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Rivivere la storia

E' l’idea di realizzare un progetto storico-artistico. Valorizzazione del passato, recupero della memoria storica, presentazione della storia attraverso una serie di dipinti.

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"E l'uomo, dov'era?"

Olio si tela mis. 60 X 60  

 

L'affermazione più profonda che sia mai stata pronunciata a proposito di Auschwitz non fu affatto un'affermazione, ma una risposta. La domanda: "Ditemi, dov'era Dio, ad Auschwitz?". La risposta: "E l'uomo, dov'era?". 

WILLIAM CLARK STYRON

William Styron nacque l'11 giugno 1925 a Newport News, Virginia

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 “L’anelito dell’Uomo alla bellezza”

olio su tela  mis. 100 x 100

     Un’occasione unica per sentirsi protagonisti della storia rivivendola attraverso i quadri del Maestro Francesco Ferro, in un viaggio nel tempo e nelle emozioni che svela la storia e l’identità del popolo ebraico. Raccontare la Shoah e mantenere vivo il ricordo di ciò che è stato compiuto con la deportazione degli ebrei, perché non si ripeta più.

     Gabriele Nissim in “La fragilità della memoria” : Molti sopravvissuti, assieme ai loro discendenti, hanno in fondo la stessa paura di Primo Levi “Se non si continua a raccontare, alla fine tutto verrà dimenticato; peggio ancora, non si vorrà nemmeno credere a quello che è successo. E alla fine, se vincerà l’oblio, tutto si ripeterà ancora una volta”.

Angelo Papaianni

Shemà di Primo Levi.

 

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa e andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

 

La parafrasi del testo di Shemà:

Voi che vivete sicuri
nelle vostre case calde,
voi che tornando a casa la sera
trovate un piatto caldo e facce amichevoli:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango,
che non conosce pace,
che lotta per un pezzo di pane,
che muore per un sì o per un no di qualcun altro.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli né nome,
senza più la forza per ricordare,
con gli occhi vuoti e il grembo freddo,
proprio come una rana durante l’inverno.
Meditate sul fatto che tutto ciò è accaduto davvero
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore 
ricordatele rimanendo a casa o camminando per strada,
andando a dormire e alzandovi la mattina;
ripetetele ai vostri figli.
Possa, altrimenti, la vostra casa cadere a pezzi,
possa la malattia rendervi infermi,
possano i vostri figli voltarvi le spalle provando odio.

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La collettiva di lavori a tema “Uomo & bestia “ esposti in Biblioteca  a Tradate  (VA)

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Omaggio al grande Vittorio De Sica

Olio su tela mis. 70 X 80 -

150° dell’unità d’Italia - Anno 2011

La ciociara è un film di genere drammatico diretto da Vittorio De Sica.

Un film che prende la trama dal libro omonimo del 1957 di Alberto Moravia.

La guerra, che non risparmia a Roma i suoi bombardamenti, induce Cesira, una giovane vedova proprietaria d'un modesto negozio d'alimentari, a cercare rifugio tra i monti della Ciociaria dov'è nata. Sua costante preoccupazione è che alla figlioletta tredicenne, Rosetta, siano risparmiati per quanto possibile i patimenti, le angosce e le sofferenze che la guerra infligge anche ai civili. Ad accogliere le due donne sono amici, parenti e la serenità dei luoghi che sembrano tagliati fuori dalla tragicità di quelle ore. Ma il fronte, in movimento continuo lungo la penisola, si avvicina inesorabile. La prima vittima di quella piccola comunità è Michele, un timido innamorato di Cesira, che nel proprio tormentato spirito di contadino letterato e sapiente soffre più degli altri la crisi profonda della guerra. Un gruppo di tedeschi che cerca scampo all'incalzare degli Alleati costringe il giovane a guidarli attraverso i monti. Arrivano le truppe alleate e nella generale euforia Cesira decide di tornarsene a Roma insieme con la figlioletta. Per lei la guerra è finita, l'incubo è passato. A piedi le due donne s'incamminano ma, fermatesi per riposare in una chiesa diroccata, ecco fulminea la tragedia. Un gruppo di soldati marocchini aggredisce e violenta le due donne. Il disperato dolore di Cesira è, più che per sé, per l'innocente figliola. Rosetta si rinchiude in un agghiacciante silenzio. La sua serenità di fanciulla, il suo confidente amore sono d'un colpo sostituiti da una sorta di freddo rancore. La triste notizia che Michele è stato fucilato dai tedeschi scioglierà infine quel ghiaccio in un pianto benefico.

