E ancora il poeta Alphonse de Lamartine[6], che nel 1858 definiva la fotografia «un'invenzione del caso che non sarà mai un'arte ma un plagio della natura da parte dell'ottica», nel 1859 cambiò diametralmente opinione affermando: «...[la fotografia] è più di un'arte, è il fenomeno solare dove l'artista collabora con il sole.»
La disputa alimentò se stessa, ma nella sostanza era chiaro che la fotografia avrebbe affiancato la pittura e con essa si sarebbe integrata come dimostrano le ispirazioni reciproche presenti fin dagli esordi.
Fu però László Moholy-Nagy[8], nelle sue lezioni al Bauhaus, a formalizzare definitivamente il rapporto tra le due arti. «Nel procedimento meccanicamente esatto della fotografia e del cinema, noi possediamo un mezzo espressivo per la rappresentazione che funziona molto meglio del procedimento manuale di pittura figurativa sinora conosciuto. D'ora in poi la pittura si potrà occupare della pura organizzazione del colore». Anch'egli sostenitore delle ispirazioni reciproche, relativamente all'immagine Parigi, di Alfred Stieglitz, del 1911, commentava: «La vittoria dell'Impressionismo, oppure la fotografia malintesa. Il fotografo si è fatto pittore, invece di usare il suo apparecchio fotograficamente.»
Autore: Franco Papaianni
Sezione: Like a painter
Selezione: Paola Palmaro
Evidenza del 22/10/2017
Motivazione:
Franco Papaianni ha saputo donarci la sensazione che rimanere a galla non sia solo il valore aggiunto di queste barche ma della nostra intera esistenza, non sopravvivere ma saper galleggiare tra realtà e sogno, tra anima e corpo, tra il fluire delle correnti del cielo e quelle del mare come fluiscono i colori sulla tavolozza della vita mentre noi con lo sguardo pennelliamo ogni sfumatura del nostro vissuto per renderlo eterno o perlomeno indimenticabile. Ammiro!