Ottavio Cavalcanti
- Laurea in Giurisprudenza conseguita nell’Università degli Studi di Roma.
- Ordinario di Storia e Filosofia nei Licei e negli Istituti superiori.
- Ordinario di Etnologia, poi di Storia delle tradizioni popolari c/o Facoltà di
Lettere e Filosofia nell’UNICAL.
- Direttore per un ventennio del Centro Interdipartimentale di documentazione
demo-antropologica e Presidente dei Corsi di laurea in Storia (triennale) e
Scienze storiche (specialistica) nello stesso Ateneo.
- Vice Presidente dell’Associazione Nazionale dei Musei Italiani.
- Ha progettato, allestito e diretto il Museo Civico di Rende (CS); ha realizzato
in équipe, il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara.
- Ha svolto ricerche in Italia e all’Estero (Francia, Grecia, Polonia, Romania,
Spagna, ecc.); ha realizzato documentari scientifici in Italia e all’estero
(Francia, Grecia, Spagna); ha tenuto Seminari e Conferenze in Italia e
all’estero (Spagna, Svizzera, Turchia); ha partecipato, con relazioni a
Convegni e Congressi in Italia e all’estero (Argentina, Cuba, ecc.); ha
collaborato e collabora con quotidiani e periodici.
- Tra le numerose pubblicazioni ricordiamo: Conocchie di Calabria; Ori antichi di Calabria; Ori e Argenti del Sud, gioielli in Basilicata; Il materiale il corporeo il simbolico; Cibo dei vivi, cibo dei morti, cibo di Dio; La cultura subalterna in Calabria, voll. I e II; L’istantanea e la posa; Terra, acqua, mani, fuoco; Il brigante di carta e parole; Di fango, di paglia …; Appunti di viaggio di un antropologo itinerante.
L' istantanea e la posa. Ottavio Alfano. Fotografie 1909-1952
di Ottavio Cavalcanti
Editore: Rubbettino
Collana: Saggi e documenti
Anno edizione: 2010
In commercio dal: 30/09/2010
Pagine: 297 p., ill. , Rilegato
Ottavio Alfano era un maestro di scuola elementare nel paesino di Luzzi, sulla Sila, agli inizi del Novecento. Quindi la Storia si è dimenticata di lui, se mai ne ha avuto notizia. Ma lui non si dimenticò della Storia. Di antica famiglia, mazziniano e massone, positivista e modernista, colto e un po' dandy (così almeno, elegante e blasé, tenne a mostrarsi nei suoi autoritratti giovanili), era l'incarnazione tipologica perfetta del piccolo intellettuale meridionale dell'età giolittiana. Incontrò la fotografia per caso, da studente, e non ne seppe mai fare un uso sofisticato: le seicento immagini che ci ha lasciato sono spesso sfocate, mosse, mal composte. Dunque anche la Storia della fotografia, almeno quella un po' supponente e elitaria che conosciamo, non si è occupata di lui.
Lo ha fatto un suo concittadino di oggi, Ottavio Cavalcanti, docente di Storia delle tradizioni popolari all'Università della Calabria (dunque, e non per caso, uno studioso di cultura materiale), raccogliendo quell'album e disponendolo con intelligenza sullo sfondo della vicenda nazionale, in un volume dal titolo L'istantanea e la posa (Rubbettino editore) che è un piccolo miracolo di storiografia fotografica vera, una microstoria preziosa, che ci dice mille cose sul ruolo che la fotografia come strumento tecnico riuscì a svolgere davvero, nelle pieghe più nascoste della società italiana.
Alfano fu un fotoamatore di un genere molto particolare, uno di quei notabili, borghesi o aristocratici, che nel Sud dell'Italia ancora disunita sentirono in qualche modo il richiamo della modernità e il dovere di portarvi dentro la propria comunità ancora arcaica e senza tempo, e colsero al volo l'opportunità tecnologica che dava loro la nuova pratica della fotografia per offrire (scrive un'attenta lettrice di immagini come Marina Miraglia nell'introduzione) "la propria sofferta testimonianza umana della crisi di quel mondo".
Non è così facile trovare studiosi, e libri, che riescano a recuperare micro-tesori storiografici e culturali come questo senza cadere nel vernacolare nostalgico delle pubblicazioni di paese coi titoli nostalgici, la prefazione del sindaco (c'è anche qui, ma non fa danni), e le fotografie virate nell'insopportabile e incongruo color seppia. Ho già scritto più volte che l'eredità dei fotografi di paese dovrebbe essere messa al sicuro, ma non sempre i modi sono quelli appropriati. Questo è un esempio da seguire.