Tratto da COMING SOON.it

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Piazza dell'Unità d'Italia è oggi la piazza aperta sul mare più grande d'Europa.

E' definita "il salotto di Trieste" e per i triestini è il posto al quale si sentono più legati in quanto qui pulsa tutta la vita cittadina. Oggi è un luogo per passeggiate, per incontri di affari, per spettacoli, celebrazioni e manifestazioni come una volta è stato luogo di processioni, esecuzioni e giostre, insomma è, ed è sempre stato, il centro della vita quotidiana della città.

La piazza in origine si chiamava Piazza San Pietro ma comunemente veniva chiamata Piazza Grande fino al 1918 quando fu denominata Piazza Unità in onore dell'avvenuta annessione di Trieste all'Italia, dopo un breve periodo nel quale venne denominata Piazza Francesco Giuseppe. Il 25 aprile 1955 infine, venne ufficialmente chiamata con l'attuale denominazione di Piazza dell'Unità d'Italia

Tratto da TuttoTrieste.net

“Piazza unità d’Italia” - Trieste

Olio Mis. 80 x 100

150° dell’unità d’Italia - Anno 2011

Premiato con un Terzo posto in un concorso di pittura, dal tema l’unità d’Italia.

“Anfiteatro Flavio” (Colosseo)

Olio  mis. 70X90  

150° dell’unità d’Italia - Anno 2011  

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IL COLOSSEO

 

Chiamato dagli antichi Romani, "Anphitheatrum Flavlum" (Anfiteatro Flavio), il Colosseo è il più famoso e imponente monumento della Roma Antica, nonchè il più grande anfiteatro del mondo. 
Il nome è sicuramente legato alle grandi dimensioni dell'edificio ma deriva, soprattutto, dal fatto che nelle vicinanze era presente una statua colossale di Nerone in bronzo.

Nel 1990, il Colosseo, insieme a tutto il Centro storico di Roma, le Zone extraterritoriali del Vaticano in Italia e la Basilica di San Paolo fuori le mura, è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità dall'UNESCO, mentre nel luglio del 2007 è stato inserito fra le Nuove sette meraviglie del mondo.

L'edificazione avvenne nell'area occupata dall'enorme casa di Nerone, la Domus Aurea, costruita dopo il grande incendio di Roma del 64, che doveva essere una valle racchiusa tra i colli della Velia, Palatino,Celio, Oppio, e Fagutale ed era attraversata da un corso d'acqua che correva in direzione del Tevere lungo un percorso che segue grosso modo l'attuale via di San Gregorio.
La presenza del laghetto fu abbondantemente sfruttata per risparmiare sulle fondamenta, realizzate in pilastri di travertino poggianti su un anello di calcestruzzo continuo, intervallato solo da alcuni fognoli per lo scorrimento delle acque di falda che, altrimenti, avrebbero allagato tutta l'area.

Dopo l'uccisione dell'imperatore la statua venne rimodellata per raffigurare il dio del Sole, aggiungendo l'appropriata corona solare. Il Colosseo venne quindi spostato dalla sua originale collocazione per far posto al tempio di Venere e Roma sotto Adriano. Il sito del basamento della statua colossale dopo lo spostamento e' attualmente segnato da un moderno basamento in tufo.

L'Anfiteatro Flavio è di forma ellittica, con una circonferenza di 527 metri, l'asse maggiore lungo 188 metri e l'asse minore 156 alto 57 metri. 
Poteva contenere fino a 70.000 posti e l'arena era di 76 metri x 46. I primi 3 piani erano costituiti da arcate inquadrate da semicolonne, il quarto piano e' scompartito da lesene e vi erano inseriti i pali che sorreggevano il grande velario a spicchi per riparare gli spettatori dal sole.

Tratto da: https://www.il-colosseo.it/ 

“Anfiteatro Flavio” (Colosseo)

Incisione acquaforte Mis. 21,5 X 29  

150° dell’unità d’Italia - Anno 2011  

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