Francesco Ferro
Vive e opera a Caronno Pertusella (VA) in via Kennedy n° 389
Tel.: 029658014
e-mail : franco.ferro.48@alice.it
sito: https://papaianniangelo.wixsite.com/artisti-luzzesi/franco-ferro
Omaggio alla Calabria
L'artista attraverso le sue opere recupera la parte vitale della sua terra dimostrando un forte legame con le sue origini attraverso un profondo senso di appartenenza che neanche la lontananza può cancellare.
Con le sue opere apre uno scorcio sui tempi passati; paesaggi che racchiudono un ricordo e che rievocano un passato nel quale ritroviamo il senso delle nostre radici.
Francesco Ferro ci fa rivivere un magico viaggio a ritroso nel tempo per poter trasmettere sentimenti e valori umani ormai dimenticati della nostra terra.
A.P.
2001
"MEDITERRANEO"
Grisolia (CS)
Mis. 29X16,5 (35X40)
Centro di origine medievale, il cui nome, secondo alcuni studiosi potrebbe esser derivato dal greco Chrousolea, o dal latino Chrisena che, in entrambi i casi, significa oro. Non è ben certo se ci si riferisse alla particolare fertilità delle sue terre, e quindi il termine era adoperato in senso metaforico, o se, invece, c'era veramente la presenza di qualche miniera d'oro.
2001
"ORIGINI"
Luzzi (CS)
Mis. 16X21 (35X40)
Sede dell’antica Tebe Lucana, deve il suo nome, probabilmente, ad una famiglia normanna che vi ebbe giurisdizione feudale. Fu teatro di persecuzioni, nel 1606 e nel 1626, ai danni della comunità ebraica che vi aveva sede. Dopo la famiglia Luzzi, appartenne ai Viscardi, o Biscardi, poi a Tommaso d’Aquino. Successivamente fece parte dello stato di Bisignano e, dopo le confische dei beni operate ai danni dei Sanseverino, fu affidata alla famiglia Somma, quindi ai Spadafora e, dal 1614, alla famiglia Firrao che vi rimase fino alle leggi eversive dei napoleonidi (1806).
2003
"REMINISCENZA"
Morano Calabro (CS)
Mis. 31X20 (35X40)
Morano Calabro, situato su un colle a 694 metri di altitudine, conta poco più di 5000 abitanti ed è uno dei borghi più suggestivi d’Italia, avendo come sfondo naturale il versante calabrese del massiccio del Pollino, le vette del Dolcedorme e della Serra del Prete.
2005
"REMINISCENZA"
Altomonte (CS)
Mis. 24,3X16 (35X40)
Considerato tra i borghi più belli d’Italia, Altomonte è un affascinante paesino della provincia di Cosenza, situato ai piedi del Parco Nazionale del Pollino. Storicamente Altomonte ha origini molto antiche. Già lo scrittore romano Plinio il Vecchio, nella sua “Historia Naturalis”, ne ricorda, con il nome di Balbia, lo squisito vino Balbino. L’antico paese si trovava però spostato verso il fiume Esaro, dove recentemente sono stati ritrovati i resti di una villa romana del I sec. d.C. , oggi attrezzati a Parco Archeologico.
2006
"TEMPO INCANTATO"
Montalto Uffugo (CS)
Mis. 24,3X16 (35X40)
Aufugum ha origini antiche; nominata da Tito Livio (XXX,19) in relazione alla resistenza bruzia contro Annibale, vanta reperti archeologici del VI e V sec. a.C. e frammenti fittili custoditi nel museo di Reggio Calabria.
2009
"PORTALE DELLA SAMBUCINA"
Luzzi (CS)
Mis. 19X17 (40X50)
Abbazia di Santa Maria della Sambucina L’abbazia è il simbolo sacro di Luzzi. Lo splendido affresco, custodito in fondo alla navata, che raffigura la “Madonna con il bambino” detto del sambuco, dà il nome all’antico edificio. La bella tela dell’Assunzione è attribuita alla scuola di Luca Giordano e risale agli inizi del XVII secolo. L’abbazia ospitò per molti anni l’abate Gioacchino da Fiore. Fondata intorno alla seconda metà del XII sec, divenuta casa-madre dell’ordine monastico Cistercense, l’abbazia è prototipo dell’architettura gotico-ogivale dell’Italia meridionale. Nel 1569 un sisma distrusse buona parte del monastero che fu ricostruito nel 1625. Oggi dopo i recenti ed imponenti restauri della struttura originaria si può ammirare il maestoso portale in pietra tufacea con rilievi decorativi. L’abbazia è ad una sola navata terminante con l’abside a volta ogivale e conserva pregevoli opere d’arti. Il chiostro del convento, ben conservato, è di forma quadrata con tre corridoi sostenuti da pilastri ed archi ogivi.
