Il Torrione di Petrine in territorio di Luzzi
Premessa
di Antonio La Marca
Presidente "Insieme per Luzzi"
E' bello e lodevole conoscere la storia dell'Egitto, le gesta dei Greci e dei Romani, le imprese di Carlo Magno, le campagne di Napoleone; è giusto studiare minuziosamente i progressi, le decadenze dei diversi popoli; ma è indecoroso ignorare l'origine, le pagine illustri, le vicende del natio loco. E' amaro dirlo ma spesso, anche l'uomo colto ignora la storia, l'arte, il folklore della sua terra. E' una mancanza grave per una persona acculturata misconoscere le vicende storiche della propria città perché ogni paese ha le sue memorie e le sue particolarità da studiare e da raccontare.
Non si tratta più e soltanto di rivolgere l'attenzione alle cose di notevole interesse storico-artistico, bensì di prendere nota anche delle cose modeste che col tempo hanno acquisito un significato culturale.
"Beni culturali sono quelli in cui la gente si ritrova, riconosce se stessa e la sua comunità, beni che vivono nella memoria collettiva e nella vita quotidiana di ciascuno e di tutti: beni, insomma, che non debbono far parte del sapere, ma della cultura vivente" ¹.
I beni culturali locali sono "un giacimento inesplorato", un immenso capitale simbolico, un deposito di storia tutt'altro che povera ².
Affinché ogni comunità piccola o grande che sia, possa far rivivere il suo passato, è necessario che qualcuno si presti a far apprezzare i tesori materiali e morali, riposti e sconosciuti, della sua terra.
Questo è quanto sta facendo l'Associazione culturale "Insieme per Luzzi" da quasi dieci anni.
Ma può l'Associazione proporre tale suo prodotto culturale ad un circuito di interessi, di relazioni allargate, di istanze non locali(stiche) senza vederne sminuita la portata al puro reparto di spicciola erudizione: appunto periferica?
Ma si può produrre cultura parlando esclusivamente della propria realtà"?
A giudicare da quanto finora pubblicato sui Quaderni dell'Associazione parrebbe proprio di si, anche perché oggi nell'accezione di "bene culturale" ³ rientrano, a pieno titolo, l'architettura minore, l'arte popolare, il folklore, il dialetto, i manufatti più umili, i piccoli documenti manoscritti inediti, le testimonianze della tradizione orale, la documentazione fotografica.
Avevamo auspicato, nei precedenti numeri, la collaborazione ai Quaderni di giovani ricercatori locali, ora finalmente è arrivata. Con grande soddisfazione presentiamo in questo settimo Quaderno il lavoro di un neo-laureato luzzese, Luciano Durante.
Oggetto di tale ricerca è la Villa Sanseverino-Firrao di Petrine di Luzzi ⁴, elaborazione del suo lavoro di tesi in architettura.
Attraverso un'accurata analisi delle fonti storiche e archivistiche, il Durante scrive una nuova pagina sul Torrione, il mulino e le case di Petrine, e così aggiunge un nuovo tassello alla storia della nostra cittadina.
L'autore, che è anche socio di "insieme per Luzzi", ci propone una ricerca interessante, ricca di nuovi contributi utili a ricostruire le vicende storico-sociali del comprensorio petrinese. Luogo storico e sociale, spazio geografico dell'indagine è di fatto Petrine, ma in realtà la ricerca del Durante si lega e collega con note e riferimenti molto attenti, alle vicende della stessa Luzzi: emergono nuove problematiche riguardanti l'origine della chiesa di S. Giuseppe, il percorso della cinta muraria, il Casale Noce.
Anche se restano tanti interrogativi e numerosi sono gli spunti che meriterebbero approfondimenti, è altrettanto vero che questo lavoro si pone come prezioso strumento per quanti intendono approfondire la conoscenza su Luzzi, che proprio dalla riscoperta e dallo studio dei suoi aspetti socio-culturali attende la rivalutazione di importanti stagioni della sua storia.
I risultati ottenuti da questa ricerca sono di notevole interesse, anche perché inseriti in una proposta progettuale di recupero e valorizzazione di Petrine nel suo complesso ⁵.
Si spera, a questo punto, che si possa dare una nuova funzione d'uso al monumento petrinese ⁶. Se si riuscisse a programmare un certo tipo di riuso, la casa-torre di Petrine e il mulino potrebbero assumere, nel contesto sociale attuale, una funzione di notevole importanza; il risultato delle sue valenze storico-ambientali e architettoniche potrebbero rappresentare anche una interessante offerta turistica per il territorio della media valle del Crati ⁷.
