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Flaviano GARRITANO nasce a Bollate (MI) nel 1973. Da molti anni vive a Luzzi e lavora su tutto il territorio calabrese. Dopo aver conseguito il diploma di geometra si è laureato in Economia presso l'Università della Calabria.

Ha una profonda passione per la storia, soprattutto per quella della nostra terra che non sempre troviamo facilmente sui libri. Ha scritto sul giornale universitario "Ora locale"; da circa vent'anni scrive su "Il Veltro della Sambucina"; scrive inoltre su "Calabria" e "Noi nel mondo".

E' vice presidente del direttivo della pro loco di Luzzi "La terra dei Lucij".

Ha preso parte a molti convegni e dibattiti culturali. Il suo lodevole intento è quello di impegnarsi per diffondere la conoscenza della storia dei monaci Cistercensi attraverso la storia dell'Abbazia della Sambucina e di tutte le sue filiazioni sorte nel Regno Normanno.

Mascaro Rosetta

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I seguenti lavori da lui dedicati alla storia di Luzzi sono stati pubblicati su piattaforme online internazionali:​

Quaderno n° 1 - Appunti sulla "ecclesia Sancte Marie Requisite que dicitur de Sambucina";

Quaderno n° 2 - Antiche fontane pubbliche in terra di Luzzi;

Quaderno n° 3 - L'imperatore Carlo V, la sua visita a Cosenza e l'omaggio all'abbazia della Sambucina;

Quaderno n° 4 - La Madonna della Sanità in luzzi. Storia di un'apparizione Mariana;

Quaderno n° 5 - La Ginestra ( a Jinostra);

Quaderno n° 6 - Don Domenico Coppa - Monografia su Luzzi  (Flaviano Garritano - Camillo D'Orrico);

Quaderno n° 7 - Luzzi e il suo centro storico  (Camillo D'Orrico - Flaviano Garritano);

Quaderno n° 8 - Estratto della presentazione di un libro su Gioacchino abate di Fiore

Quaderno n° 9 - Istituto San Antonio di Luzzi

Quaderno n° 10 - I mulini ad acqua - Una ricerca nella media val di Crati.

Quaderno n° 11 - Platea dei beni della chiesa di san Giuseppe nella terra di Luzzi e della cappella di santa Aurelia​

Quaderno n° 12 - Atti del convegno: Parole in conserva: "O briganti o migranti"

Quaderno n° 13 - SERRA SAN BRUNO E LA CERTOSA. "Un paese dove si dovrebbe sostare" 

Quaderno n° 15 - Ricordare il passato per vivere il presente! (Un percorso storico tra fede, superstizioni e verità sui terremoti in Calabria)

Quaderno n° 16 - Le stazioni di posta ai tempi dei briganti e delle diligenze (Alcuni esempi in val di Crati lungo la cosiddetta via Popilia)

Quaderno n° 17 - Il culto dell'Immacolata a Luzzi

Quaderno n° 18 - L'ARCHIVIO COMUNALE DI LUZZI E LA SUA PRIMA BIBLIOTECA POPOLARE

LUZZI E IL SUO CENTRO STORICO: Un antico borgo della val di Crati di FLAVIANO GARRITANO (Autore), CAMILLO D'ORRICO (Autore)

Il Natale in Calabria. Riti e tradizioni di un paese calabrese agli inizi del novecento. di Flaviano Garritano (Autore)

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INTRODUZIONE

 

Il Natale che stiamo per festeggiare per molti sarà diverso a causa del virus che impedisce di stare vicini, insieme. Non si faranno le grandi tavolate imbandite con i piatti tradizionali del Natale ma ognuno dovrà festeggiarlo con pochi familiari poiché il virus si diffonde facilmente. Anche la santa messa della sera della Vigilia sarà anticipata per rispettare le norme sul contenimento della diffusione del virus. Sarà un Natale non come gli altri, come siamo stati abituati, ma ciò non toglie che per ogni cristiano rappresenta la festa più bella, quella che tutti aspettiamo. Non è la prima volta che il Natale ricade in periodi tristi per l'umanità e proprio per questo ho voluto riprendere in questo opuscolo un articolo1 di Antonio Julia scritto proprio dopo il terribile terremoto del 7 e 8 settembre 1905 dove tante famiglie hanno perso i loro cari insieme alle loro case. Il Julia scriveva che fu un anno di tristezza per la nostra Calabria ...e quei poveretti non vedevano avvicinarsi certo con letizia la festa ma nonostante ciò, con le mura diroccate della chiesa, si celebrarono le tradizionali cerimonie e si cantarono le antiche canzoni popolari. Belle sono le parole del Julia quando scrive che ben venga il Natale che fin dai tempi più remoti il popolo consacra il suo affetto, e tra i rigori del verno fa spuntare il fiore della bontà...Parole di speranza mentre il popolo soffriva il freddo, il gelo e la fame; e solo con l'aiuto e la carità di chi aveva un pezzo di pane in più si riuscì a sopravvivere. Oggi abbiamo raggiunto una qualità della vita che ci fa dimenticare tante sofferenze che i nostri nonni hanno vissuto, siamo più egoisti e si pensa molto di più al materiale. Abbiamo perso di vista l'umiltà. Toccanti sono le parole del Julia quando scrive che ognuno lavora, ognuno si affatica per mettere da parte un po' di denaro e passare, così, allegramente le feste, per non fare mancare nulla dei piatti tradizionali delle feste: olio, farina, miele, noci, baccalà, ecc.; cose che oggi abbiamo tutti i giorni sulla tavola ed a cui diamo poco valore.