2009
"VIA RIMEMBRANZE, ANNI 50^"
Luzzi (CS)
Mis. 19,5X12,2 (35X50)
2009
"CORIGLIANO CALABRO" (CS)
Mis. 30X11,7 (35X50)
Ai piedi della Sila Greca, a più di 200 mt. s.l.m., il territorio del comune di Corigliano Calabro passa dal paesaggio della Piana di Sibari agli sfondi montuosi dove predominano i boschi e le felci.
Il toponimo Corigliano deriva, secondo alcuni, dal latino Corellianum, podere del Corellio, secondo altri dal greco Chorion Elaion, giardini d’olio.
Il borgo di Corigliano, sorto nella seconda metà del X secolo, ha visto succedersi nei secoli alcune fra le più nobili e ricche famiglie del regno di Napoli: i conti Sanseverino, i duchi Saluzzo, i baroni Compagna.
2010
"COSENTIA CASTELLO SVEVO"
Cosenza
Mis. 16X24,5 (35X50)
Sulla parte più alta del centro storico della città di Cosenza, sorge il castello che manifesta esteriormente la sua architettura sveva. Il castello di Cosenza sorge su una motta, cioè una collina artificiale eretta con terreno di risulta proveniente dallo scavo del fossato che circonda il castello stesso. Si ritiene che il terrapieno, di origine artificiale, fu edificato intorno al VI secolo a.C. dai Brettii che appunto spianarono e rimodellarono la cima del colle. Insieme a quello di Roseto Capo Spulico, il castello di Cosenza, discretamente conservato, rappresenta comunque una delle migliori testimonianze dell'architettura sveva in Calabria.
2010
"CHIESA S. DOMENICO"
Cosenza
Mis. 16X24,5 (35X50)
La Chiesa del Complesso di San Domenico fu costruita tra il 1441 e il 1468 per volere della famiglia Sanseverino. La sua facciata presenta ancora elementi della costruzione originale, come il rosone e l’arco che incorniciano il portale d’ingresso, in stile gotico.
All’interno sono evidenti decorazioni ascrivibili al tardo barocco, come gli stucchi, la volta a botte e la cupola.
2012
"SCALEA, ALBORI DEL XX SECOLO" CS
Mis. 16X24,5 (35X50)
Scalea è uno dei paesi più importanti e più antichi dell’Alto Tirreno Calabrese. Nelle grotte di Torre Talao sono stati rinvenuti, nel corso di scavi archeologici, manufatti di pietre ed ossa dell’epoca paleolitica.Il nucleo originale di Scalea sorse durante il periodo delle lotte tra Bizantini e Longobardi; verso la fine del VI secolo Scalea fu occupata dai Longobardi e rimase loro colonia finché alla fine dell'VIII secolo Carlo Magno sottomise tutti i ducati. ...
2013
LA NOSTRA PRIMA"UNIVERSITA' " Luzzi CS
Mis. 16X25 (35X50)
Ogni artista sa che una storia, quando è bella, vale la pena di tenerla fra le dita... e, come ogni storia bella, anche questa richiede una terra tutta per sè. E' quando una storia trova la sua terra che esse diventano un sentimento comune fra un bulino e uno sguardo, quall'appartenenza ad una musica in cui una nota ne ha sempre un'altra a cui richiamarsi, perché "appartenere" significa "far parte" di qualcosa, e una nota che non appartiene a una musica non appartiene a se stessa. Un uomo che dimentica la sua terra dimentica se stesso, non ha più musica.