Alla presentazione del libro "L'istantanea e la Posa"
del prof. Ottavio Cavalcanti.
Dicembre 2010
Da sinistra:
Prof. Vincenzo Rizzuto, Prof. Salvatore Corchiola, Prof. Antonio La Marca,
Prof. Ottavio Cavalcanti, Dott. Manfredo Tedesco.
Altri libri di Ottavio Cavalcanti
Ottavio Cavalcanti, Angela Cavalcanti
Sapori Odori Colori di Calabria
La Calabria fino ad alcuni decenni addietro sembrava priva di un patrimonio gastronomico tradizionale, solo perché nessuno se ne era convenientemente occupato. Ottavio Cavalcanti, che ha iniziato da tempo una vera e propria operazione di scavo, tesa alla riscoperta ed alla riproposizione di ricette non solo popolari, offre con questo volume il frutto delle “novità” degli ultimi tempi e rende, nel contempo, giustizia ai ristoranti più significativi della regione (spesso immotivatamente trascurati dalla stampa specialistica) e alle loro ricette. Sapori, colori, odori: una panoramica affascinante che conquista in tutti i sensi; una felice sintesi della cucina di Calabria nuova ed antica.
Del mangiar simboli
L’alimentazione è una sorta di specchio nel quale si riflette tutta intera la cultura, non solo religiosa, dei diversi gruppi umani.
La simbologia è dominante in Calabria nella preparazione dei cibi, nella scelta degli ingredienti, nelle morfologie e nei consumi, in stretto connubio con credenze e tecniche inserite nell’ambito della magia simpatica fondata sulla legge della similarità.
La cultura subalterna in Calabria - Profilo storico degli studi
di Ottavio Cavalcanti | Editore: Edizioni Il Coscile
"Può avere senso - un senso che trascende eventuali velleità di autocompiacimento locale - una riflessione sulla ricerca demo-antropologica in una regione? Oggi che la ricerca scientifica si svolge - né può non svolgersi - a livello planetario, interrogarsi su una vicenda regionale non è testimonianza di una vocazione della scienza demo-antropologica all'attardamento, segno e prova di una sua <<oggettiva>> collocazione marginale e subalterna?
Non si rischia, così, di potenziare la proliferazione di storie locali? Interrogativi, questi, che val la pena porsi ed esplicare, perché ci rendiamo avvertiti dei possibili rischi intellettuali di iniziative siffatte. Occorre però vedere come ci si interroga sui tratti di una vicenda scientifica delimitata territorialmente, perché ci si interroga; occorre tentare di comprendere come, da parte demologica, è stato interrogato, oltre che il presente, il passato; perché lo si è interrogato.
E' necessario preliminarmente sottrarsi alla tentazione giudiziaria; spesso ci si è rivolti al passato per esaltare acriticamente o per, non meno acriticamente, liquidarle.
Nell'uno e nell'altro caso restiamo lontani dal piano della comprensione, per raggiungere la quale occorre indagare a fondo le ragioni che hanno spinto alla ricerca demologica".
Luigi M. Lombardi Satriani
Conocchie di Calabria / Ottavio Cavalcanti ; introduzione di L. M. Lombardi Satriani
Gli incontri non nascono mai per caso.
L’idea per questo ciclo di Xilografie nasce dall’incontro con il Prof. Ottavio Cavalcanti relatore in occasione di una manifestazione sui mostaccioli per la quale avevo realizzato una serie di xilografie e di fusioni in argento. Tornato a casa avevo ripreso il libro "Conocchie di Calabria", da Lui scritto, che custodivo gelosamente da un decennio. Mi aveva colpito la bellezza dei segni di quegli anonimi scultori, la forza espressiva data dalla tecnica dell’intaglio primitivo con la lama di un coltello e dall’immagine pura che inconsciamente il pastore artista aveva espresso con segni arcaici.
Come spesso accade le cose più vere si scoprono in quelle più semplici.
