomma essere "Briganti" è la consapevolezza viscera1e di appartenere ad un "branco", legato da vincoli profondi costituiti da una smisurata passione per la musica e per le tradizioni popolari; far parte dei Briganti significa essere complici, legati da un'amicizia "sanizza cumu chiri tiempi belli".
Mario Pio Altomare
Tratto da "Il Veltro di Sambuciua" -Febbraio '98
Brani
Nott'i gilusia
Tiempi belli
Vaju di capadiertu e di pinninu
Palummeddra russa
U cacciaturi
'A supprissatara
Za monacheddra
Gioia Ninnella
Lassa e piglia
A Vecchiareddra
Sacristanieddru
U monachiaddru
Michele Maria Gioia
Otello Profazio, e I BRIGANTI CALABRESI DI LUZZI Tonino Montalto, Giuseppe Brogno, Michele Gioia e Franco Federico
in uno spettacolo tenuto a Cassano all'Jonio.
NELLA FOTO NON SI VEDE L'INDIMENTICABILE FRANCO ALTOMARE...!
“I canti dei Briganti”, brani musicali della tradizione popolare calabrese, che evocano lo spirito della Calabria d’un tempo passato.