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Patrizia ALTOMARE

Nata a Luzzi (Cs), vive nel comune di Rovito (Cs).

All'età di 11 anni si trasferisce, insieme alla famiglia a Rende, nel centro storico, dove abita a pochi passi dal Centro di Lettura, il quale proprio in quel periodo sta trasferendo il suo patrimonio librario in alcuni locali del Castello, che ospita già il Municipio, e che daranno vita all'attuale biblioteca. In quella miriade di volumi, Patrizia Altomare scopre la passione per la lettura e la scrittura. Sono proprio di questi anni le sue prime poesie e i suoi primi racconti.

Dopo aver conseguito la licenza pedagogica, continua i suoi studi approfondendo la conoscenza sulla letteratura in genere e in particolare sul romanzo, sia italiano sia straniero.

Si dedica alla promozione della scrittura e alla diffusione del libro e della conoscenza del teatro nelle scuole e negli istituti superiori della Calabria. Ha ideato più Laboratori di Scrittura Creativa per il corso di laurea in Filosofia e Scienze Umane e per il corso di laurea in Filosofia e Scienze della Comunicazione e della Conoscenza dell’Università della Calabria, anche con lezioni sperimentali di didattica on-line. Presso il Liceo Scientifico “G.B. Scorza” di Cosenza, i Laboratori di Scrittura Creativa assumono un procedimento didattico basato sull’informazione, sulla ricerca e sulla comunicazione, con pubblicazione annuale dei lavori degli studenti.

Ha fatto parte della “Stanza del Poeta” di Cosenza”; è cofondatrice del foglio di Arte e Cultura “Quartiere”

Molti suoi articoli e recensioni sono apparsi su riviste letterarie e quotidiani.

A 14 anni inizia a scrivere le sue prime poesie e i suoi primi racconti. Ha pubblicato per la narrativa: Ultime pagine, 1998; La casa dei silenzi,2000; Amore senza titolo -storia di un clone umano-, 2002; La favola della vita, 2004; I racconti dell’incredibile, 2004; La fata dei tempi,2006; per il teatro: Amuri viecchi e Amuri nuovi, commedia in tre atti, 2002; Paolo e Francesca, tragedia in tre atti, 2008.

Ha dato alle scene Creatura, una donna il divino e la poesia, monologo, 2010.; per la poesia: Narrare di Vento, Il diario del castello, Questa sera guarderò il cielo(le raccolte sono racchiuse in un unico volume che porta il titolo di Poesia, Cosenza 2011);

Fra i riconoscimenti si ricordano: Premio Internazionale Oscar del Mare, Roma 2000; Nuovo Millennio, Roma 2000; Donna e Scrittura, Cosenza 2000; G. Malattia della Vallata, Barcis (Pn) 2002; Premio Nazionale di Poesia “David 2001” e “David 2003”, Carrara; Il ramoscello d’ulivo,Petilia Policastro 2004; Navi e Naviganti, Anoia Sup. 2004; Premio Letterario S. Valentini, Castrolibero 2004.

Da un giudizio critico del Prof. Antonio Piromalli - Emerito dell'Università di Cassino, grande conoscitore studioso della letteratura tutta, e in particolare di quella Calabrese e Romagnola.

"Ultime Pagine" è un lavoro particolare e il libro va letto in modo particolare. E non solo per la sua struttura, ma soprattutto perché in esso si intende velato l'aspetto simbolico, dove sorprende l'amplissima, profonda risonanza della vita interiore della scrittrice (risonante = diversi significati, vari). Ma sorprende anche la conoscenza di forme giuridizionali, di mondi lontani da quello della quotidianità.

Racconto, simbolo e metafora, in questo libro sottolineano un'interiorità che non si fa condizionare dalle contingenze esterne ma le travalica o, se sono importanti, le rivitalizza in sé.

Antonio Piromalli

Da una recensione critica di Adele Filice - Giornalista e antropologa.

"Ultime Pagine": un libro scaturito da un'idea originale. Un libro insolito già nel suo concepimento, perché racchiude i capitoli finali dei romanzi che l'autrice ha solo immaginato, instaurando così una giocosa confidenza con la fantasia del lettore, libero di immaginare a suo piacimento le vicende e i personaggi dei capitoli precedenti. Ma la particolarità di "Ultime Pagine" non è solo qui: la scrittrice "gioca" con tutto: il tempo della narrazione mescola presente e passato, differenziandolo con l'espediente dei caratteri stilistici di scrittura diversi. Gli scritti sono dense di metafore, di messaggi lanciati tra le righe e mai enunciati per la precisa intenzione dell'autrice di non voler ergersi mai a giudice e non voler imporre il suo modo di osservare la realtà e di giocare con l'immaginazione. Tantissimi e brucianti i temi trattati con tocco leggiadro, a volte etereo, dall'autrice: da quelli sociali come l'alcolismo, omosessualità, scontro generazionali, droga, divorzio, emigrazione a quelli etici e filosofici quali clonazione, lotta tra bene e male, tra Vita e Morte. 

Delicatissima è la presentazione di alcuni protagonisti o di vicende che assumono la forza ponderosa della rappresentazione archetipa: rosa, acqua, bambino sono femminilità, vitalità, innocenza.

Nella fisicità della svolgersi della azioni o del divenire degli eventi si celano rappresentazioni e significati simbolici dalla potente forza evocativa: la curiosità di un'antica donna di paese è desiderio di conoscenza del genere umano; l'acqua che lambisce il corpo tormentato di una donna è l'elemento primigenio da cui ha origine la vita, interiore e fisica; un giocattolo abbandonato per il timore di affrontare i pregiudizi degli altri è l'infanzia prima generata e subito dopo ucisa. Questi e tanti altri gli affreschi che Patrizia Altomare dipinge in "Ultime Pagine", un libro fatto di frasi ma in cui si inserisce prepotente il bisogno della poesia, delle immagini-lampo, della musica e dei colori che solo la poesia sa dare.

Adele Filice

Da: "L'Eco del Sud" Cronaca della Calabria

Dalle note critiche del Prof. Carmine Chiodo - Dipartimento di Studi Filologici, Linguistici e Letterari Università di Roma "Tor Vergata".

La Casa dei Silenzi di Patrizia Altomare. 

Il romanzo è riuscito e ben fuso nelle sue parti. Scritto in modo efficace e nitido. Vari sono i personaggi, come pure le scene, le armosfere evocate, le vicende narrate. E' un romanzo di gente che parla, manifesta i suoi sentimenti. Gente da cui si può conoscere la società e i mutamenti di essa a partire dalle guerre mondiali ai giorni nostri.

Un romanzo corale e ben orchestrato. Una tecnica narrativa limpida e penetrante. Un linguaggio semplice e naturale che si adegua perfettamente alle persone di cui si narra e alla loro condizione.

Un'opera, questa della scrittrice calabrese, dai vari registri e andamenti. Eppure Patrizia Altomare racconta facile e tranquilla la macrostoria attraverso microstorie, proponendo un Novecento vissuto in prima persona da un'intera famiglia, attraverso quattro generazioni. Questo è il senso supremo dell'opera di Patrizia Altomare.

Il romanzo si lascia leggere con piacere e interesse. Con piacere perché la scrittrice è veramente abile nel dar voce e consistenza a personaggi diversi fra loro, e sono tanti. Con interesse perché, come ho già accennato, presenta casi e fatti, vicende concrete che illustrano un certo periodo storico, o più in generale periodi storici.

Questo romanzo-poetico di Altomare, questo romanzo-vita è riuscito per temi e per lingua. Un romanzo saputo costruire e portato avanti, scritto con molta sensibilità e partecipazione. Merita di essere conosciuto e letto in quanto è un'opera autentica e nello stesso tempo ci sono storie di vita, momenti, avvenimenti, sentimenti, casi, vicende, che appartengono a tutti noi e che la scrittrice fa rivivere.

"La Casa dei Silenzi" di Patrizia Altomare, è un romanzo di tante vite che dicono la vita. E la dicono in modo poetico e sensibile.

Prof. Carmine Chiodo

Da una recensione della Dott.a Adele Filice - Antropologa e giornalista

L'autrice calabrese, dopo l'originalissimo "Ultime Pagine"(una raccolta di 'ultimi capitoli' di vari romanzi ideali che il lettore può divertirsi a scrivere nella sua fantasia) tira fuori dal suo capace e generoso cilindro un appassionante romanzo che, senza esitazioni, si può definire un manifesto contro il pregiudizio. E' questa, infatti, la costante del racconto e tanti sono i personaggi che il pregiudizio lo incarnano mentre altri sono quelli che lo combattono o ne restano vittime.