Letizia Papaianni
2013
"...QUANDO LA SETA ERA FONTE DELLA NOSTRA ECONOMIA " Acri CS
Mis. 21X32 (40X50)
Dal Medioevo fino ai primi del 1940 la città di Acri vantava una fiorente lavorazione del baco da seta, che fu poi abbandonata con l'avvento della seta sintetica e della seta cinese, che decretò la fine di molti opifici e setifici presenti sul territorio. Dal 2011 è in fase sperimentale presso la Cooperativa Sociale Don Milani ad Acri insieme ad alcune scuole ad uso didattico formativo, in località Santa Zaccaria, la cultura del baco da seta, e l'impianto di una discreta quantità di alberi di Gelso necessari all'accrescimento del bozzolo
2014
"HORTUS CONCLUSUS: ORA ET LABOSA " Bisignano CS
Mis. 21X31,5 (40X50)
2015
"CASTELLO ARAGONESE " Belvedere Marittimo CS
Mis. 12X28,5 (35X50)
Il castello di Belvedere è un magnifico esempio di fortezza del XV secolo e presenta tutte le caratteristiche del tipico castello angioino riadattato e fortificato nel periodo aragonese. Il castello di Belvedere è stato costruito tra la fine del secolo XI e la prima metà di quello successivo.
2016
"TORRE DRAGONE"
San Marco Argentano CS
Mis. 22,5X32,5 (35X50)
Testimone imponente dello splendore che la cittadina di San Marco Argentano conobbe in epoca normanna è la torre detta di Drogone.
Edificata nel 1048 circa sui resti di una precedente fortezza romana per volere del duca Roberto il Guiscardo, la grossa torre è formata da un corpo cilindrico detto motta, alto più di 22 metri e con un diametro di circa 14 metri.
Il Santuario fu fondato nel XV secolo dall’eremita San Francesco di Paola nato a Paola il 27 marzo 1416 e morto a Tours (Francia) il 2 aprile 1507. Francesco da giovanissimo iniziò una vita da eremita nel luogo dove oggi sorge il Santuario. L’accorrere di numerose persone all’eremo, attratte dalla fama di santità di questo luogo, spinsero Francesco a costruire una chiesetta con annesso convento. L’idea iniziale era quella di edificare una piccola chiesa come luogo di preghiera per gli eremiti e per i fedeli che vi giungevano. Secondo la leggenda quando San Francesco di Paola stava per iniziare la costruzione della chiesetta ebbe l’apparizione di San Francesco D’Assisi per tracciare un progetto di chiesa più ampio. La costruzione si sviluppa sulle due sponde del torrente Isca unite da un ponte sul quale sorgono le abitazioni dei frati. Nel luglio del 1555 la chiesa e gli edifici annessi furono devastati dai Turchi.Nel corso dello stesso secolo annessa alla chiesa venne costruita una cappella dedicata al Santo, che racchiude alcune reliquie. Nel 1935 si aggiunsero alle reliquie i pochi frammenti di ossa scampati al rogo che gli Ugonotti fecero ai resti mortali di Francesco. Il Santuario venne elevato a Basilica Minore nel 1921 e dal 1936 è di proprietà dell’Ordine dei Frati Minori.
2016
"PAOLA, ANNO DOMINI " Paola CS
Mis. 14,5X32,5 (35X50)
2016
"SACRO E PROFANO"
Paola CS
Mis. 32X24,5 (40X50)
La Chiesa e il Convento di S. Francesco si trova a Paola (CS) alla punta sud della Riviera dei Cedri, tra il capo Bonifati ed il promontorio di Amantea.
Si possono visitare i luoghi dove il Santo ha pregato, ha operato miracoli
Al termine del percorso dei miracoli, in una cavità del muro, è possibile scorgere l’involucro di una bomba, che cadde nel torrente durante i bombardamenti del 1943 e che rimase inesplosa. Quando fu disinnescata, gli addetti ai lavori dichiararono che fu un miracolo la sua inesplosione.
2016
"LA CATTEDRALE: Casa della Misericordia"
Cosenza
Mis. 17,7X30,7 (35X50)
La cattedrale di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Cosenza, cattedrale dell'arcidiocesi di Cosenza-Bisignano. Santuario della Vergine del Pilerio, si trova nel cuore del centro storico della città, su Piazza Duomo, adiacente a corso Telesio. Wikipedia
2017
"CHIESA MADONNA DELLA SANITA'"
Luzzi CS
Mis. 21X30 (40X50)
La chiesa della Madonna della Sanità anche detta della Madonna della Cava, si trova fuori dal centro abitato del paese. E’ una chiesetta rurale costruita nella seconda metà del XIX secolo nei pressi di un’edicola votiva dedicata all’apparizione della Madonna a Lucrezia Scalzo.