Antonio La Gamba
Il volume ''Dalle sponde de il Quotidiano" è un libro colto. Mai - si può dire - l'evento che giustifica l'intervento dell'Autore viene interpretato con categorie giornalistiche tradizionali, pur note ed inseguite. Al contrario, nella presentazione di ogni singolo evento, c'è sempre una citazione, un richiamo culturale, che spazia dagli antichi latini ai greci, dalla letteratura francese a quella inglese, dalla filosofia politica fino ai contemporanei, esperti nei vari saperi. l'approccio alla realtà quotidiana, dunque, ci è offerta dall'Autore in modo - per così dire - trasfigurata dall'angolo visuale colto dello studioso, del demo-antropologo. l'esito che ne risulterà non sarà più quello di una mera descrizione dell'evento, di volta in volta oggetto di commento, quanto piuttosto una rilettura dell'evento stesso in un'ottica che diviene antropologica, filosofica, morale. Con ciò , il fatto cessa di essere cronaca per divenire altro. In questo l'Autore smette di essere un giornalista, freddo analista dell'evento, trasformandosi in ciò che egli è professionalmente: un lettore dei fatti vincolato a categorie analitiche debitrici della cultura e della metodologia di osservazione demo-antropologica".dalla prefazione di Silvio Gambino)
Appunti di viaggio di un antropologo itinerante: Il volume raccoglie scritti, talora già editi, soprattutto, non esclusivamente, sulle pagine de: "il Quotidiano" e altri inediti, frutto di ricerche partecipate portate avanti negli ultimissimi tempi. l'esigenza di appuntare osservazioni e riflessioni rientra nella logica di evitare - come si dice nell'introduzione - o frenare, a titolo aggiuntivo, la temuta ostruzione dei varchi della memoria, dal momento che "labitur occulte fallitque volubilis aetas", scivola di nascosto e fugge il tempo che vola. Ad appunti scritti corrispondono altri visuali compresi tra l'istantanea e la posa, talora compiaciuta, di chi avverte d'essere nel mirino dell'obiettivo.
Tonno e pescespada. Storia e gastronomia: L'enorme, crescente successo del tonno, non a caso associato al maiale del quale - com'è noto - "non si butta niente", ha origini antiche e documentate, così come le tecniche di pesca e conservazione che ne hanno favorito la presenza sulle mense, salato e/o affumicato, già prima della versione in scatola Documentate, sin dalla più remota antichità, anche le tecniche di cattura del pesce spada, inquadrabili in una dimensione non esageratamente mitica nel contesto mediterraneo
Le "strine" atipiche di Lago
Collana: Saggi e documenti del CIDD dell'Università della Calabria
Canti augurali, laudativi e di questua, le "strine", eseguite prevalentemente, non esclusivamente, nel periodo natalizio in Calabria, ma anche in altre regioni italiane, in alcuni Paesi europei. Quelle di Lago, comune della provincia cosentina, presentano caratteristiche del tutto originali per la varietà dei temi, che spaziano dalla dimensione politica a quella esistenziale; dalla contestazione alla denunzia e protesta; dalal critica sociale al moralismo; dalla nostalgia del tempo passato alla speranza di cambiamenti epocali, ecc. Il saggio consta di una parte analitica, delicata, tra l'altro, alla descrizione dell'ambito socio-culturale, di un'altra, antologica, che propone tutti i canti rinvenuti nel corso di una ricerca condotaa dall'autore per più anni.
Collezioni e raccolte. Mostre musei demoantropologici in Calabria
Ottavio Cavalcanti, Rosario Chimirri
Il volume, oltre alcuni saggi introduttivi sulla storia delle istituzioni museali in Calabria, documenta, mediante schede e una ricca rilevazione iconografica, la situazione attuale, caratterizzata da iniziative che spaziano dalla dimensione scientifica a quella amatoriale. Il tutto concreta l’offerta di un vasto, suggestivo panorama della cultura materiale, contribuendo alla sua tutela e salvaguardia.
Guida ai ristoranti di Calabria
Ottavio Cavalcanti, Gianfranco Manfredi
La guida ai ristoranti calabresi è la prima vera guida alla ristorazione regionale. L'opera propone nuovi sapori, nuovi prodotti, nuovi luoghi da scoprire. 130 schede di ristoranti, trattorie, wine bar, osterie e pizzerie, 500 segnalazioni di locali, luoghi del gusto, sfiziosità e ghiottonerie, cantine e spacci aziendali, locande ed enoteche nelle cinque province calabresi. Il volume ha l'obiettivo di dare notizie, consigli e avvertenze utili affinché sia possibile scegliere consapevolmente dove fermarsi per pranzo o per cena. Ogni capitolo, uno per provincia, si apre con una presentazione storica, artistica e territoriale e si chiude con gli Itinerari del Gusto, i Santuari di Bacco e con le Vie dell'Olio, percorsi inediti che suggeriscono indirizzi e specialità da non perdere.
