MARIANNINA COPPA
Nacque a Luzzi il 31 giugno 1669 e morì il 1694
Mariannina Coppa
di Nicola Sinopoli
L’abate Francesco Sacco¹ annota nel suo celebre dizionario che <<Luzzi è nella provincia di Cosenza e in diocesi di Bisignano, situata a piè di un monte e poco lungi dal fiume Crati, d’area temperata e nella distanza di dodici miglia dalla città di Cosenza, che si appartiene alla famiglia Firrao, con il titolo di principato. Questa terra, la quale si crede essere l’antica Tebe Lucana, ha sette chiese parrocchiali, due conventi di Regolari, cioè dei Minimi di San Francesco e dei Cappuccini, cinque Confraternite laicali sotto l’invocazione dell’Immacolata Concezione del Rosario, di San Giovanni Battista, della SS. Trinità e del Purgatorio; un ospedale per gl’infermi, ed un Monte Pegni; e di vari maritaggi per zitelle povere. Il suo terreno, poi, produce grani, legumi, frutta, vini, oli, castagni e gelsi per la seta. La sua popolazione finalmente ascende a duemilanovecentoundici sotto la cura spirituale di sette parrocchie. Questa stessa terra è rinomata per la nascita data al giureconsulto Scipione Salituro ed al letterato Tommaso Firrao>>.
Lorenzo Giustiniani², nel suo <<ragionato dizionario geografico del Regno di Napoli>>, venuto alla luce qualche anno dopo di quello del Sacco, reca più o meno le stesse notizie, ma aggiunge che Tommaso Firrao fu un letterato di grande distinzione e che Scipione Salituro, magistrato di riguardo, morì nel 1644; e ancora che Cesare Firrao fu un buon poeta, le cui Rime furono pubblicate nel 1728. E infine cita Antonio Guzzi, uomo di notevole erudizione che pubblicò nel 1695 a Roma <<Agrophilus, sive rusticatio Tusculana, ad Eminentis. Principem Laurentium Cardinalem Raggium>>.
Questa era Luzzi e i suoi luzzesi illustri; e anche Angelo Zavarrone³ li cita ampiamente nella sua <<Biblioteca Calabra>>.
Luzzi, a quei tempi, doveva essere un bel paese della Valle del Crati, in una bella posizione, una campagna rigogliosa, una popolazione solerte e religiosa se si considera che c’erano sette chiese parrocchiali e, sin dal 1145, come un fiore all’occhiello, aveva avuto in dono dalla bontà di Dio, un’abbazia come quella della Sambucina⁴ sino al secolo XVI culla di splendida attività per opera dei Cistercensi.
Ma dobbiamo lamentare che né il Sacco, né il Giustiniani, né lo Zavarrone accennano alla presenza in quel punto della Valle del Crati di una giovane poetessa di nome Mariannina Coppa. Soltanto con Luigi Accattatis⁵ veniamo a sapere, molti anni dopo, dell’esistenza di questa erudita giovinetta della quale vale la pena riportare le parole a lei dedicate dall’illustre storico cosentino: <<Nacque a Luzzi il 31 giugno 1669 e morì il 1694. In un vecchio manoscritto, rinvenuto fra le carte della famiglia Coppa, si narra di questa giovinetta che a 12 anni scriveva correttemente la novella e il dramma pastorale. Fra le poesie più lodate si ricordano gli Idilli a Nice, a Dafni, a Fillide, nonché un dramma pastorale intitolato Eurilla; fra le novelle: Giovanna d’Arco, La luce e gli occhiali, Un’ingegnosa scoperta. Fu anche pittrice; notevole l’autoritratto, il monte della Sambucina, la grotta di Sant’Elia ed una scena del terremoto del 1693 in Sicilia>>.
<<Si dice – aggiunge l’Accattatis – che Onofrio Rogliano dei nobili bisignanesi ne avesse scritto una certa biografia ma non si accenna a pubblicazioni. Erano amici e confidenti di lai il famoso pittore Balestra, la celebre miniatrice Rosalba Carriera veneziana, l’illustre scienziata Eleonora Cornaro Piscapia. Fu conosciuta e ammirata dai cosentini Tommaso Cornelio, Pirro Schettini, Ferdinando Stocchi, Giacinto Arnone, Daniela Matera, i quali la invitarono a far parte dell’Accademia dell’arcaida in Roma>>.
