Costume popolare di Luzzi
"La Pacchiana"
Un esemplare del costume femminile luzzese, è esposto al museo civico di Rende, sala V: I costumi popolari.
Costume di velluto decorato a piccoli fiorellini , con la tipica pettiglia da balia che poteva scoprire il seno con facilità.
Il costume della Donna di Luzzi così come viene descritto dalla Calderini, presenta "Camicia di bella tela di lino, adorna al collo ed alle maniche da gale arricciate e trinate.
Ad essa si sovrappone un aderente corpetto di velluto o seta rosso variamente colorato, più o meno adorno di ricamo, senza maniche, orlato di nastro verde e adorno di bottoni.
Sul corsetto è il bustino, allacciato davanti molto in basso, sì da nemmeno mostrare detta allacciatura; è di velluto, di seta calabrese di Cerzeto, Longobucco, Catanzaro, rosso, o di altro colore, spesso ricamato a mano in seta, oro e argento, con maniche di velluto della stessa stoffa.
Ad esse si sovrappongono altre maniche per lo più di colore unico o verdi o rosse o lilla scuro che vengono foderate di lino casalingo.
Al gomito si usano rovesciare sì da mostrare la parte interna foderata di lino o seta molto ben ricamata e gallonata d'oro e argento.
La gonna è della stessa stoffa del bustino, spesso ricamata a mano, a disegni floreali.
È molto ampia arricciata in vita; ad essa si aggiunge in rarissime occasioni il grembiule di forma comune di seta a colore vario e a ricami costosissimi.
Le calze si intonano alla gonna e vengono variamente ricamate. Scarpette scollate, di pelle nera e con tacco largo e basso.
I capelli, spartiti sulla fronte, vengono raccolti in trecce, girate dietro intorno alla testa alternate a lunghi nastri colorati che scendono liberamente dietro, oltre la cintura.
La tovaglia che li ricopre, è di candido lino trasparente, con ricamino lungo l'orlatura.
Molti sono i gioielli, portati solo dalla maritata salvo gli orecchini. Molti giri di catene d'oro lavorato e di perle vere che a volte raggiungono il numero di venti.
Medaglioni d'oro lavorato e tempestati di pietre preziose, coralli. Gli orecchini sono lavorati in oro e perle. Anelli d'oro ornati di incisioni, perle, ecc. Bracciale di oro massiccio, con placche ben lavorate, ornate di perle, coralli, pietre preziose.
Sul seno spilla d'oro lavorato e con pietre". Questo della La Marmora è lo stesso costume riprodotto dalla Calderini, identico anche nel colore dei capi di vestiario e nel disegno dei gioielli.
(Tratto da: Costumi popolari di Calabria nella raccolta Zerbi di Ilario Principe, Vibo Valentia 1990)
Particolare è l'abito che un tempo le donne luzzesi indossavano: "la pacchiana"; esso ha infatti richiamato l'attenzione del folclorismo nazionale ed estero, è testimonianza di ciò l'inserimento del costume nei repertori folclorici di celebri musei.
Contrariamente al significato che si attribuisce oggi all'aggettivo pacchiana, l'abito era allora considerato segno di eleganza e raffinatezza.
Esso era costituito da più componenti ognuno dei quali tendeva a valorizzare la femminilità della donna luzzese, la quale dotata di florida conformazione, curava meticolosamente il suo aspetto; la pacchiana era infatti sempre adornata con oro e corallo, con scolli ricchi di ricami e merletti; i suoi capelli erano sempre ben acconciati con un particolare nastro colorato: "u ndrizzaturu" necessario per "intrecciare"i capelli, coperti poi da un fazzoletto denominato "rituortu".
L'abito è formato poi da un corpetto: "la cammisola" la quale era spesso guarnita con trine e rivolti d'oro; "la pettiglia" , un piccolo pezzo di stoffa triangolare che veniva adoperato per nascondere almeno in parte il seno, la gonna era invece denominata "cammisuottu", questa era confezionata con stoffa pregiata ed ornata da folte pieghe frange e galloni.
Oggi sono poche le donne, ormai, tutte anziane, che vestono con l'abito antico, non per questo però esso ha perso il suo pregio, al contrario è divenuto emblema del nostro passato.
Inizi del '900 - Serafina Migaldi e Matteo Calderaro
Anni '50 - "Cappuccini". Corteo nuziale
1923 - Giuseppe Pingitore con la figlia Erminia ed i nipoti Oreste e Ida Bruno
( Tratto da: "Luzzi - Fotogrammi della memoria" Associazione Culturale "Insieme per Luzzi")
La registrazione del costume di Luzzi è inserita nei celebri repertori folkloristici nei musei: vaticano, veneziano, napoletano ecc. ecc.
Il 4 luglio 1954 il costume luzzese, indossato dalle signore Cacciatore, Marchese, Giglio e Servello di Milano e Vercelli, ha preso parte al festival internazionale del costume svoltosi a Varano Sesia, riportando lodi dalla giuria e dalla stampa italiana ed estera.
Il museo de l'homme de Paris, ha mandato a Luzzi l'assistente Monique Russel a studiare il costume e comprarne i modelli.
Tratto da:Tebe Lucana, Val di Crati e l’odierna Luzzi di G. Marchese, Napoli 1957.