Il brigante di carta e parole
Saggi di antropologia culturale
Il volume prende titolo da uno dei capitoli, in cui si articola, non casualmente, ma emblematicamente scelto per la sua carica contestatrice di luoghi comuni. È scandito in sezioni: Di sesso e gioco, Calabria & Calabresi; Arbëreshë, Di cibo e bevande, a testimonianza di temi, figuranti nelle ricerche e nelle riflessioni dell’autore, trattati in Convegni e opere collettanee, ora proposti con ulteriori considerazioni, non esclusivamente supplementari. Argomenti d’ordine generale si legano ad altri settoriali in una trama di rapporti, che dicono di una tensione conoscitiva e interpretativa protratta nel tempo. Tesi paradossali, nel senso etimologicamente corretto del termine, si alternano a sondaggi in più direzioni, il tutto in virtù di un proficuo, non nuovo perchè sperimentato, ricorso a canoni ermeneutici d’ordine storico-antropologico.
Terra, acqua, mani, fuoco
Ceramica popolare in Calabria
Tra le produzioni più significative, nell’ambito della cultura materiale, figura la ceramica, nella quale è possibile rinvenire diverse funzioni, da quella d’uso all’estetica, dalla simbolica alla documentaria, ecc. A ciò si aggiungano le non sorprendenti analogie strutturali tra vaso e corpo umano, se si tiene presente che Adamo deriva etimologicamente da “adamah”, argilla, la materia utilizzata per plasmarlo, e che la prima coppa – ritenevano i Greci – era stata modellata sul seno di Eva. Per questo – come è stato felicemente sostenuto – più che le case in cui l’uomo abita, più che le armi con cui combatte, più che qualsiasi altro utensile o gioiello la ceramica ha uno stretto legame con la collettività che la crea e l’adopera, riflette anzi la sua personalità molto più fedelmente di qualsiasi espressione materiale della cultura di un popolo. “La Calabria – sostiene Renato Peroni – è la prima regione della penisola in cui furono introdotti l’uso del tornio da vasaio, la cottura in forni ad alta temperatura di vasi di argilla depurata con decorazione dipinta, la lavorazione del ferro”. Il volume affronta per la prima volta il tema della ceramica popolare in ottica storico-antropologica, evidenziando usi e costumi connessi alla produzione e all’uso; elenca tutti i centri ceramici, a partire dalla più remota antichità; propone la complessa trama delle denominazioni dialettali; offre un variegato, sorprendente mosaico delle tipologie corredato dalle necessarie didascalie.
Calabria golosa
200 ricette di cucina tradizionale
Il volume veicola le ricette raccolte dall'autore nell'ultimo decennio su tutto il territorio regionale. Fanno fede di un patrimonio gastronomico di straordinario interesse e consistenza, dal quale trarre ispirazione per i piaceri quotidiani della gola. Gli ingredienti indicati per le singole ricette sono di facile reperimento; le preparazioni improntate alla semplicità delle esecuzioni.
Il tutto all'insegna dei versi dell'Ecclesiaste:
«E io lodo il piacere
L'unico bene che l'uomo ha sotto il sole
È mangiare bere godere»
Cibo dei vivi Cibo dei morti Cibo di Dio
Collana: Saggi e documenti del CIDD dell'Università della Calabria
1995, pp 154
Rubbettino Editore, Enogastronomia
Ottavio Cavalcanti, Rosario Chimirri
di fango, di paglia...
Architettura in terra cruda in Calabria
Collana: Saggi e documenti del CIDD dell'Università della Calabria
Il saggio, caratterizzato da una felice sintesi tra diversi aspetti culturali, offre gli strumenti per la salvaguardia di un particolarissimo patrimonio edilizio (costruito, per esempio, in terra cruda mista a paglia), altrimenti destinato alla scomparsa. Un patrimonio che, paradossalmente, è di grande attualità. A questo proposito gli autori fanno riferimento ad un quartiere francese, nei pressi di Lione, costruito nel citato modo.
La cultura subalterna in Calabria (1981 - 1998)
Storia degli studi e bibliografia
Collana: Il presente e la memoria
Questo volume nasce dall'interesse crescente nei confronti della cultura subalterna in Calabria nonché dalla ricchezza dei contributi saggistici, discografici e filmici e dalle riflessioni sul dibattito teorico-metodologico dell'ultimo quarto di secolo. La Calabria risulta, da questo lavoro, l'unica regione italiana dotata di uno straordinario strumento storico-bibliografico ai fini della conoscenza della cultura popolare e subalterna.
Eduardo Fiore
Un pittore meridionale tra ispirazione religiosa e sguardo antropologico
Il catalogo delle opere più significative del pittore calabrese, noto esponente della“Scuola di Cortale”.
Cervicati
Contributi di Leonardo R. Alario, Francesco Altimari, Rosario Chimirri, Vincenzo La Vena
Il saggio è il risultato di una ricerca sviluppatasi nell'arco di un quinquennio sulla storia e la cultura, nella sua accezione antropologica, del paese di Cervicati. I temi affrontati spaziano dalla storia all'urbanistica, all'architettura, agli interni delle case; dal folklore all'abbigliamento; dalla festa di San Rocco alla musica e alla linguistica. Per portare a compimento il progetto, è stato necessario consultare fonti archivistiche e iconografiche, nonché materiali vari, esistenti in collezioni private, messi generosamente a disposizione dai proprietari. Si tratta, in conclusione, di uno studio di comunità che consente, tra l'altro, di cogliere plateali differenze teorico metodologiche tra l'abituale approccio alla materia di tanti intellettuali periferici, non solo in senso geografico, e l'altro, scientificamente fondato, di agguerriti ricercatori.
Re, maghi, briganti, poveri, fate...
Fiabe e racconti di Calabria
Il libro è una singolare raccolta di fiabe e racconti della tradizione popolare calabrese, in dialetto e in un'efficace traduzione italiana. Illustrato da noti pittori contemporanei, fra cui Ernesto Treccani, Remo Brindisi, Angelo Canevari, presenta un'articolazione per provincie non ignorando, tuttavia, le comunità albanesi, grecaniche e occitane.
Ori antichi di Calabria: Segni, Simboli, Funzione di Ottavio Cavalcanti, è un libro che racconta e descrive il ruolo dei costumi e degli ornamenti che occupano uno spazio importante nella vita degli abitanti, in apparente contrasto con la semplicità e la povertà dei luoghi.
L’autore esplora quell’universo simbolico in cui
“Il corpo-vetrina rivela così una serie di dati personali e di gruppo e alle esigenze di ordine estetico si sposano motivazioni di ordine magico-profilattico-terapeutico, nonché economico-sociale. Il tutto in un territorio culturale di confine sul quale domina, mediando, l’orafo”.
Per documentare il lavoro di ricerca storica, il libro è arricchito da molte fotografie di gioielli o che riportano immagini di donne e di intere famiglie, ritratte nelle foto d’epoca, quando si andava tutti insieme a farsi immortalare e, per l’occasione, si indossavano gli abiti della festa e i gioielli più preziosi.
Sono riportati anche documenti ritrovati negli archivi, provenienti dai monti dei pegni, e copie di altri documenti. Molta della produzione orafa antica è andata perduta perché, con il mutare del gusto, o per cancellare i segni di un passato povero, in epoca moderna sono stati fusi i gioielli antichi per integrare l’oro a bassa caratura con i carati necessari a raggiungere gli agognati diciotto.
Eppure, nonostante la povertà, in Calabria doveva esserci una grande disponibilità di gioielli, come attestato dalla Mostra di Etnografia Italiana tenutasi a Roma nel 1911 in occasione dei festeggiamenti del cinquantenario dell’Unità d’Italia, durante la quale fecero bella mostra di sé oggetti d’arte acquistati in Calabria ed esposti, con gli altri, al Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari. Rileva Ottavio Cavalcanti:
“A situazioni di modesta disponibilità pecuniaria corrispondono talvolta massicce (quantitativamente) acquisizioni di beni voluttuari; a situazioni di benessere, caduta verticale della domanda. Tutto ciò non soltanto nei secoli XIX e XX, ma presumibilmente anche nei precedenti”.
L’oro, come ornamento soprattutto femminile, è segno di dignità e prestigio sociale, dà più valore al corpo, definito quale luogo magico, sacro, simbolico. Ad esso si accompagnano pietre preziose, ma anche smalti, conchiglie decorate in cammei, paste vitree, coralli e reliquie.
E Ottavio Cavalcanti, dimostra che i suoi studi, “attraverso testi che abitualmente non si consultano dagli studiosi di storia dell’arte, come l’agiografia, poi ancora alcune osservazioni fatte in vari luoghi ed a diverse riprese, conducono a questa nuova definitiva conclusione: in ogni epoca, anche in Calabria, sono esistite scuole orafe autonome, influenzate dalle più diverse correnti. Un tragico destino ha pesato su tutta la regione, facendo sparire una ingente testimonianza di tali attività”.
Un libro che documenta ed illustra in maniera ampia e articolata il valore e il significato dell’oro e dei gioielli nella cultura calabrese, colmando un vuoto importante che consente di conoscere meglio la storia regionale.
Ori e argenti del Sud.
Gioielli in Basilicata
Di fango, di paglia... Architettura in terra cruda in Calabria
Sciabaca Festival 2017 - Tavole mediterranee. Scorribande storico geografiche con Ottavio Cavalcanti