Tutti ne parlano, tutti l’ammirano, ma nessuno ha lasciato qualcosa di più in ricordo di questa eccezionale creatura che poetava e scriveva in maniera deliziosa, come viene riferito; e dipingeva con maestria tanto da essere <<amica e confidente>> di Antonio Balestra, pittore e incisore di grande impegno; <<amica e confidente>> di Rosalba Carriera, i cui dipinti sono tuttora ammirati nella Pinacoteca di Dresda.
Aliquò-Lenzi nel Dizionario dei Calabresi Illustri riporta nient’altro che quello che ha scritto Luigi Accattatis. Viene citato Domenico Coppa e il di lui padre Francesco Antonio, ma per la Mariannina null’altro di nuovo. Addirittura Giuseppe Marchese nella sua <<Tebe Lucana>>, voluminoso studio dedicato dedicato a Luzzi, si limita a scrivere le stesse cose, precisando: <<Non avendo potuto raccogliere nulla di questa poetessa tra i documenti tra i documenti della sua famiglia, riporto quanto sta scritto a p.255 del quarto volume della biografia degli uomini illustri della Calabria di Luigi Accattatis>>. E in una nota aggiunge: <<Lo scomparso amico avv. prof. Filippo Coppa, ricordando i documenti antichi della sua famiglia, rinvenne di questa poetessa vari schizzi di materiale archeologico con due lettere di ringraziamento dello storico Cesare Firrao per la cooperazione datagli nell’adottare i suoi patri scritti>>.
Accattatis, Aliquò-Lenzi, Marchese ne scrivono con ammirazione; e le parole dell’Accattatis sono citate anche nell’Onomasticon di Luciano Ferrari⁶ a pag. 225. Pirro Schettini che <<raccolse intorno a sé una specie di combattiva scuola>>⁷ si adoperava con Cornelio, Arnone, Stocchi e Matera perché facesse parte dell’Accademia dell’Arcaida in Roma. E quel che più impressiona e suscita curiosità è l’amicizia di Mariannina con Balestra e con la Carriera.
Mariannina, nata nel 1669, era poco più grande rispetto a Rosalba che era nata a Venezia nel 1675. Come mai erano amiche? Forse erano state entrambe allieve alla scuola di Antonio Balestra⁸? O a quella di Domenico Pelegrini⁹ che, nei primi anni di attività, fu noto pittore di soggetti mitologici?
La poetessa di Luzzi morì giovanissima, appena venticinquenne, certamente rimpianta dall’amica veneziana, che, invece, morì ottentaduenne, celebre per le sue miniature e per i suoi pastelli, ma prostrata dai tormenti della piazza e della cecità¹⁰.
Concludiamo così questo mesto ricordo di Mariannina Coppa, poetessa e pittrice della Valle del Crati, augurandoci che altri, più fortunati di noi, possano rintracciare ulteriori elementi per illustrare la sua breve, ma interessante esistenza.
di Nicola Sinopoli
¹ Francesco Sacco, Dizionario geografic-istirico-fisico del Regno di Napoli, dedicato alla Maestà Carolina d’Austria, regina delle Sicilie. Napoli MDCCLIII
² Lorenzo Giustiniani, Dizionario ragionato del Regno di Napoli, dedicato a S.M. Ferdinando IV, re delle Due Sicilie, Tomo V, Napoli, 1802.
³ Angelo Zavarrone, Biblioteca Calabra, Napoli MDCCLIII.
⁴ Abbazia della Sambucina, monastero in origine benedettino, fondato intorno al 1145 con il titolo di Santa Maria Requisita, passò verso l’anno 1160 ai Cistercensi che ne mutarono il nome; divenne allora un centro di attività culturale ed artistica, economica e religiosa molto importante sino al secolo XVI. Fu molte volte danneggiato, ma fu sempre restaurato, e ancor oggi si conservano i resti originali dello stupendo portale ogivale, dei pilastri e delle arcate del transetto, persino gli affreschi dell’abside. Giuseppe Marchese di Luzzi, che fu ispettore onorario alle Antichità della Calabria, medaglia d’oro della P.I., accademico cosentino, scrisse La Badia di Sambucina, in due edizioni, una del 1932, l’altra del 1964.
