FRANCESCO FERRO
Basilica di SS. Eusebio e Maccabei di Garbagnate marzo 2019
Pennellate sicure, a volte gioiose, altre volte sofferte, dettate dalla lunga esperienza artistica e da una fede profonda, rappresentano momenti di vita religiosa di commovente intensità.
Non mancano opere di pura originalità, dove elementi esterni alla tela la compenetrano, rendendo più efficace il messaggio. Mi riferisco al quadro dedicato alla tecnologia che, come tutte le ‘cose’, ha in Dio la sua origine primaria, anche se indiretta.
Ma è soprattutto nelle tele dedicate alla passione di Cristo che Francesco ci offre il meglio di sé ed in particolare nel dipinto del Figlio di Dio che si sente abbandonato dal Padre e si domanda il perché di una fine così atroce, di cui era consapevole sin dall'inizio, ma che stenta ancora a credere.
Ed è proprio questa Sua debolezza così umana che ci permette di condividere con Lui la sofferenza fisica e spirituale, senza che sia necessario guardarne il volto. (Davvero originale la prospettiva!)
Eppure la presenza di Dio c’è: è un lampo appena accennato che riflette però una luce abbagliante sul cupo legno della croce e che penetra a fatica nella corona di spine, cosi sapientemente rese materiche dall'artista. Luce d’amore e di speranza che supera ogni sacrificio.
Ancora una volta l’artista ha saputo unire l’abilità pittorica a sentimenti autentici e a un generoso desiderio di comunicazione e condivisione, toccando vette di notevole valore.
Grazie Francesco per i momenti così intensi che ci regali con le tue opere.
Mariella CALOIERO
Al Museo del Presente (Rende),
mostra dell'artista Francesco Ferro.
Sabato 21 aprile 2018.
Servizio di Roberto Galasso.
Intervento di Salvatore Corchiola
Alla mostra di Francesco Ferro
Museo “Leopoldo Franchetti” – Luzzi 26 Agosto 2017
Conosco Francesco Ferro da molti anni, e sono lieto essere stasera qui per dire qualcosa di lui e delle sue opere.
E ringrazio il prof. Vincenzo Garofalo, Presidente della Proloco per avermi gentilmente invitato ad intervenire.
Francesco Ferro, partito da Luzzi arriva a Milano, si stabilisce nel Varesino, dove vive e lavora riscuotendo notevoli e significativi successi e riconoscimenti, in varie parti d’Italia. Ritorna spesso a Luzzi, Paese natio, con le sue impressioni e palpitazioni, visibili nel suo linguaggio iconico, iconografico, sicuramente più espressivo di tante parole.
Le sue acqueforti- creazioni originali- trasmettono il senso vivo delle raffigurazioni, ed è impossibile separarle dalla poesia […].
Poesia, ispirazione, creazioni artistiche che aspirano a cogliere la molteplicità del vivere umano con un accento proprio; e quando l’accento è posto sul messaggio ecco che viene fuori il maestro, che non lascia mai indifferente.
Una veracità, che nasce dalla sua vocazione e dalla sua sensibilità, traslata nelle acqueforti che vanno oltre la realtà visibile.
E, secondo me non c’è modo di capirne il senso, il messaggio, se non tentare di entrare dentro le sue figure, e magari coglierne il pensiero e il significato dei segni.
Sensazioni dimenticate, elementi espressivi che si fondono in quella che è la matrice comune: la vocazione artistica. Dicevo, elementi espressivi che attraverso la sua tecnica prendono materia e forma, esprimendo la poetica che il nostro Ferro si propone di seguire […].
Francesco Ferro, un artigiano che lavora duramente, un maestro che riesce a far rivivere meccanismi e congegni, ma anche “Sogni”, “Origini”, “Reminiscenze”, “Trasfigurazioni”, “Nostalgia” […].
E concludo con i noti versi di Giosuè Carducci - uno dei poeti preferiti della mia adolescenza - i quali dicono con evidenza la vera psicologia che si riverbera nell’arte:
Il poeta (in questo caso l’artista) è un grande artiere/che al mestiere/fece i muscoli d’acciaio. Così Francesco Ferro al quale va riconosciuto, peraltro, il lavoro di ricerca e la capacità di cogliere aspetti sempre nuovi. E’ la libertà dell’artista che rifugge le regole. Io sono convinto che essere artista è anch’esso un dono di Dio, Architetto di tutte le cose e datore di ogni dono. Grazie.