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Donna Carmela Durante

Nessun "Compasso di Bossuet", romanzo che, a mio parere, ha saputo mettere in luce più difetti che pregi dei suoi personaggi, immaginari o reali che siano, avrebbe potuto disconoscere i nobili natali di Donna Carmela Durante, che "Donna" era stata fin dalla nascita, a dispetto di tanti che quel "Don" non avevano mai posseduto: nata nel 1897 dal Cav. Don Peppino Durante e dalla nobildonna Filippina Rendace, apparteneva ad una delle famiglie più benestanti e altolocate di Luzzi, in un tempo in cui la nobiltà contava ancora qualcosa per le persone e i nobili erano stimati e riveriti in tutto il paese. Ciò non esclude che, ancora oggi, nel nostro paese, c'è gente che ha rispetto del passato e soprattutto ha in massimo conto il valore e la dignità della persona umana. Ritornando a Donna Carmela Durante, era una donna di una bellezza prosperosa e dal portamento di matrona romana, le guance sempre colorite e l'eterno sorriso stampato sulle labbra, unico neo alla sua bellezza : quell'andatura claudicante, conseguenza di una brutta caduta, che le aveva procurato, da piccola, una larga ferita alla gamba, la quale, col passare degli anni, non si era mai rimarginata e fu, per lei. causa di molti affanni e di disagio fisico e morale. Nonostante ciò, Donna Carmela andò presto in sposa a Don Mariano Cilento, anche lui nobile blasonato, che la portò a vivere nel suo grande palazzo. Qui visse per molti anni da perfetta padrona di casa, godendo dei servizi di un'umile donna del paese, la fedele e schiva Adelina, che trattava Donna Carmela con rispetto e riserbo, riconoscendone l'indole e la superiorità. Adelina sapeva custodire gelosamente i segreti di Donna Carmela, soprattutto in quei tempi difficili, in cui i nobili avevano perduto le ricchezze e l'antico splendore, ma conservavano ancora intatta la dignità, adattandosi a vivere del loro modesto lavoro e di piccole rendite, per non cadere in miseria e per non conoscere addirittura la fame. Dalla felice unione con Don Mariano Cilento nacquero i figli: Michele, Giuseppe, Salvatore, Rosaria, che Donna Carmela, donna di sani princìpi e di grandi virtù religiose, seppe educare al rispetto e al timore di Dio, al punto da favorire e incoraggiare la vocazione religiosa e sacerdotale del primogenito Michele e da rimanere delusa quando quest'ultimo preferì, in seguito, la vita matrimoniale al sacerdozio. L'unione felice di Donna Carmela cessò presto per l'immatura scomparsa del marito, Don Mariano Cilento morì, infatti, a soli 56 anni. Rimasta vedova, continuò a vivere nel grande palazzo dei Cilento insieme al primogenito Michele, stimato professionista, alla nuora e ai suoi nipoti, i quali erano legati alla nonna da un grande affetto. Di tanto in tanto venivano a farle visita gli altri figli che si erano sposati e che non tutti abitavano a Luzzi. Donna Carmela visse nell'età matura una vita abbastanza serena: si alzava quotidianamente presto al mattino e, trascinando a stento la sua gamba malata, soleva raggiungere la chiesa più vicina per ascoltare la Santa Messa e per accostarsi ai Sacramenti. A casa, trascorreva le sue giornate raccolta in preghiera, con la corona del Rosario perennemente in mano( pare avesse ereditato questa incrollabile fede eligiosa dai suoi avi, qualcuno, si diceva, fosse morto in fama di santità). Donna Carmela, austera figura, con il suo eterno vestito nero, che indossò in segno di lutto il giorno che perdette il marito, cessò di vivere alla veneranda età di 81 anni a causa di una butta influenza, protrattasi per giorni e giorni, che aveva consumato il suo fisico già indebolito da quella sua brutta ferita alla gamba e dalla vecchiaia. A chi la conosceva bene e la stimava, per le sue doti personali e per la sua nobiltà di stirpe, chiedo cortesemente di recitare per lei un "Eterno Riposo".

Tratto da "Il Veltro si Sambucina" dell'anno 2000.

 

Elvira D'Orrico 

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