Salvatore CORCHIOLA
Palpiti Giovanili
A Kennedj
stroncato
dall'umana ingiustizia
caduto come petalo di rosa
declinando il capo
sul cuore di tutti.
PREFAZIONE
DALLA SPERANZA ALLA FIDUCIA
Salvatore Corchiola, un giovane con lo sguardo sommesso, fronte su cui posasi, placido, come onda su dolce riva, il palpito del sogno. Egli è figlio del buon Micuzzo, di quegli che pure sommessamente parla e tenuamente pure lui ride, l'operaio che giammai trasse lamento dal discontinuo lavoro, dall'andare e venire dalla Germania; che sapeva trasformarsi da falegname a pittore ed a manovale e rimanere sempre il padre fiducioso dei figli, mantenuti a scuola oltre la primaria; di quegli che non sapeva mutare il lamento in bestemmia e l'attesa vana in disperazione. Di lì, ora, Salvatore Corchiola balzava alla memoria quale era stato durante un triennio nella comune natia Luzzi.
Noi docenti entrammo nel piccolo mondo di Salvatore Corchiola, per conoscerlo in mezzo ai suoi familiari, ai fratellini, ai compagni presso il suo rione, tra i muri della sua casetta, in mezzo alla gente che gli veniva a contatto quotidiano e studiare sentimenti e comportamento, il tutto entro uno schema psicologico il più possibile lontano dalle storture empiriche e dalle norme della pretensiosa scienza, di cui s'è da ammettere certe illuminanti intuizioni, sono da scartarsi altre deduzioni irriducibili a leggi generali, avendo per fermo che l'animo umano non può essere oggetto di formule catalogazzatrici.
Su quel mondo fatto di povertà, di speranze e di lavoro umile, usciva Salvatore per una scuola dove trovava il modo di svelare le sue prospettive [...] .
Eccolo qui Salvatore Corchiola. Oggi è davanti a noi e non è solo. Ha con se i suoi versi a me li porge perché li preceda nella pubblicazione con due parole.
Sono versi che cantano con gli uccelli, si dipingono dei colori, si innalzano coi monti e gli alberi e le case belle tutte di Luzzi e pregano e si irradiano di speranza e di molto amore.
Lasciamoli intatti, genuini, schietti come "Virginea la mano" li ha vergati e soprattutto l'animo buono li ha sentiti.
E proprio, perché figli di questo fiero popolo sogniamo con Gioacchino profeta e con Fra Tommaso il Ferrigno un mondo migliore.
Oh, allora, si che sarà di conforto leggere versi nei doposcuola d'Italia!
Gennaio 1967 Ettore PARISE
Preside della Scuola Media - Luzzi
Manifestazione culturale U.N.L.A. - Salone Scuole Elementari. Il direttore didattico del 2° Circolo, dr. Giuseppe Barbarelli, presenta i libri di poesie "La vita è... vita" di Michele Gioia e "Palpiti giovanili" di Salvatore Corchiola.
Nella foto: il prof. Filippo De Bonis e il dr. Giuseppe Barbarelli con i due poeti.
In un Mondo sempre più povero di valori morali e sempre più sordo alla voce del cuore …
la poesia di Corchiola, poeta di interessanti ispirazioni, porta un po’ di estensione e di luce.
Da qualsiasi sua poesia si riesce a risalire al suo nome. Ed è sempre riconoscibile!
[Giovanni Dalla Presa - Padre scalabriniano - Monaco di Baviera - 1973].
AMORE
Negli occhi neri tuoi io mi disperdo
perché solo così io vivo!
Leggere le mani tue
fermano il tempo,
se m'accarezzano.
La tua bocca è un'arco
che chiude l'infinito.
SOLITUDINE
Solo.
Solo sulla collina.
In pace silenziosa
riposano laggiù
il mare e l'onda e gli alberi e le erbe.
Dolcezza
e pianto sommesso
penetrano
nel mio cuore.
Evanescente
vagante
in pace e in solitudine.
MI DIVERTO
M'affaccio al balcone
guardo nel cespuglio
il nido.
Chissà...
perché m'attira?
Lo vedo appena.
Come di consueto
rientro e prendo il cannocchiale.
Esili e ancora ignudi,
stanno accovacciati;
pigolano?...
mi sembra piangono;
è da un pezzo che la mamma non ritorna,
chissà, perché!...
per cibo o per sventura?
Io non voglio abbandonarli,
li ho vicini.
La mano allungo
offrendo la calda palma all'implume;
illusione ottica: brancico il nulla!...
VIVONO GLI ALBERI
Ho visto piangere il pioppo verde,
ho udito i lagni fra le fronde argentee,
ho sentito il sapor di sangue acre:
gocce di linfa
dalla ferita inutile.
L'AMORE
E' amore:
il colore d'un fiore,
il sorriso di un fanciullo sconosciuto,
lo stanco passo di un viandante;
il prato in pendio,
ove ferve l'opera di falciatura
del fieno;
il sentiero ingombro
di radici nodose a fior di terra
orlati di ginepri
e di erbe d'ogni forma
E' amore:
lo stormire di foglie
e il bisbiglio di nidi
E' amore
il verde tenero dei prati
il suono dell'acqua di un ruscello
E' amore:
la famiglia che in crocchio
sta al focolare.
E' amore tutto l'universo.
E' amore Iddio che l'ha creato.
LA MANO
Virile
la mano soda del babbo:
segno indelebile di duro lavoro;
Gracile
la mano bianca della mamma:
segno durevole di assoluta fiducia;
Candida la mano
e rosea
del bimbo in culla;
Pia la mano e casta
del sacerdote
Sacrificante.