⁵ LUIGI ACCATTATIS, nato a Cosenza il 2 novembre 1938 da Vincenzo e Teresa dei baroni di Amantea, fece i primi suoi studi nel ritiro dei Padri Filippini di Scigliano e poi nel Reale Collegio di Cosenza, dove in quei tempi insegnava F. S. Basile, Vincenzo Colosimo, Luigi M. Greco. Nel 1879 fu nominato direttore del Ginnasio di Scigliano e, quindi, presidente dell’Accademia Cosentina, che governò per un decennio ininterrotto. Scrisse numerose opere fra cui Biografie degli Uomini Illustri della Calabria. Morì l’8 giugno 1916 a Censo, frazione di Bianchi.
⁶ LUIGI FERRARI, Onomasticon, bibliografia degli scrittori italiani dal 1501 al 1850. Hoepli, Milano, 1947.
⁷ La citazione è di UMBERTO BOSCO, a p. 32 di Pagine Calabresi, Ed. Parallelo 38, Reggio Calabria, 1975.
⁸ ANTONIO BALESTRA (Verona 1666 – 1740), pittore e incisore. La sua attività si svolse prevalentemente a Venezia. Dipinse tele per moltissime chiese dell’Italia Settentrionale. Fra le sue incisioni si ricordano sei illustrazioni per un’edizione veronese del trattato del Sammicheli; I cinque ordini dell’Architettura civile. Maestro di numerosi allievi e fra questi Rosalba Carriera.
⁹ DOMENICO PELLEGRINI (Galleria Veneta, Padova 1759-Roma 1840) nei primi anni di attività fu pienamente inserito nel gusto neoclassico e autore di quadri a soggetto mitologico; poi, a seguito di un soggiorno a Londra, modificò la sua pittura sul gusto dei pittori inglesi, raggiungendo ottimi risultati.
¹⁰ ROSALBA CARRIERA, nata a Venezia nel 1675, fu allieva di Antonio Balestra e del cognato Domenico Pellegrini, si dedicò con grande finezza e senso squisito del colore alla miniatura e al ritratto a pastello. Interprete ideale della società elegante e mondana del suo tempo, ebbe un enorme successo presso le principali corti europee. Lavorò per Augusto di Sassonia (di cui fece tre ritratti), per i duchi di Modena e per la corte di Vienna, dove eseguì tre l’altro il ritratto di Metastasio.
MARIANNINA COPPA
di Giuseppe Marchese
Nacque a Luzzi il 31 giugno 1669 e morì il 1694. Non avendo potuto raccogliere nulla di questa poetessa tra i documenti della sua famiglia, riporto quanto sta scritto a pag. 255 del IV vol. della Biografia degli uomini illustri della Calabria di Luigi Accattatis:
<<In un vecchio manoscritto rinvenuto fra le carte della famiglia Coppa si narra di questa giovanetta che a 12 anni scriveva quasi compitamente la novella ed il dramma pastorale.
Fra le poesie più lodate della medesima si nominano gli Idilli a Nice, a Dafne, a Fillide; nonchè un dramma pastorale intitolato Eurilla; fra le novelle la Giovanna D’ Arco, La luce e gli occhiali, Una ingegnosa scoperta. Fra le pitture: il ritratto di sé stessa, il Monte della Sambucina , le Grotte di S Elia ed una scena del terremoto avvenuto il 1693 in Calabria e Sicilia.
Si dice che Onofrio Rogliano dei mobili Bisignanesi ne avesse scritto una ricca biografia. Non vi si accenna a pubblicazione di sorta. Erano amici e corrispondenti con lei il famoso pittore Balestra, la celebre miniatrice Rosalba Carriera veneziana, la illustre scienziata Eleonora Cornaro Piscapia ecc. Fu conosciuta ed ammirata dai Cosentini: Tommaso Cornelio, Pirro Schettini, Ferdinando Stocchi, Giacinto Arnone, Daniele Matera ecc. i quali la invitarono a far parte della Accademia dei Costanzi. Gian Vincenzo Gravina l’ebbe a proporla membro dell’ Accademia degli Arcadi in Roma. >> (1)
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Lo scomparso amico Avv. Prof. Filippo Coppa, riordinando i documenti antichi della sua famiglia, rinvenne di questa poetessa vari schizzi di materiale archeologico con due lettere di ringraziamento dello storico Cesare Firrao per la cooperazione datagli nell’adornare i suoi patri scritti.