1917 - Filippo Amoroso, Nicola Vivacqua e Maira Noce
1917 - Serafina Calderaro e Aurelia Falbo
Fine '800 - Michele Cilento e Teresa Caloiero
( Tratto da: "Luzzi - Fotogrammi della memoria" Associazione Culturale "Insieme per Luzzi")
Maria Fortunata Cavallaro indossa il vestito tradizionale di Angelina Galasso nonna di Michele Gioia
Pro loco "La terra dei Lucij" - Luzzi
UN GIORNO INSIEME…..AL MUSEO L. FRANCHETTI DI LUZZI.
Si è svolta oggi pomeriggio la manifestazione di presentazione degli abiti tradizionali luzzesi che sono stati donati dalla prof. Rosaria Marchese e dalla famiglia Bruno- Altomare alla pro Loco la terra dei Lucij.
Tre meravigliosi abiti che sono stati esposti nel Museo L. Franchetti di Luzzi e dove la Pro Loco conta di conservare altri beni che le famiglie luzzesi vorranno donare.
Vogliamo iniziare un percorso, in collaborazione con il Comune, che porti gradatamente il Museo di Luzzi ad avere delle sezioni dedicate alla storia del territorio.
Gli abiti donati risalgono agli inizi ed alla meta’ del ‘900. Il piu’ antico è quello appartenuto alla Sig.ra Rosaria Gardi Marchese (1872- 1953), donato dalla nipote prof.ssa Rosaria marchese. Altri due , invece, sono appartenuti alla famiglia Bruno- Altomare.
Nel corso della giornata è stata inaugurata la mostra della Rassegna del costume luzzese le cui fotografie sono state realizzate dall’UIF ( Unione fotoamatori italiani). Infine l’Istituto Omnicomprensivo statale di Luzzi, diretto dalla Dirigente scolastica Tina Iannuzzi, ha presentato due lavori realizzati nel corso dell’anno scolastico dagli alunni del liceo classico e della scuola Media . Il Liceo Classico ha presentato un lavoro dal titolo “ Il gioiello popolare luzzese” a cura dagli alunni della classe 5A, coordinati dalla prof.ssa Bernadette Pepe, mentre gli alunni della scuola media hanno presentato un lavoro dal titolo “ Na vota…a Luzzi” , momenti di vita e tradizioni popolari, coordinato dalle prof.sse Angelina Guccione e Battistina Fini.
Ha partecipato alla giornata la Dott.ssa Marilena Cerzoso, Direttrice del Museo dei Bretti e degli Enotri di Cosenza, dalla quale abbiamo avuto dei preziosi suggerimenti per continuare a lavorare alla realizzazione di un museo civico nel nostro territorio.
Luzzi, 3 Febbraio 2018
@Foto Luigi Calderaro
La Pro Loco La Terra dei Lucij ringrazia la prof.ssa Rosaria Marchese e la Famiglia Bruno – Altomare per aver donato all’associazione tre meravigliosi abiti tradizionali luzzesi. La donazione è stata particolarmente gradita, perche’ consentira’ alla Pro Loco di gestire anche l’allestimento di una sala del Museo L. Franchetti che il Signor Sindaco di Luzzi Umberto Federico ha assegnato temporaneamente all’associazione. I tre abiti rimarranno esposti presso il Museo per avere maggiore visibilità. La procedura di donazione è stata formalizzata ufficialmente con apposita delibera del consiglio direttivo della Pro Loco e controfirmata dalla prof.ssa Rosaria Marchese e dal Sindaco di Luzzi Umberto Federico . Gli abiti rimarranno in donazione alla pro Loco fino a quando espletera’ le funzioni di presidente il presidente prof. Vincenzo Garofalo. Trascorso tale periodo , senza alcuna delibera , rimarranno di proprieta’ del Comune di Luzzi presso il Museo L. Franchetti
INFORMAZIONI SUI TRE VESTITI TRADIZIONALI LUZZESI.
Il primo abito a sinistra nella foto , risale ai primi anni del ‘ 900 ed è appartenuto alla Sig.ra ROSARIA GARDI MARCHESE ( 1872-1953).La donazione è stata fatta dalla nipote prof.ssa Rosaria Marchese. Gli altri due abiti appartenevano alla famiglia Bruno – Altomare e presumibilmente possono essere riferiti agli anni ’40. La prof.ssa Rosaria Marchese ha inoltre consegnato alla pro Loco il testo di una poesia di anonimo calabrese dedicata alla donna luzzese ed intitolata “ A Luzzitana”.
Nel ringraziare ancora una volta la prof.ssa Rosaria Marchese per questo gesto che certamente sara’ gradito a tutti i cittadini luzzesi, la pro Loco La terra dei Lucij di Luzzi è ancor piu’ motivata a lavorare per valorizzare tutte le tradizioni del territorio. Concludo questo post con una celebre frase di Erodoto che diceva:
“Se si proponesse a tutti gli uomini di fare una scelta fra le varie tradizioni e li si invitasse a scegliersi le più belle, ciascuno, dopo opportuna riflessione, preferirebbe quelle del suo paese: tanto a ciascuno sembrano di gran lunga migliori le proprie costumanze.”
Il Presidente della pro Loco La terra dei Lucij
Prof. Vincenzo Garofalo