1 Julia Antonio, Il Natale in Calabria, in II Secolo XX, Gennaio 1906, Anno V, N. 1, Milano, Fratelli Treves editori.

Alcune foto sull'Abbazia cistercense Santa Maria della Sambucina- sec.XII. Luzzi (cs)

Seminari sul brigantaggio _ Pro loco "la terra dei Lucij" - Luzzi

Arrangiatevi – Storia di un reduce di guerra

E’ il racconto di una vicenda custodita nella memoria di un reduce di guerra e ricca di particolari.
In esso si riflette la situazione in cui si trovarono migliaia di soldati lasciati allo sbando per una cattiva gestione dell’armistizio e della politica dei regnanti che miravano a difendere le loro sorti prima che quelle del Paese.
A questo lavoro si deve il merito di riaccendere l’attenzione sulla vicenda non solo dei reduci luzzesi, ma di tutti quei soldati che hanno offerto la vita per la Patria e per tutti quelli per i quali la guerra non è mai finita poichè hanno dovuto convivere, per il resto della loro esistenza, con amputazioni fisiche oltre che spirituali.
Con questo interessante libro si vuole trasmette ai giovani il compito di riscoprire e tramandare il nostro passato vissuto dai nostri antenati che hanno immolato se stessi per consegnarci una Terra e un futuro migliore.

Edito da: Pubblisfera, Viale della Repubblica, 254 - 87055, San Giovanni in Fiore (CS) 

PREFAZIONE

Quando i ricchi si fanno la guerra,

sono i poveri a morire.

Jean Paul Sartre

 

di Salvatore CORCHIOLA

     Mi piace iniziare questo mio scritto dicendo subito che ho apprezzato molto l’intendo di Flaviano Garritano e di Camillo D’Orrico, i quali hanno voluto offrirci una interessante testimonianza. Una vicenda, una storia narrata con linguaggio semplice e sobrio, imperniata su un’avventura, custodita nella memoria di un reduce di guerra, ricca di particolari, e che non è esagerato definire memorialistica.

     Una vicenda narrata attraverso le parole “vive” del protagonista, che rievoca, con emozioni e lucidità , la sua esperienza di guerra. Un racconto in prima persona, quasi un diario in cui egli rivive quei momenti: le sue apprensioni e le difficoltà incontrate.

     Il filo della narrazione è fedelissimo a tutto quel carico di esperienze e di prove, che formano e insegnano a trovare la forza morale nelle miserie del vivere.

     Il volume si articola sostanzialmente in due parti, storicamente definite, appartenenti ad una stessa sfera temporale. E che sia un lavoro semplice nella concezione e nel contenuto è cosa che si respira in tutto il racconto.

     Pagina dopo pagina si ha modo di percepire e vedere come sfilano sotto i nostri occhi le giornate di stenti e di privazioni del soldato calabrese, Agostino Garritano, che racconta l’avventura di guerra e il suo lungo viaggio a piedi verso casa. Una figura che suscita sentimento di comprensione e desta anche ammirazione.

     Alita fra le righe un rinnovato sentire di una storia ascoltata chissà quante volte dal nipote del protagonista, e che vuol far rivivere al lettore. Si direbbe che il personaggio del racconto filtri le proprie esperienze, che continuano a rivivere in lui, dove sentimenti e sofferenze sono sempre presenti. Colpisce la sensibilità del suo dire, oltre che quel far sentire le cose.

     Direbbe Italo Calvino: “Questa concretezza del [suo] raccontare, questo far sempre sentire le cose e le persone viventi”.

     La seconda sezione di questo lavoro si allinea alla prima con una descrizione vivida ed efficace, come se si accostasse una conchiglia all’ orecchio, cercando di percepire la voce del tempo – in un momento della fine del secondo conflitto mondiale – e che diventa parte integrante di una storia che si riconduce agli eventi raccontati.

     Notazioni che in un certo senso ci fanno prendere coscienza – sempre più distratti come siamo, a volte indifferenti – di alcuni momenti storici dei nostri antenati, che il più delle volte hanno segnato anche i nostri destini. Da tutto traspare quella forza di chi, pur trovandosi nelle difficoltà quotidiane e nel dramma della guerra, riesce a trovare quella calma serena dei forti, che impara a conoscere e a rispettare la vita! “Alla fine vi sarà il risveglio delle coscienze,  aperte ormai a ogni esigenza di libertà e di giustizia sociale”. Valori che non si misurano col metro del coraggio, ma con l’incrollabile determinazione e la speranza di sapere accettare le sfide del domani, che si ripresentano nel tempo, sotto altra veste. Una storia che va letta e compresa con gli occhi di allora!

Febbraio 2017      

Arrangiatevi! Storia di un reduce di guerra.

Presentazione creata in occasione della presentazione del libro dalla classe III B del liceo di Luzzi.

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