La Cittadella della Carità di Claudio Cortese
Consulenza archivistica di Camillo D'Orrico
Foto Luigi Calderaro.
Si è conclusa con la partecipazione di un folto pubblico , la presentazione del libro di Claudio Cortese con la consulenza archivistica di Camillo D'Orrico
La Pro Loco la terra dei Lucij ha partecipato con particolare interesse all'evento perché riconosce nell'Istituto di Sant'Antonio e delle Piccole Suore Operaie un centro di aggregazione non solo religioso, quanto anche sociale sul territorio di Luzzi.
Sono più di cento anni che le Piccole Suore Operaie dedicano in tutto il mondo la loro missione alla diffusione della carità, della solidarietà, dell'accoglienza, dell'integrazione e della fede religiosa.
Enzo Garofalo
Chiesa di Sant'Antonio, fondata insieme all'annesso convento dei Cappuccini nel 1600.
All'interno si possono ammirare pregevoli opere d'arte del Sei-Settecento.
PRESENTAZIONE
Due sono i rischi di chi scrive di storia locale: smarrirsi nei particolari di una narrazione periferica oppure far assurgere un punto a "ombelico del mondo". Il lavoro di Claudio Cortese evita entrambe le trappole, fondando la trattazione su documentate fonti storiche, senza facili agiografie. Il suo è un racconto, parafrasando San Giovanni Paolo II, di come il quotidiano sia diventato eroico e l'eroico, quotidiano. Un secolo di vita, fatti, edificazioni, persone, uniti dall'esperienza di una fede capace di diventare cultura (ancora il Papa polacco) e quindi storia. Cortese in questo viaggio, destinazione Luzzi, parte dal si di Maria, incarnato da due consacrati di Acri: il Beato Francesco Maria Graco e la Serva di Dio Maria Teresa De Vincenti.
Fondatore delle Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori.
La Serva di Dio Suor Maria Teresa De Vincenti
Fondatrice delle Piccole Operaie dei Sacri Cuori.
Prima di entrare nel cuore della vicenda, siamo condotti a comprendere come ogni azione sia innanzitutto l’effetto di una intenzione. Infatti, la fecondità del Carisma che ha generato la famiglia delle Piccole Operaie dei Sacri Cuori, non è altro che la documentazione dell’assioma di Santa Teresa del Bambino Gesù: “Solo Gesù è tutto, il resto non è”. In sintonia con questo pensiero, diceva la Madre De Vincenti: “Signore, se voi non la volete quest’Opera, distruggetela pure sotto gli occhi miei”. Ecco il segreto offerto a ognuno: fuori dal rapporto con Dio, tutto inaridisce mentre al contrario, rimanendo nella sua compagnia, ogni cosa è trasfigurata: da fragile e umana diventa segno dell’Eterno. Parlando ancora della Cofondatrice, sottolinea Cortese: “Per lei il dolore era una folata di vento che apriva una finestra chiusa, per mostrare alla sua anima il Crocifisso e il Paradiso”. I primi capitoli del libro ci avvertono con passione che l’azione scaturisce sempre dalla contemplazione, dalla gratitudine per la predilezione di Dio che però sceglie alcuni perché questi raggiungano tutti. Perciò Monsignor Francesco Maria Greco e le sue figlie spirituali diventano “Carmelitane della strada”, profondendo un impegno che non scade mai nella filantropia e nel gloriarsi della propria coerenza. Le regole per i Santi non servono per raggiungere una astratta perfezione etica ma per “farsi tutto a tutti” e “per lucrare tutti a Gesù Cristo”. Con questo cuore, le Piccole Operaie, un secolo fa arrivano a Luzzi e come ricorda Cortese, la loro “operosità caritativa si intensificò soprattutto nel periodo bellico”, ospitando “numerose orfanelle” dai paesi della provincia. Cortese, a questo punto della narrazione, ci regale un volto, una vita da guardare più che da comprendere, perché la carità stride sempre con le logiche del mondo: quello di Suor Elena Groccia, “dal grande cuore donato e donante”, per dirla con il compianto Walter Trignani, che “apriva sempre la porta davanti a sé, perché pensava che Dio ci precede” e ci attende. Sempre. La forza prorompente di questa suora non consisteva solo nell’efficacia dell’azione di bene ma nell’immedesimarsi nell’altro, facendo proprio il bisogno incontrato. Una logica di vita analoga a quella di Santa Teresa di Calcutta che richiamava le proprie consorelle ad essere niente perché possiedono il Tutto! La fede muove la storia piccola e quella grande in quanto fa muovere non per un’ansia e un’inquietudine ma primariamente per la gratitudine di una sovrabbondanza d’amore, quella dei Sacri Cuori. Cortese ci presenta un secolo di vita luzzese alla luce dei frutti di una fede mai intimistica ma sempre giocata nella condivisione. Non a caso, alla morte di Suor Elena, “Luzzi piange una mamma volata in Cielo”, come ricorda nell’occasione, un altro caro tassello di questo mosaico del Signore, Suor Immacolata Di Marco. La maternità delle figlie di Francesco Maria Greco è riconosciuta da tutti, perché le Suore fanno sempre un passo indietro perché emerge l’opera di un Altro. Diceva di continuo suor Elena che “è tutta Tua la Gloria, O Signore”, riprendendo lo splendido adagio del Salmo 113: “Non a noi Signore, non a noi, ma al Tuo nome dà Gloria”. L’Autore vuole dirci con la passione della fede e il rigore della ricerca storica che la generatività del Greco e della De Vincenti, in comunione con i propri figli spirituali, è spiegabile solo a partire da questa santa consapevolezza. In questa ottica possiamo leggere i documenti dell’Archivio comunale raccolti da Claudio Cortese, documenti che testimoniano potentemente l’Opera delle Piccole Operaie dei Sacri Cuori, “ripescati tra l’abbandono e la polvere devastante”. Ecco in definitiva lo scopo di questo libro, offrire un esercizio della Memoria, perché siamo l’effetto di ciò che ci ha preceduto. In altre parole, vuole dirci Cortese, siamo figli di una Storia più grande di noi, iniziata oltre venti secoli fa con il fiat di una ragazzina di quindici anni, la Santa Vergine, che misteriosamente ha investito la vita di sterminate generazioni fino a raggiungere anche noi, attraverso un prete di Acri, il cui carisma continua a vivere anche ora nelle mani delle sue figlie e dei suoi figli spirituali. Leggere questo libro, perciò, sarà come leggere molto di ciascuno di noi.
Leonardo Spataro
Suor Giancarla Dima
Superiora Generale
PREMESSA
Siano amati i Sacri Cuori
Ringrazio di cuore l’aggregato laico del nostro Istituto, Claudio Cortese, per aver voluto esprimere la sua gratitudine verso noi Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori, nel centenario della nostra presenza a Luzzi, con la bella iniziativa della pubblicazione di questo libro. Con esso ha voluto ricordare il momento dell’apertura dell’Istituto Sant’Antonio e le opere che in esso si sono svolte e si svolgono, a favore della popolazione luzzese.
E’ stato questo un modo per rendere gloria ai Sacri Cuori per quanto hanno permesso di realizzare in questo paese, attraverso deboli e fragili creature, quali sono stati sia i nostri Fondatori che le suore che sono state mandate a svolgere qui il loro apostolato.
Cento anni di presenza e di opere non sono pochi, cento anni sono cento anni!
Mi è venuto da pensare spesso a quel gruppo di suore che vennero mandate per la prima volta a Luzzi, dall’allora Arciprete di Acri e fondatore delle Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori e oggi, Beato Francesco Maria Greco. Trovarono un povero convento, non abitato da tanti anni, perché abbandonato dai frati Cappuccini, e quanti sacrifici dovettero sicuramente affrontare per accogliervi i tanti bambini orfani di guerra che scorazzavano per le vie del paese, abbandonati a se stessi e facile preda di uomini e donne perversi.