MARIANNINA COPPA (1).
diLuigi Accattatis in: Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, Volume 4
A pochissimi è nota la vita di questa gentil poetessa, novelliera e pittrice, nata il 31 di giugno del 1669 e mancata a’ viventi nel principio del 1694 per una cerebrite causatale da mortale caduta. La sua brevissima comparsa nel mondo non permise che si elevasse a quell’altezza, cui da natura era chiamata; nondimeno 25 anni di vita bastarono perché facesse acquistarne un anticipato concetto.
In antico manoscritto, rinvenuto fra le carte della illustre e benemerita famiglia Coppa, si narra di questa giovinetta, che nella fresca età di 12 anni scrivesse quasi compitamente la Novella e il Dramma pastorale; sicché ebbe ad acquistare bellissima fama non pure nel suo natale villaggio, che nel resto della nostra provincia e fuori.
Erano i suoi amici e corrispondenti – il famoso pittore Balestra – la celebre Rosalba Carriera, veneziana, sua coetanea, eccellente miniatrice, e massima dipintrice a pastello, che Antonio Maria Zanotti chiamò amica delle pittoresche Muse, onore del sesso e delle veneziana pittura. – la celebre poetessa Papafava morta centenaria nel 1728, donna coraggiosissima e di animo virile (Berlan) – la valete pittrice di storia sacra Camilla Lauteri, bolognese, morta di anni 22 nel 1681 – la famosa scienziata Eleonora Cornaro Piscapia, veneziana, di cui Massimiliano Deza ebbe a dire: che di due miracoli andasse adorna: l’uno di essere stata dotta senza paragone, l’altro di essere stata donna senza vanità. Oltre a ciò fu conosciuta ed ammirata da’ celebri scrittori calabresi Tommaso Cornelio, Pirro Schettini, Ferdinando Stocchi, Marzo Cavalcanti, Serafino Biscardi, Giacinto Arnoni e Daniele Matera, i quali la invitavano a far parte della cosentina Accademia de Costanti. La conobbero pure e la tennero in grande stima il valente cosmografo e storico Onofrio Rogliano de’ Nobili bisignanesi e l’illustre Gian-Vincenzo Gravina, da Rogliano, i quali ammiratori sinceri delle virtù di Lei, l’onorarono più volte di loro visite; anzi il Gravina la propose e la fece ascrivere tra i Soci dell’Accademia, Accademia istituitasi in Roma il 1690.
Nel suddetto manoscritto è detto inoltre come il surriferito Onofrio Rogliano elaborasse una ricca e compiuta Biografia della celebre scrittrice ed artista Mariannina Coppa. In esso ms. non si accenna però se la detta biografia fosse stata stampata; ma il fatto è che tal lavoro non è pervenuto fino a noi.
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Le notizie biografiche di M. Coppa, Dom. e Nic. Corrado e G. Pepe le dobbiamo alla squisita cortesia del Prof. Domenico Coppa.
Mariannina Coppa, poetessa, novelliera e pittrice luzzese.
(1) A pochissimi è nota la vita di questa gentil poetessa, novelliera e pittrice, nata il 31 di giugno del 1669 e mancata a’ viventi nel principio del 1694 per una cerebrite causatale da mortale caduta. La sua brevissima comparsa nel mondo non permise che si elevasse a quell’altezza, cui da natura era chiamata; nondimeno 25 anni di vita bastarono perché facesse acquistarne un anticipato concetto.
In antico manoscritto, rinvenuto fra le carte della illustre e benemerita famiglia Coppa, si narra di questa giovinetta, che nella fresca età di 12 anni scrivesse quasi compitamente la Novella e il Dramma pastorale; sicché ebbe ad acquistare bellissima fama non pure nel suo natale villaggio, che nel resto della nostra provincia e fuori.
Erano i suoi amici e corrispondenti – il famoso pittore Balestra – la celebre Rosalba Carriera, veneziana, sua coetanea, eccellente miniatrice, e massima dipintrice a pastello, che Antonio Maria Zanotti chiamò amica delle pittoresche Muse, onore del sesso e delle veneziana pittura. – la celebre poetessa Papafava morta centenaria nel 1728, donna coraggiosissima e di animo virile (Berlan) – la valete pittrice di storia sacra Camilla Lauteri, bolognese, morta di anni 22 nel 1681 – la famosa scienziata Eleonora Cornaro Piscapia, veneziana, di cui Massimiliano Deza ebbe a dire: che di due miracoli andasse adorna: l’uno di essere stata dotta senza paragone, l’altro di essere stata donna senza vanità. Oltre a ciò fu conosciuta ed ammirata da’ celebri scrittori calabresi Tommaso Cornelio, Pirro Schettini, Ferdinando Stocchi, Marzo Cavalcanti, Serafino Biscardi, Giacinto Arnoni e Daniele Matera, i quali la invitavano a far parte della cosentina Accademia de Costanti. La conobbero pure e la tennero in grande stima il valente cosmografo e storico Onofrio Rogliano de’ Nobili bisignanesi e l’illustre Gian-Vincenzo Gravina, da Rogliano, i quali ammiratori sinceri delle virtù di Lei, l’onorarono più volte di loro visite; anzi il Gravina la propose e la fece ascrivere tra i Soci dell’Accademia, Accademia istituitasi in Roma il 1690.
Nel suddetto manoscritto è detto inoltre come il surriferito Onofrio Rogliano elaborasse una ricca e compiuta Biografia della celebre scrittrice ed artista Mariannina Coppa. In esso ms. non si accenna però se la detta biografia fosse stata stampata; ma il fatto è che tal lavoro non è pervenuto fino a noi. Fra le poesie più lodate della illustre luzzese meritano special ricordo gli Idilli a Nice, a Dafne, e a Fillide; non meno che il Dramma pastorale intitolato: Eurilla; fra le novelle la Giovanna D'Arco, La Luce e gli occhiali una ingegnosa scoperta; fra le pitture il Ritratto di se stessa, il Monte della Sambucina, le Grotte di S. Elia, e una Scena del tremuoto del 1693 in Sicilia. Si narra che da questa pittura trasse origine la sua morte, poiché mentre una sera nella solitudine della sua stanza contemplava essa medesima quella scena orribile dipinta a vivissimi e foschi colori, fu tale l'eccitamento della sua fervida fantasia che ad un lieve rumore ivi a caso fattosi udire, fuggendo impaurita, die del capo in un muro, e causò la cerebrite detta qua dietro, della quale rimase vittima sul principiare del 1694.
(1) Le notizie biografiche di M. Coppa le dobbiamo alla squisita cortesia del prof. Domenico Coppa. (Da Eugenio Arnoni- LA CALABRIA ILLUSTRATA - Vol. IV - IL CIRCONDARIO DI COSENZA - Ed. Orizzonti meridionali - febbraio 1995)
La Nuova Italia: dizionario amministrativo, statistico, industriale, commerciale ...
F. Vallardi
Dall'interno del libro
Poeti e rimatori calabri: notizie ed esempi, Volume 2
Giuseppe Falcone
Dall'interno del libro
Cultura romantica e territorio nella Calabria dell'Ottocento
Pasquale Falco
Dall'interno del libro
Esiste una Mariannina Coffa Siciliana e anch’essa poetessa mentre Mariannina Coppa nata a Luzzi il 31 giugno 1669 quindi si riferisce alla nostra Mariannina Coppa o non alla Coffa che è del 1841
Mariannina Coffa Caruso è stata una poetessa italiana. Wikipedia
Nacque a Noto (Siracusa)
Nascita: 30 settembre 1841, Noto
Decesso: 6 gennaio 1878, Noto
1987 – Letteratura femminile e mentalità nella Calabria dell’800 (Convegno e poi in Atti del Convegno- 1987)
NELLE NOTE
5) Prima dell’800 abbiamo notizia di Annamaria Edwige Pittarelli (1485-1556), di Elisabetta Beacuti, di Elisabetta e Lucrezia Della Valle tutte poetesse del ‘500, note ai loro tempi, tutte di nobile famiglia, eppure oggi completamente sconosciute. Ed è da notare che non figurano neanche nelle Raccolte del Bulifon o della Bergalli, che pure riescono a darci notizia di un numero molto elevato di poetesse anche sconosciute. Evidentemente l’isolamento del paese, la condizione soffocata tradizionale della donna hanno sottratto notizia di queste scrittrici perfino a ricercatori volenterosi come questi citati. Abbiamo infine notizia di Mariannina Coppa o Coffa, poetessa del 600.