2018
"CASTRUM PETRAE ROSETI'"
Roseto Capo Spulico CS
Mis. 21X30 (40X50)
Il Castrum Petrae Roseti (Castello della Pietra di Roseto) è un castello fortificato a difesa della costa dell'Alto Ionio Cosentino, risalente ad epoca normanna, ricostruito nel Duecento
per volontà dell'imperatore e re di Sicilia Federico II di Svevia, rimaneggiato più volte fino al secolo XVI. È sito in Roseto Capo Spulico, a picco sul mare sul Promontorio di Cardone.
2018
"DIO IN MEZZO AGLI UOMINI'"
Chiesa del ritiro Rende CS
Mis. 21,2X32,5 (40X50)
Questa chiesa è dedicata a San Michele Arcangelo e risale al periodo normanno. Restaurata più volte, della facciata originale rimane il portale con le due colonne ai lati. La pianta è a croce greca ed a in ciascun lato vi sono delle cappelle in stile barocco.
2018
"FORTEZZA ARAGONESE'"
Le Castella
Isola Capo Rizzuto KR
Mis. 22X33 (40X50)
Punta Delle Castella, nome ufficiale abbreviato nella più nota Le Castella è una frazione di Isola di Capo Rizzuto in provincia di Crotone, in Calabria.
2018
"CIRELLA E I SUOI RUDERI'"
Diamante CS
Mis. 22X33 (40X50)
Secondo la mitologia greca da un rapporto tra il dio Febo (Apollo) e la ninfa Cyrene nacque Aristèo, dio contadino e pastore della Tessaglia, che insegnò l’agricoltura ai primitivi.
Innamoratosi di Eurìdice, sposa di Orfeo, la insegue causandone la morte per un morso di serpente. Le ninfe lo puniscono, facendo morire le sue api; solo per intercessione di Cyrene, e con i consigli di Proteo, poté riaverle.
Un santuario a lui dedicato sorgeva proprio nell’attuale contrada Arieste, perciò la “polis” divenne famosa come la città di Aristèo e da questo: “Cirella città Aristèa”.
"MEDITERRANEO 2019 "
Grisolia (CS)
Mis. 21X38,5
Centro di origine medievale, il cui nome, secondo alcuni studiosi potrebbe esser derivato dal greco Chrousolea, o dal latino Chrisena che, in entrambi i casi, significa oro. Non è ben certo se ci si riferisse alla particolare fertilità delle sue terre, e quindi il termine era adoperato in senso metaforico, o se, invece, c'era veramente la presenza di qualche miniera d'oro.
COSENZA E IL SUO CENTRO STORICO
Molto apprezzato dai visitatori, il centro storico di Cosenza è dislocato sul colle Pancrazio, sul colle Triglio e sulla parte che introduce alla parte pianeggiante della città che comprende gli antichi quartieri del Carmine e della Riforma.
IL CASTELLO DELL'ABATEMARCO
SANTA MARIA DEL CEDRO (CS)
Il Castello dell'Abatemarco, meglio conosciuto come Castello di San Michele, prende il nome dall'abbazia annessa, venne eretto dai Normanni.
La fortezza, di cui oggi rimangono solo i ruderi dei muri perimetrali e dell’abbazia che sorgeva al sua fianco, dominava tutta la vallata del fiume Abatemarco. Il Castello venne abitato dai monaci Basiliani.
I ruderi fanno presupporre che la fortezza fosse a pianta quadrangolare con una torre cilindrica sul lato destro, a fianco all’ingresso, molto probabilmente protetto da un ponte levatoio. Il feudo sorto attorno al Castello dell'Abatemarco, diede in seguito origine all’attuale borgo di Santa Maria Del Cedro.
ISOLA DI CIRELLA
E RUDERI DI CIRELLAE
A pochi km di distanza da Diamante sono raggiungibili ulteriori punti di interesse non meno importanti: L’isola di Cirella, a pochissima distanza dalla costa, i ruderi dell’antica Cerillae (Cirella), pezzi di storia millenaria che ospitano ai suoi piedi un recente Anfiteatro in stile greco, luogo di importanti eventi culturali e artistici. Proprio la piccola frazione racchiude in se passaggi di svariate ere: abitata già durante l’epoca magnogreca, fu una fiorente colonia, venne poi distrutta e ricostruita nel corso dei secoli, per evitare e combattere le incursioni saracene la popolazione si rifugiò sul promontorio che la domina e su cui sono adagiati, ancora oggi, i ruderi, oramai in rovina, a testimonianza del bombardamento della marina inglese del 1808.
