Biagio Murano
Luzzi (CS), 3 febbraio 1954.
Biagio Murano si è diplomato nel 1973 presso l’Istituto Statale d’Arte di Castrovillari (CS). Pittore metafisico, ma anche di un figurativismo tradizionale dai colori molto accesi, è divenuto un abile ritrattista grazie ad una ricerca e ad uno studio trentennale che gli ha permesso di cogliere i soggetti al di là dei semplici lineamenti. Ha allestito mostre personali ed ha partecipato ad esposizioni collettive e a concorsi di pittura estemporanea riscuotendo ampi consensi di critica e di pubblico. Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private.
Indirizzo: Via S. Filomena 30, 87040 Luzzi (CS). Tel. 0984542542.
Pittore naturalista, figurativo dai colori molto accesi, Biagio Murano nasce a Luzzi (Cosenza) il 3 febbraio 1954.
Fin da piccolo mostra un'inclinazione particolare per la pittura e un' eccezionale padronanza tecnica; che gli permettono di piegare il colore ad ogni esperienza espressiva. Nel corso degli anni Murano sviluppa e amplia le sue conoscenze pittoriche, sperimenta nuove tecniche e completa la sua preparazione presso l'Istituto Statale di Castrovillari, dove nel 1973 consegue il Diploma.
Dopo una prima fase in cui segue la corrente metafisica, Murano approda al naturalismo, in cui le campagne, i contadini, gli animali, le scene bucoliche danno una sensazione di estrema sincerità, di profonda pace, che certamente si annida nell'animo dell' artista luzzese, che ritrae i momenti più sacri della civiltà contadina: mietitura, trebbiatura, vendemmia; in quelle oasi di pace, l'artista mette in primo piano l’umanità vera della gente semplice; troppo spesso dimenticata e fuori dall’universo del consumismo e del potere.
Il messaggio che egli vuole trasmettere è di serenità, di amore per le proprie tradizioni, per le proprie radici, per la propria gente, alla quale ha voluto rendere omaggio proponendo una serie di ritratti di personaggi di Luzzi in cui Murano trasmette il dolore fisico e morale dell'uomo, la sofferenza dei lavoratori, figure caratteristiche di vecchi, esempi di genialità, saggezza e umanità, anziane signore con il caratteristico costume luzzese (‘a Pacchiana).
In questi ritratti, che rappresentano l'ultima tappa dell'arte di Biagio Murano, si può intravedere una atmosfera di nostalgia, di rimpianto per un mondo che non c'è più.
Pittore, dunque, legato alla sua terrà, Murano ritrova nel paesaggio, nel ritratto un rifugio sicuro. Lui così estraneo ai compromessi che governano oggi i rapporti umani, tenta di evocare la civiltà contadina, avvolta ormai nel mito e legata ad un passato del quale si conservano appena i ricordi; è un mondo in estinzione, un mondo che stiamo dimenticando troppo velocemente, ma che è alla base della nostra stessa esistenza.
Quella di Murano è un’arte che mette in evidenza, con asciutta e partecipe sensibilità, l'accento primitivo di una pittura lontana dalle esperienze culturali più vive, ma che una fulgida felicità espressiva ha trovato nella bellezza fascinosa del mondo il suo stimolo, il suo messaggio.
Al di là delle tecniche e delle correnti Biagio Murano rimane comunque un pittore che ha voluto restare sempre nell'anonimato, nelle stesse ombre che spesso utilizza per realizzare i suoi quadri. La sua arte è semplice; le sue tele danno una sensazione di estrema sincerità e naturalezza.
Colorare paesaggi e campi variopinti per Murano ha un senso: il senso dell' attesa, l'attesa della creazione che apprezza i beni della terra, che scandiscono i sogni e le attese dei personaggi ritratti nei quadri, imbevuti di solitudine pensosa, riflesso naturale di questo artista schivo e semplice.
Antonio La Marca