Il sacerdote Don Michele Campise, parroco della Chiesa di San Giuseppe, molto attento alle necessità della popolazione, aveva notato bene l’urgenza di accoglierli e proteggerli e, confidando le sue preoccupazioni all’Arciprete Greco di Acri, lo incoraggiò a visitare il paese, il convento e a mandare le sue suore. Le strade di Luzzi sono state, così, percorse dal Beato Francesco Maria che, con il suo cuore di sacerdote e padre, subito prese a cuore la situazione e comprò il convento ove fare abitare le suore, dopo aver effettuato una ristrutturazione delle parti più cadenti.
Sull’esempio di Gesù, il nostro Padre Fondatore ha provato compassione per i piccoli e gli ultimi di questo paese e, confidando nella Divina Provvidenza, secondo il suo carisma, è passato all’azione. La Chiesa annessa al convento era denominata a Sant’Antonio e così volle intitolare tutto il complesso ad onore del Santo Taumaturgo.
Quante generazioni di bambini, sotto la protezione di questo grande Patrono, e grazie alla generosità delle suore, hanno trovato in questo Istituto tutto quello di cui necessitavano; soprattutto l’amore che non potevano ricevere più dai loro genitori, deceduti durante la guerra del 1915-1918 o per miseria o per malattie. Seguì poi, l’altra guerra, quella del 1940-1945, durante la quale arrivò a Luzzi in comunità Sr Elena Groccia, una suora apparentemente debole, ma forte e risoluta che rischiava la sua vita sotto i bombardamenti per raggiungere Cosenza su un carro e potervi cercare del cibo per i suoi piccoli orfani.
Questo è solo uno degli esempi di dedizione che tutte le altre suore nell’Istituto hanno dato al paese di Luzzi, non solo ai bambini, ma anche agli adulti. Quanta carità è stata sempre svolta nel segreto, mandando alle famiglie più disagiate, dei viveri di cui le suore si privarono, confidando sempre nell’aiuto dei Sacri Cuori. Non a caso l’Istituto fu denominato ben presto dalla gente “cittadella della carità”.
Tanti dei bambini, ospiti di questa nostra casa, sono oggi genitori, nonni, sacerdoti, consacrati. Sicuramente questi porteranno nel cuore gli insegnamenti e gli esempi che le suore, nonostante i loro limiti, hanno cercato di trasmettere.
L’opera, tante volte nascosta e silenziosa, è stata ricompensata da Dio con numerose vocazioni, che speriamo di avere anche in futuro, affinché continui a crescere la missione di educazione alla fede e alla vita che viene svolta ancora oggi nella Scuola dell’Infanzia e nel Centro Diurno per minori.
Da qualche anno nell’Istituto si svolge anche l’opera di Casa per Ferie denominata “Oasi Sant’Antonio”, grazie alla quale si può offrire a molti gruppi di persone del posto, ma anche dell’intera regione calabrese e oltre, la possibilità di fare giornate di ritiro, di spiritualità e di fraternità o semplicemente di avere alloggio e vitto per qualsiasi necessità.
Ringrazio i Sacri Cuori per aver permesso la realizzazione di tutto ciò, in questo paese visitato e amato dai nostri Fondatori e nel quale anch’io per otto anni ho avuto la gioia di potere svolgere il mio apostolato. Porto nel cuore tanti bei ricordi, l’affetto e la stima che la popolazione luzzese ha sempre dimostrato nei miei confronti e di questo ringrazio tutti.
Spero che non verrà mai meno la solidarietà verso le suore, soprattutto nei momenti di difficoltà, e il Beato Francesco Maria Greco sicuramente non farà mancare la sua intercessione perché ancora le Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori continuino a svolgere la loro missione con amore, gioia e totale dedizione.
Madre Giancarla Dima
Superiora Generale
Beato Francesco Maria Greco
Fondatore delle Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori.