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Ada Di Carlo nasce a Briatico, ridente paesino del tirreno vibonese, il 26 novembre 1923.

Nei primi anni d’infanzia Castrovillari, città del Pollino cosentino, diviene sua sede di residenza per molti anni.

Si laurea in lettere classiche ed insegna materie letterarie nella scuola media.

Sposa il Prof. Luigi Migaldi di Luzzi ed ivi si trasferisce. La benevole accoglienza ricevuta non la fa sentire forestiera, tanto da farle concludere la sua lunga carriera nell’amata scuola media di Luzzi.

La passione per la poesia, fedele compagna di sua vita, la induce a raccogliere le sue, quasi cento, composizioni in un unico libro dal titolo “IL MIO SCRIGNO”.

LA VITA, QUANDO E'AMORE, E'ANCHE POESIA

di Domenico Ferraro

Una profonda tenerezza sgorga dai delicati versi di Ada Di Carlo: una liricità affettuosa, un rimpianto che defluisce dal suo animo sensibile e terso e che nel passato e nel presente intravede una realtà di sogno.
Nella sua fantasia si ricompone la concretezza dei suoi ricordi, che traduce in visioni delicate, sfumate nella luce del tramonto, ma rilucenti nella sua fervida immaginazione.
La delicatezza del linguaggio ti rende ancora più tenero il sentimento che nutre la sua plastica creatività.
Affiorano nelle sue espressioni tutte le sfumature di un animo che prepotente sente il bisogno di trasformare in pittorica colorazione il mondo naturale che le ferve nell'intimo e che costituisce l'ansia di una visione che appare in una realtà che rattrista, che costituisce la sua intensa vita poetica, ma rifugge da ogni intimo pessimismo senza speranza.
Il sentimento, l'immaginazione, il lirismo sono il pathos di una poeticità che si realizza nell'introspezione psicologica, mentre la realtà si trasforma in un delicato riquadro, dove le tinte poli cromati che si vaporizzano in un'atmosfera mesta, ma intrisa di tanta vitalità, di tanto movimento e di tante sfumature. Il confronto tra la quotidianità e la visione poetica assume nel suo pacato, ma sereno lirismo una dimensione che oltrepassa l'esperienza personale e si prospetta in una dimensione umana e sociale, che non ritrova più riscontro concreto, ma s'immedesima e si realizza in una concezione creata dalla sua fantasia e dalla sua realtà sentimentale.
Il rapporto tra ciò che vive nell'animo della Di Carlo e l'amarezza della società attuale provoca quei dolci ricordi, quell'ansioso raffronto, quell'intimità affettuosa che ispira tutta la sua tematica poetica, che non è uno sfogo individuale, ma è l'interpretazione di una realtà che sempre di più perde le sue connotazioni ideali per trasformarsi in sogno, in realtà.
In tutto ciò consiste la validità di una sofferenza, che viene espressa in delicata pateticità poetica e in una musicalità vaporosa e intima.
Il sentimento di sottile, quasi di soffusa amarezza, che serpeggia nei suoi versi, non si trasforma in sconsolata sfiducia, in accorato rifiuto esistenziale, perché è saldamente ancorato ad una filosofia di vita che si salda in Dio.
I dolori, le delusioni, le preoccupazioni, la paura, la povertà
, la natura, tutto ciò che ruota intorno all'uomo e ne costituisce il suo habitat ideale, acquistano un significato solo se si agganciano alla speranza, alla fiducia, che è emblematizzata nell'ordine naturale della religiosità.
La fantasia, le immagini rispecchiano sempre una riflessione tormentata, sgorgata da un intenso pensiero, da una dimensione umana e da un mondo intellettuale, che si nutre di una classicità umanistica e che si riflette, nell'espansione dei pensieri, la problematicità dell'animo umano. La sua poesia è ricca di un substrato culturale, che si evince dalle finezze psicologiche, che descrivono i sentimenti, che non sono vaghe, erranti e vuote immagini, fatte di parole senza significato, ma si concretizzano sempre intorno ad una riflessione, o ad un fatto vissuto ed assumono la plasticità nell'ondulazione della formulazione poetica.
E' una poesia ricca di contenuti, che ti fanno riflettere e ti pongono dei problemi, dei sentimenti, delle verità: Dio è presente nell'intimità dell'uomo, nella sofferenza delle persone, nella tristezza del pensiero e nella bellezza del creato che, non poche volte, è deturpato dalla malvagità umana.
Quando, poi, il suo sentimento si sofferma a riflettere sui rapporti familiari, la sua poesia si carica di una elettrizzante tensione che ti scuote e ti partecipa della sua tenerezza e della sua dedizione infinita all'amore dei suoi cari e a quanto costituisce il fine essenziale delle sue esperienze esistenziali.
La poeticità di Ada Di Carlo ti incanta e ti commuove proprio perché i suoi sentimenti, i suoi pensieri, le sue riflessioni toccano la sfera psicologica individuale, ma, anche, quella di tutti gli uomini e, perciò, la vita, per lei, quando è amore totale, intenso, si traduce in liricità poetica.