Le acqueforti di Francesco Ferro
Riguardando la produzione di acqueforti del pittore Francesco Ferro,ci rendiamo conto che, in questo artista, la ricerca continua: egli parte dallo scandaglio introspettivo della sua anima per inviare messaggi con segni e figure inequivocabili e ben definiti .
Se le prime acqueforti erano un riprodurre, attraverso ferite sulla lastra, le emozioni che ci ha dato con i suoi quadri e mi riferisco alle opere “Al mare”, “Tuareg”, “ Sogni”, “Movie”, “ Insonnia”, in “Onde sonore”, “Sintonia d’amore”, oltre alla fermezza del segno rappresentato dal volteggiare ed intrecciarsi delle figure umane, lui e lei lei e lui l’artista vuole misurare le pulsazioni, i palpiti e le pulsioni dei due corpi che vibrano in armonia. Ed è con l’introduzione di grafici particolari che il Ferro riesce a comunicarci l’intensità vibrante dei corpi che volteggiano in quella danza che ognuno di noi vorrebbe fare con il suo lui o la sua lei. È riuscito in pieno a comunicarci la forza dell’amore come mezzo per superare la solitudine.
Ma le sue acqueforti non celebrano solo i sogni, i desideri, sono anche testimonianza della realtà e così in “Mediterraneo”…, “ Origini”, “Reminiscenza” riproduce le colline e le case abbarbicate una sull’altra con facciate chiare e scure , piccolissime, ma nitide, piene di ricordi se si riesce ad individuare le porte, le finestre, i balconi e gli alberi in mezzo e da sfondo. E’ una riproduzione della memoria, del voler fissare un mondo che sta scomparendo, quello della sua infanzia. E’ per questo che , passando dall’astrazione, dal sogno senza rinunciare al piacere di una messa a fuoco su qualche dettaglio, incise, con perizia fotografica , le sue case sono preda di uno strano incantamento sognato, avvolto in una poesia del luogo che sembra non appartenere a questo mondo.
In queste tre opere le macchie, le ombre, il chiaroscuro, lo stesso movimento del cielo danno il vago senso di narrativa discreta e sotterranea dal carattere fortemente magico. Sembra che il Ferro abbia voluto portare con sé la sua terra, la sua Calabria e deporla su una lastra di rame perché tutti ne possano assaporare il profumo.
Spesso però i soggetti delle sue acqueforti scandagliano la realtà e sono,come nel mondo della fotografia, dei “ferma immagine”ottenuti dalla continua ricerca di quelle situazioni che, o l’uomo osserva e non vede ,oppure rimane drammaticamente sbigottito.
E’ così per le acqueforti “10 settembre 2001” , “la storia…”, “ Padre Pio”, “Eva e Adamo”.
Esse non sono solo registrazioni dal vero. Sono come segmenti di tempo e di spazio messi in vitro per essere conservati sottovuoto per il futuro. La loro presenza è talmente assoluta da far pensare che,davvero, tra queste immagini e chi guarda non ci sia nemmeno il filtro invisibile dell’aria.
Le riflessioni cui inducono queste opere sono di attualità, significative per l’uomo di oggi:“Padre Pio” ci trasmette la spiritualità ardente di un uomo che ha attraversato quasi un secolo portando tra gli uomini un messaggio d’amore e di sollievo alla sofferenza;“10 settembre” e la “storia …” ci catapultano in quell’11 settembre a New York e ci fanno vivere la tragedia di quel giorno come principio di un clima internazionale di terrore e miseria umana ;” Eva e Adamo” invece ci prospetta il superamento della sofferenza attraverso la fecondazione assistita.In questo la sua opera è attualissima, al centro vi è la donna , Eva, come messaggera del superamento di ogni male . Questa Eva mette a disposizione dell’umanità sapiente il suo corpo per riaccendere quel lume di speranza nell’altra umanità, quella sofferente.
E’ proprio nelle acqueforti che Francesco Ferro si esprime più liberamente, senza complessi e riproduce per la voglia di raccontare, tutte le sue acqueforti, che diventano, così, brevi racconti per immagini, raccolte durante un suo percorso intimo e riportate su lastra con sapiente bravura. Ecco che le acqueforti diventano, man mano che vengono realizzate, taccuini ideali di quel suo viaggio spirituale ed artistico che sembra non voler (ce lo auguriamo) finire mai.
Filippo Iaria
Francesco Ferro vive e opera a
Caronno Pertusella (VA)
in via Kennedy 389
tel. 029658014
e-mail franco.ferro.48@alice.it
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