La storia del Museo etnografico di Luzzi
Di Claudio Cortese
Da alcuni decenni si ipotizzava di realizzare un Museo Civico a Luzzi. Esattamente nel 1985 l’ex sindaco Senatore Francesco Smurra, diede mandato agli storici locali Tarcisio Pingiore e Ciccio Bruno di redigere uno “Studio storico-critico dei Beni patrimoniali a destinazione museale” ma l’idea e le intenzioni rimasero in realtà solo sulla carta. Nel 1999, l’associazione culturale “ Insieme per Luzzi”, organizzò una prima mostra dell’Artigianato e della civiltà contadina ma fu un primo timido tentativo che non lasciò nessun riscontro oggettivo nella realtà.
A concretizzare il progetto di un Museo Civico, dopo ben trentacinque anni di attesa, vi è riuscita finalmente la Pro Loco La Terra dei Luciji , guidata dal presidente Prof. Vincenzo Garofalo. Nel gennaio del 2019, alcuni soci, appassionati di tradizioni popolari, decisero di adibire alcune ampie sale della sede dell’associazione a Museo etnografico che letteralmente significa “descrizione del popolo”. I Musei etnografici sono quei luoghi che hanno il compito di raccogliere, conservare, e valorizzare le testimonianze antropologiche del territorio che rappresenta, creando così un centro di cultura e di ricerca davvero prezioso. La nostra dunque, sembrava un’iniziativa ardua, ma l’entusiasmo e il sogno di vedere finalmente conservata la storia del popolo di Luzzi, hanno dato la spinta necessaria a superare le numerose difficoltà.
E’ doveroso premettere che reperire i materiali è stato difficilissimo, ma nel nostro cammino abbiamo incontrato un’altra Luzzi . Famiglie generose che hanno compreso la bontà dell’iniziativa, caricandoci di una forte responsabilità affidandoci spesso materiali di valore e intrisi di sentiti affetti. Abbiamo ricevuto l’aiuto anche di persone che si sono adoperate per restaurare, lucidare o riparare diversi utensili. Abbiamo interagito fortunatamente con una Luzzi che ci ha dato anche la forza a superare i momenti di scoramento e di demoralizzazione.
Si è cercato di allestire, in base agli oggetti in possesso, tre sale tematiche: artigianato, civiltà contadina e tessitura. Quest’ultima sezione è certamente la più attraente in quanto si è riusciti a reperire non solo interessanti manufatti realizzati al telaio, (pezzo rarissimo un asciugamano realizzato con filo di ginestra), ma soprattutto antichi e pregiati vestiti della pacchiana luzzese. Nelle tre sezioni sono presenti diversi oggetti che erano in uso quotidiano nelle nostre famiglie, e oramai scomparsi, di numerosi attrezzi se n’era perso completamente il ricordo, altri ancora mai visti e conosciuti.
Certo, il Museo allestito dalla pro loco, poteva presentarsi meglio: ben organizzato, ricco di manufatti, con una location adeguata, ma siamo riusciti comunque dove altri ci hanno provato e hanno fallito; inoltre questa iniziativa, oramai presente in quasi tutti i comuni della Valle del Crati, avrebbe dovuto essere partorita già decenni addietro, e i ritardi oggi si pagano: in termini di qualità, di un’idonea collocazione, di una forte rispondenza in termini di presenze.
Bellissima e lapidaria è la frase di uno studioso francese George Henri Rivìere il quale scrisse: “Il Museo etnografico è uno specchio in cui una comunità può riconoscersi, leggendo la propria origine, la propria identità, il proprio futuro, ed è lo strumento con cui essa può comprendere i problemi del suo avvenire”.
Il nostro auspicio, è che questa sia una prima tappa, ma che getta le basi per una futura e qualitativamente migliore risistemazione, noi abbiamo sicuramente aperto una porta sul come salvaguardare la storia dei nostri padri, le radici del nostro passato, l’orgoglio dell’essere luzzesi.
SERVIZIO TG 3 CALABRIA
INAUGURATO IL MUSEO ETNOGRAFICO DELLA PRO LOCO LA TERRA DEI LUCIJ DI LUZZI