Agnello sacrificale per eccellenza è Stella, il personaggio della leggenda, raccontata nel romanzo, la quale, dopo essere stata messa al bando dalla famiglia e dalla comunità per aver preso con sé un bambino dalla pelle nera, ed essersi accorta che le sue ferite (provocate da una vita piena di fatiche e di stenti) sono scambiate per vere e proprie stimmate, è riammessa nel circuito della considerazione sociale, con la fama di santa. A questa icona, si aggiungono i personaggi struggenti di Lilli, capostipite della saga familiare soggetto del racconto e Stella sua pronipote che, quasi a reincarnare la Stella leggendaria, avrà anch'ella un bambino dalla pelle nera, e sarà oggetto dell'astio materno per lunghissimi anni. Al centro del romanzo tre figure emblematiche di donne, ognuna delle quali incarna il suo tempo. Lilli, poliedrica, mater familias affascinante, ingenua, e donna antica, di sacrificio. Lilì, la nipote sessantottina e ribelle e Stella, figlia di Lilì che, in risposta alle istanze femministe e classiste della madre, frequenta i poveri, va a lavorare per mantenersi agli studi e concentra in sé la bontà di Stella e lo spirito sacrificale di Lilli. Saga familiare, dunque, che racconta circa un secolo di storia e dei fatti salienti, attraverso l'espediente di un registro linguistico differente per ogni personaggio ma dalla prosa scorrevole, semplice e poetica, con sprazzi d'intensità pittorica. Un racconto che è anche una denuncia contro chi guarda con sospetto alle diversità razziali (il bambino nero), sociali (la madre sessantottina contro la figlia amica dei poveri), religiosi (il prete che trasforma Stella in santa). Un libro che grida contro la violenza e il sacrificio estremo della morte e che costringe a riflettere su ogni particolare, anche quello più apparentemente casuale, riguardante fatti o personaggi, i quali racchiudono tutti, chi più chi meno un significato recondito, un messaggio, un simbolo. Un libro che fa dire, mutuando le parole usate da Berenson per "Il vecchio e il mare" di Hemingway, "nessun artista scrive simboli o allegorie - e Patrizia Altomare è vera artista - ma ogni vera opera d'arte emana simboli e allegorie." E così avviene per La casa sei silenzi".

Adele Filice

Amore senza titolo.

Marinella, una bimba nata clone dalla cellula di Carlotta, ormai adulta racconta attraverso un lungo e doloroso flashback la storia della sua esistenza che, fin dalla nascita, si presenta connotata dalla diversità. Una diversità presagita inizialmente, filtrata attraverso occhi bambini amanti della vita, vissuta inconsapevolmente tra le spesse mura di un convento dove è stata abbandonata. L'adolescenza le apre le porte del mondo, lei non si specchia e non si riconosce nelle ragazze della sua età. Cresce velocemente senza sapere il perché. Un individuo clonato aggiunge la sua età biologica a quella dell'individuo che lo ha generato. Marinella non ha scampo, è un esperimento scientifico destinato a una morte precocissima.

Nel romanzo "Amore senza titolo" di Patrizia Altomare viene narrata la storia di Marinella, abbandonata a solo nove mesi dalla madre in un istituto.

Marinella viene ritenuta un essere malvagio poiché nata per clonazione. Per paura viene esclusa e privata da ogni tipo di rapporto; tuttavia riesce a far amicizia e giocare con Nicola, un bambino un pò più grande di lei, che verrà poi adottato.

Le suore, capito il loro sbaglio, si avvicinano a Marinella, dandole tutto l'amore che, precedentemente, le avevano fatto mancare, ma dalla sua diversità, sono destinati a sorgere molti problemi.

La favola della vita.

...L'intero romanzo è costruito entro un simbolismo religioso, che rintraccia in un unico credo confessionale la propria natura, ma che riflette, tuttavia, l'idea cristiana dell'educazione culturale della scrittrice, consapevole di aver maturato, comunque, la scelta di un chiaro indirizzo di riferimento.

... Le domande antiche della filosofia, della teologia, ma anche dall'uomo così detto "comune": chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo? sono gli interrogativi fondanti del romanzo, che non vengono mai strutturati in formulazioni semplicistiche, ma si risolvono in complessi, ma non complicati, processi cerebrali. Passato e avvenire sono termini spazio-temporali in cui si realizza l'azione del racconto.

Sotto il profilo strutturale, continue analessi arricchiscono la tensione della scrittura, ne accrescono il ritmo, ne intensificano il linguaggio, che è scorrevole ma, assieme, si veste di termini di raffinata polisemia. ...