ALLA CARA LUZZI

 

O Luzzi, tu mi sei sempre

piaciuta,

per tutto il tempo che ci son

vissuta.

 

Ne son lontana,

da più anni,

proprio assai,

ma il buon ricordo di Te

non si cancella mai.

 

Si é stabilita con Te

un'intesa particolare

e mi hai accolta

con simpatia tale, che

ancor oggi

tutta appare.

 

E, ancor una volta,

ne ho avuto l'attestato

il giorno della

gran festa

dell'Immacolata.

 

Eran lì

tanti ex alunni miei

che, regalandomi

abbracci affettuosi,

ma veramente caldi,

dicean tra loro: "E' con noi

la signora

Migaldi".

 

La mia gioia,

mista a immaginazione,

si é irradiata

nel felice arco di

un recente oassato

ed ho rivissuto,

tutto in un momento,

gli anni frottuosi

del mio insegnamento.

 

Ora gli alunni

d'allor sono

grandi, importanti,

ma per me han conservato

l'entusiasmo di adolescenti

e la fraschezza,

suscitando in me

tanta tenerezza.

 

Son felice di rivederti,

quando posso, o caro paese,

e, anche se forestiera,

ti sento mio.

 

Ti dico, perciò, arrivederci

e mai addio,

perché ti ho regalato

un pezzo del cor mio.

LA SACRA SAMBUCINA

 

 

II   gran   portale,

antico e maestoso,

s'impone all'occhio

del visitatore ansioso.

E, contornato da antichi muri

e da un paesaggio

rustico e naturale,

offre in visione

lo scorcio d'un passato,

che non è più, ma non è tramontato.

E' l'attestato

di un'epoca millenaria.

Che felice connubio

Arte e Fede:

armonia piena

per l'anima che crede.

La Vergine con le braccia protese

troneggia sull'altare:

è volo d'estasi divina.

Frattanto l'anima si eleva,

il capo è chino,

mentre aleggia lo spirito di.... Gioacchino.

Da tanto sacre labbra

vola un messaggio:

"Lieta son che il mio picciol tempio

assurto sia a monumento nazionale,

ma il mio più gran desìo

è che il mondo si unisca

in un abbraccio universale ' '

ATTENDO....

 

Attendo ansiosa le ombre della sera,

per predisponili al buio della notte.

 

Avverto,

nella mente e nel mio cuore,

presentimenti, aspirazioni

e... gioie.

 

Presa

nel grande mare dei miei sogni,

vivo, mi elevo,

mi ritrovo.

 

Come vorrei che sempre così fosse,

stretta, aggrappata a ciò che mi sta a cuore,

per dare luce all'ombra del mio io

e al viver mio la luce dei miei sogni

I VIOLENTI 

Voi che, a mano arnata, 
disarmate. 
Voi che sì potenti vi sentite. 
Voi che avete il cuore 
indurito, 
non siete che l'emblema 
della morte.

Par che un' ombra nera 
vi aleggi intorno, 
e voi ciecamente
l'addensate. 
Notte fonda 
voi rappresentate.

Se é vero che coraggio avete, 
non vi mascherate, non vi occultate. 
Venite alla ribalta della vita. 
A viso aperto i problemi affrontate.

Sullo scenario ....
con noi restate, 
con noi lottate.

Rappresentiamo insieme 
la propria parte. 
Il male che sadicamente 
procurate, 
che non sia....
un nodo a scorsoio, 
e che nel cappio... 
non c'entriate voi.

Il reo paga il fio, 
presto o tardi. 
E se alla giustizia 
egli sfugge, la voce della colpa 
rode dentro.

E la condanna peggiore 
lo accompagna, inesorabile,
in ogni ora. 
Lo demolisce 
e nella disperazione 
egli finisce. 

MIA MADRE

 


Bella d'aspetto e di nobili sentimenti,
agivi da gran signora in tutti i momenti.
Del tuo sorriso e perdono nessuno era privo,
si, senza discriminazione, anche il più cattivo.

