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Presentazione

di Gianfranco D'Angelo

Presidente Associazione Culturale

"Il Viaggio ONLUS"

     "Il viaggio" inizia con questa opera articolata, ma al tempo stesso snella, di Alessia Puntillo, che con rigore scientifico e metodologia di ricerca storica, ci offre una immagine per certi versi nuova e per altri antica della Abbazia della Sambucina, luogo di culto, di storia, di pensiero, di tradizioni, di affetti e di rara bellezza.

     Il lavoro, portato avanti con minuziosa precisione, si snoda in maniera scorrevole in una sorte di racconto gradevole e interessante, in cui si intersecano il bello stile e la sicura storia. Con mano ferma e lucida di pensiero vengono tracciati percorsi di approfondimento e stimoli di ricerca ultimamente sopiti, mai troppo approfonditi.

     Nel contesto di un recupero delle tradizioni e nel tentativo di una rivitalizzazione della storia dei luoghi e di una maggiore attenzione verso l'esistente, specie se dimenticato, inizia proprio da Luzzi, ricca di cultura e di intelligenze, questo "viaggio" che da Tebe Lucana e dintorni si propone di valorizzare le energie culturali di una realtà territoriale che interessa l'intera Valle del Crati, con radici profonde nell'umanità della "gente calabra".

     Gli auguri e i ringraziamenti all'Autrice e un "buon viaggio" alle persone serie, ai compagni d'avventura e a quanti vorranno sollecitare interessi generali di crescita della società, attraverso un circuito di comunicazione culturale e un concorso di contributi e di idee.

L'ABBAZIA DELLA SAMBUCINA

di Alessia Puntillo

     In un'area pressoché incontaminata, nel territorio di Luzzi in provincia di Cosenza, adagiata su un pianoro, L'Abbazia della Sambucina, conservando le superstiti strutture gotico-monastiche, vanta origini remote. Bisogna andare indietro nel tempo e giungere al 1145, quando Berta di Loritello, signora del luogo, donò alcuni suoi beni al convento; ma ancor prima i figli di San Bernardo si stabilirono in Val di Crati, perché quel sito era un soggiorno ideale per una badia che doveva avere lo stesso ufficio di propaganda e diffusione religiosa e culturale nell'Italia Meridionale che aveva quella di Chiaravalle di Milano nell'Alta Italia.

     L'abbazia cistercense sorge su una preesistente benedettina che portava il titolo di Santa Maria Requisita; in seguito, quando la comunità monastica era retta dall'Abate Sigismondo, Goffredo di Catanzaro donò edifici e suolo per ampliare il complesso abbaziale.

     Il momento del passaggio dall'Ordine benedettino a quello cistercense si diffuse nel Regno di Sicilia col favore di Ruggero II. Della Sambucina oggi non resta che parte della Chiesa e, attiguo ad essa, l'edificio abbaziale primitivo.

     In origine però il complesso doveva avere un aspetto solenne e da dove si poteva ammirare un magnifico panorama: giù la Valle del Crati che giunge fino ai piedi del Pollino ed a sinistra si va delineando la Sila.

     Nel periodo di maggior splendore l'Abbazia della Sambucina è tutta un'industria, in pieno assetto, diventando così un centro importantissimo, non solo religioso, poiché vive in un periodo di crescente ricchezza economica.

     Inoltre attorno alla vita abbaziale si susseguono figure importanti come l'Abate Luca Campano, che dalla Sambucina passerà poi alla Cattedra Episcopale di Cosenza, e la figura di grande spiritualità e forza etica di Gioacchino da Fiore, il frate pellegrino che, staccatosi dalle appartenenze e dai vantaggi del mondo temporale, elegge la Sambucina come luogo di preghiera, di contemplazione, di moralizzazione, di speranza e di azione.

     Né si può trascurare la venuta nella Badia di dotti del tempo, tra cui va ricordato Telesforo, che, dopo la visione nella Pasqua del 1357 dell'Angelo dalle ali d'oro, si immerge nello studio dei veggenti calabresi.

     Dal periodo di massimo splendore e ricchezza (economica e culturale) al progressivo declino, passando tra fatti di calamità naturale (frane e movimenti tellurici che in più occasioni mirarono e danneggiarono la solidità strutturale ed architettonica dell'Abbazia, obbligando anche all'abbandono temporaneo della struttura, per consentirne, almeno in parte, i lavori di ricostruzione) e atti di decadenza amministrativa, lotte di primato, incomprensioni e discordie, che, già aggravate dagli effetti seguiti allo Scisma Avignonese, furono causa di un disagio importante e di divisioni all'interno dell'Ordine della Sambucina.

     Ciò giustificò e determinò le decisioni papali di istituzione di una commenda (1421) e, secondariamente, di entrata della Sabucina nella Congregazione delle due Calabrie e della Lucania (1633). Infine, nel 1780, la soppressione dell'Abbazia decisa dal governo borbonico.

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