Antonio D'Elia

I Racconti dell'Incredibile

Racconti come fili che avvolgono la realtà in una ragnatela di stranezze e di rovesciamenti. Sono i racconti dell'incredibile. Finalmente il mondo, le persone, gli animali, le piante e tutte le presenze della terra trovano qui uno spazio talmente <<credibile>> da non sembrare più incredibile. La penna di Patrizia Altomare - penna allora giovanissima ma tutt'altro che acerba - ha la capacità di ribaltare tutto, mettendo le cose sottosopra e regalando al lettore una lente d'ingrandimento speciale. I suoi racconti permettono di osservare la realtà da tante latitudini, sono, infatti, come grandi occhi che di volta in volta cambiano il punto d'osservazione così che il lettore non sa mai quale sarà la prossima mossa. Anzi, è proprio un gioco assai affascinante. Chi entra nelle pagine viene talmente spinto dalla curiosità dei fatti raccontati che li insegue e attende febbrile il colpo di scena successivo. Letture come spiazzamento, come divertimento, come educazione a non fermarsi troppo alla patina che avvolge la vita, ma a cercare un significato nascosto. Un pò come una fanciullesca - e per questo molto seria - caccia al tesoro. E tutto questo non lo sapeva proprio la scrittrice in erba. Che era un'adolescente col pallino della scrittura. I suoi racconti nascono estemporanei come ali di farfalla, parole affidate al vento di piccoli foglietti che nuotano tra libri, quasi coriandoli. Zattere ora ricomposte in un vascello come quello dei pirati che solca i mari e le terre piene di fantasia. Perché l'immaginazione qui è tanto intensa da riempire le storie e ingigantirle come ad entrare nella boccia di un pesciolino rosso. I contorni si dilatano, i colori si confondono, i grandi si fanno piccoli, i piccoli diventano grandi, i cani sanno parlare, le storie si riempiono di strani casi. Capiterà al lettore di imbattersi in Saky, il cagnolino che dal basso guarda e racconta le cose pazze - e belle - che accadono a chi si innamora come la sua padroncina Susy. Ma anche i cani s'innamorano e in un bellissimo gioco di nomi che suonano tra loro e creano una musica vocale la storia diventa quella di Saky che s'innamora di Lusy mentre Susy s'innamora di Nicky e in un quartetto se ne vanno dritti fino all'altare. E che dire della signora che ingannò la morte con un semplice vestito e degli stivaletti rotti di Ileana che sotto sotto nascondono la magia di un miracolo. Cose da non credersi! Eppure sta nell'incredibilità la particolarità di questa scrittura che crea effetti di <<nonsense>> e fa rimanere a bella posta con la bocca aperta come a dire zzma va! Possibile?!>>. Ed è proprio nel farsi queste domande - nel divenire - che il lettore scoprirà l'oggetto misterioso della caccia al tesoro. Nel forziere ci sono sentimenti, le emozioni, le passioni. Che sono talmente tanti disseminati in tutto lo scrivere che alla fine il bagno sarà completo. Ci sono un padre e un figlio che non si sanno parlare e decidono di scriversi ma, incredibile! alla fine i loro fogli saranno identici. Ci sono i vecchi che vogliono riannodare il tempo e portarlo all'indietro e s'imbattono in un'avventura al contrario catapultati nella macchina del passato. C'è il pidocchio di Mario che è l'ultimo suo pensiero e viene braccato come rarità. Cosa incredibile! Ma a pensarci su, non è forse vero che sono sempre di meno quelli capaci di pensare e i pensieri si stanno trasformando in preziosità? C'è la schedina sparita che racconta, tra il serio e il giocoso, dell'incredibile - ma vera! - mania del totocalcio che è la febbre della nostra quotidianità insieme agli oroscopi, alla televisione e alla minacciosa realtà virtuale. E tutto questo sta nei racconti dell'incredibile che sanno dire di noi con gioiosità e sorriso ironico sempre accompagnato da un velo di malinconia. E così c'è il razzismo di un uomo che la scrittrice fa viaggiare all'indietro, di latitudine in latitudine, così da fargli scoprire l'origine della pelle. E c'è il mare che lotta insieme al vento ed al sole contro le patine nere del petrolio che sono mortali. C'è il pacco postale fatto di nodi e nodi che le mani pazienti di una sola donna riusciranno a sciogliere per scoprirvi dentro la vita. Sì, ancora una volta incredibile! Ma non è forse vero che per adottare un bambino ci vuole una dose gigante di pazienza e amore? 

Così, di tappa in tappa per i mari delle cose strane e incredibili, il vascello approda nel cuore. E i pirati che vi saliranno sopra non potranno non trovare il tesoro. Ciascuno il suo! Incredibile?!

Antonietta Cozza

Poesia" è un volume che racchiude tre raccolte di poesie: "Narrare di Vento", "Il diario del castello", "Questa sera guarderò il cielo". Forse sono troppi tre raccolti in un'unica onda, forse si disperderanno i versi nel bianco schiumoso, ma in fondo per questo sono stati presi dai solai dell'umanità e si sono portati sul cammino della vita che nulla sa di ciò che fa scorrere il fiume, che scorrerà comunque fin tanto non avrà raggiunto il significato del suo scorrere. Poi, per un attimo solo, si fermerà sulle ciglia del mare per raccontare del suo viaggio e non gli importerà se le sue parole saranno ascoltate meno del vento, perché il suo cammino gli avrà insegnato che l'essenza è più in alto, là dove i suoi occhi, quelli della poesia e quelli del mare poggiano da sempre lo sguardo.

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