Capivi e assaporavi del canto l'armonia
e, così presa, la tristezza andava via.
A volte, tenera e fragile come una fanciulla,
ti rifugiavi nei sogni e poi più nulla.

L'amore per mio padre sapeva d'eccezione
e lo dicevi più volte con convinzione
e ripetevi: " Non sopravviverò alla sua morte".
Questo detto ricevette il crisma della sorte.

Come una prece in cielo fu accolta
e dopo undici giorni gli fosti accanto sepolta.
Non distrugge questo mondo i grandi amori:
rivivono nell'aldilà come verdi allori.

Oggi, pensando a Te, mi sento sì piccina,
darei il meglio di me per averti vicina,
per sentire dal tuo labbro con voce soave:
"Ti amo, figlia mia, di quell'amore, che d'ogni altro
è la chiave".

LO SCIABORDÌO DEL MARE

Le onde si avvicendano

incessanti,

spumeggIano e carezzano

ogni istante,

è un linguaggio arcano,

ma toccante.

 

Chi sa capire,

coglie ed assapora,

penetra nel profondo

del mistero.

E scruta e trova

l'essenza del vero.

I MIEI FIGLI, STELLE E GIOIELLI


Nella volta celeste del mio cordi ....
mamma, due grandi stelle
brillati
d'una luce
che sa d'infinito
e....
illuminano ogni istante di mia vita.


Allorché l'animo
mio s'ammanta di....
penembra,
per vicende poco liete,
o la tristezza
proietta....
un po' del suo buio,
attingo riflessi gioiosi
dallo sguardo dei miei figli,
dai loro occhi luminosi.

Non ho badato
a limiti....
nel fare.
Non ho badato
a limiti....
nel dare.


Ed essi mi han ricambiato
con frutti copiosi,
quelli aspettati,
i più desiderati.


Nel sacrario....
dei miei affetti più cari
voi primeggiate,
voi trionfate,
figli esemplari.
Nel mio scrigno
di ....gioie preziose,
gelosamente custodite,
siete voi:

Mimmo e Francesco, due gemme incastonate
nel cuor mio,
gemme di special fulgore,
gemme di raro valore.


Ed....
a felice conclusione, esprimer voglio
un augurio,
da tempo accarezzato,

 tanto sospirato.


Possiate voi,
in un tempo avvenire,
che spero molto,
ma molto lontano,
dire, con voce commossa
e....
tanto intenerita:
" Mamma, sei stata
il faro di nostra vita ".

FOGLIE GIALLE


Coprono ormai

 il suolo

e sono inerti,

povere foglie morte,

qua e là sparse.


Han sbandierato

al vento il loro verde.

Han sentito

il battito di tante ali.

Hanno offerto ristoro

e frescura.

 
Ora son gran tappeto

per i passanti, 
che con piede incurante.

spingono in avanti.


E quel fruscìo,

così, di volta

in volta,

é un gemito di dolore

per la loro sorte.

IL  RICORDO


Il vecchio ricordo

rinverdisce

e lentamente rifiorisce.

Era da tempo assopito,

ma al caldo tepore

d'un pallido sole

schiude timidamente

la corolla.

 
Si fa audace

e mette in bella mostra

i colori, ch' erano ben riposti,

e superbamente li sbandiera.

 
Poi accarezza ....

 il passato 
con mano assai vellutata.

Cerca e indaga fino in fondo.

E avido, com' è, ogni particolare

ricostruisce dal profondo.

Poesie religiose

A TE, GESU' IN CROCE


M'imcanta...
il Tuo pender muto
da quel legno atroce,
che si chiama Croce
           e
che anch'io ho fabbricato
con il mio peccato.
E' sinonimo d'ignominia
per chi non crede,
è Trofeo di Vittoria
per chi ha Fede.


Il capo Tuo,
reclinato in un Supremo abbandono,

dice a chiara voce: "Vìeni a Me,
Io ti perdono ".
La Tua corona, irta di spine,
gronda del Tuo Sangue Divino,
ma non si ferma a rigar
il Tuo volto emaciato,
scorre e va: a riscattar
le umane colpe è destinato.


Le Tue palpebre abbassate
non occultano lo splendor
degli occhi Tuoi languenti,
son trasparenti ed irradiano
le anime penitenti.

Le braccia Tue allargate,
molto stese, non son segno di resa,
ma, simili ad immense ali,

simboleggiano un abbraccio universale.

Il Tuo costato, dalla lancia trafitto,
è porto sicuro per il naufrago,
per il derelitto.


La Tua figura,
dal sommo del Tuo capo
alla punta estrema dei tuoi piedi,

lacerati da chiodi acuminati,
è tutta una raggiera splendente.


E noi, povera gente,
              a fronte china,
Ti supplichiam: "Insegnaci il sentier
che a Te conduce,
là dov'è perenne sorgente di luce,
là dove non conta
il trascorrer delle ore: vige l'Eternità,
il tempo muore,
là dove fiammeggia la Carità,
nel suo pieno fulgore,
perché si celebra il Trionfo
dell'Amore ".
                              Ada Di Carlo

A TE, SEGNATO DA DIO

 


Con fervore T'invoco,
o PADRE PIO,
il Santo segnato da Dio.


Un dono ... prodigioso
ti ha elargito il Signore:
le Sacre Stimmate,
tatuaggio d'amore.


Alla vista misteriosa,
delle Tue sanguinanti ferite,
molte anime si sono convertite.


La Tua mano, fasciata, privilegiata,
levata in atto benedicente,
ha lanciato messaggi di fede
all'umana gente.


Tu, solo, contrastato,
ma dalla fede sostenuto,
molte opere hai compiuto.
E quella per ... eccellenza:
la Casa di Sollievo della Sofferenza.

La Tua fama di santità,
sparsa per il mondo,
ha reso meta di pellegrinaggi
S. Giovanni Rotondo.


Tu intercedi presso Dio,
e
accendi una fiammella di fede
in chi non crede,
ravvivala ed alimentala
in chi la possiede.


E, nel modo come Tu vuoi
e
come Tu sai,
fa ' che la Fiammella
non si spenga mai.
                           Ada Di Carlo

A TE, VERGINE DI LORETO


E' ora che dedichi
a Te
le mie rime,
o Vergine dalla faccia scura.
Quanta luce...
nascondi dietro quel nero,
è tanta,
eppure non si vede,
se non con gli occhi
della grande fede.


Stai lì, su d'un trono
glorioso, immortale,
nella tua veste umile,
ma ricca insieme,
di madre, ma Vergine intatta,
di ancella, ma di Signora.
Appari come uno splendore,
Tu, che hai rapito il Cuore
del Creatore.

Noi ci prostriam
per dirti:
"Rischiara il nostro buio.
Ci basta un piccol raggio
della tua luce immortale,
che ci indichi la strada,
quella della fede vera,
dolce Madonna dalla faccia nera.
Ciascuna storia umana
abbia un fine lieto,
per questo ti preghiam,
Vergine potente di Loreto".
                                 Ada Di Carlo

A TE, CELESTE CASTELLANA


Madonna del Castello, 
così definita, da chi alla devozione per Te

ha dato vita.

 


Stai lì, su d’un trono 
d’oro fino, 
Madre e Regina di tutti i cittadini


ciascuno con voce chiara, 
che nel cuor risuona, 
Ti acclama sua Patrona.


Ai Tuoi piedi si prostra 
l’intero paese 

così prono, del proprio cuore 
Tifà dono.

 
Le acque argentee 
del fiume Coscile 
Ti fan da superba cintura 

quella voce antica, 
ma sempre nuova, 
risuona nella vallata, 
che di verde è ammantata.

 
Indi quel lieto rumore 
sale fino a Te 

dalla Fede filtrato, 
diviene nenia, 
che unita ai canti e 
alle tante litanie, 
inneggiano a Te, 
dolce Maria.

 
Ad ogni Tuo festeggiamento sacro

lanci messaggi amorosi 
ai figli tuoi, 
che accorrono numerosi, fiduciosi


anch ‘io, che forestiera non sono,

ad ogni Tuo appello 
son presente, con fede fervente.

 


Nel giorno di Tua solennità

scintillano gli ori intorno al Tuo collo 
immacolato, 
attestato di fede e gratitudine

per chi è stato graziato 

per Te trofeo di vittorie riportate.

 

 
Troneggia sul Tuo capo

un ‘aurea corona, 
tempestata di gemme preziose,

che rendono la Tua Immagine

 


Ma lo splendore vero, 
che non conosce tramonto


che irradia tutto il mondo,

sei Tu, Madonna del Castello,

il più meraviglioso, il più raro 
gioiello.

                            Ada Di Carlo 

Santuario della Madonna del Castello

Castrovillari

La Chiesa di S. Maria del Castello sorge sul colle omonimo, alle cui pendici sono presenti, oltre ai nuclei di antiche costruzioni, alcune grotte eremitiche (VII-VIII sec. d.C.).

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