"Insieme per Luzzi" non vuole certamente brevetti, ma è stata sicuramente la prima a favorire sul piano locale una organica cementazione di operatori plurivalenti per ottenere risultati sul piano della conoscenza storica e insieme della valorizzazione delle sue testimonianze.
La speranza è che questa iniziativa duri ancora moltissimi anni e concorra, per la sua parte, a dare un degno supporto alla ricostruzione della storia totale della nostra cittadina.
Una iniziativa, inoltre, che in molte sue parti arreca agli studi contributi indubbiamente interessanti e costituisce, per quest'altro verso, un ulteriore motivo per cui la collana forma una bibliografia di interesse non solo luzzese, ma che riguarda la Calabria intera e se vogliamo la storia del Mezzogiorno.
¹ BARBATO 1980, p. 12
² "Il grado di evoluzione di una società civile è direttamente proporzionale alla capacità di immagazzinare la memoria storica, che appunto è tale non in quanto passata, dietro le nostre spalle, ma in quanto ben presente e viva con noi.", PRINCIPE 1985, p. 7
³ Il termine bene culturale ha sanzionato l'interdisciplinarietà nella ricerca; ha riportato in primo piano la storia locale, ... ha dato significato a chiunque, a vario livello, si occupi della realtà storica locale", BERNI1988, p.3; BARBATO 1980, p.12 sgg.
⁴ L'autore riprende un tema trattato, solo in parte, nel secondo Quaderno dell'Associazione culturale "Insieme per Luzzi".
⁵ E' di questi giorni la notizia che i proprietari, dimostrando grande generosità e senso civico, hanno donato il Torrione di Petrine al Comune di Luzzi.
⁶ Dopo un accurato restauro il Torrione potrebbe essere adibito a Museo della civiltà contadina. Un museo per testimoniare le origini prettamente agricole di questa località; La Marca, 1994, p. 45; La Marca, 1997, pp. 55-56. Petrine ha sempre avuto un'importanza e un ruolo preminente per la storia economica (riserva di caccia, cava di pietre, porto fluviale) del territorio luzzese e ancora oggi, sotto questo aspetto, riveste notevole interesse.
⁷ A.La Marca, 1997, p. 31; La Marca 2001, p. 77.
Introduzione
Questo studio parte dall'analisi del Torrione di Petrine, in territorio di Luzzi, considerando diverse problematiche: il suo rapporto con il quadro politico-economico della contrada petrinese e più in generale della città di Luzzi (cap. I), l'indagine sulle sue origini e trasformazioni in relazione alle mutate necessità difensive (cap. II) ed, infine, l'analisi urbanistico-architettonica (cap. III) cogliendone gli aspetti più significativi, con una particolare attenzione rivolta ad altre emergenze rurali (il mulino, il palazzo signorile ed alcuni caseggiati) di cui si propone il restauro ed una nuova utilizzazione a fini museali.
Si è cercato di analizzare i vari elementi nell'ottica di un nuovo e diverso approccio conoscitivo del paesaggio rurale che va oltre la semplice lettura delle configurazioni architettoniche, per evidenziare l'analisi storica, economica e sociale dell'ambiente da cui tali architetture traggono vita e che, al tempo stesso, contribuiscono a definire.
A tale scopo è apparso necessario inquadrare le vicende socio-economiche della cittadina luzzese nella generale situazione calabrese, alla luce dei cambiamenti apportati dalle varie dinastie che si sono succedute nella conquista dei Regno/i.
Sulla questione delle origini del torrione, invece, si è preferito formulare diverse ipotesi (di cui ognuna appare verosimile), nella speranza che uno studio più dettagliato sul monumento dal punto di vista "materiale" possa fare luce su quella più attendibile ¹.
Tra le fonti della ricerca storica, un interesse particolare è stato rivolto all’Archivio privato Sanseverino (Firrao) di Bisignano ², presso l’Archivio di Stato di Cosenza.
Analogo interesse, per quanto riguarda le fonti archivistiche, riveste il volume di Alessandro Pratesi sulle carte provenienti dall’abbazia della Sambucina, di cui abbiamo tratto le sole notizie riguardanti la contrada ³.
Nelle fonti bibliografiche, fra i vari scritti di sicuro valore scientifico, sono state incluse testimonianze e studi di eruditi locali, ecclesiastici, ingegneri, insegnanti che nel tempo si sono cimentati nello studio delle antichità e delle tradizioni economiche e sociali della comunità luzzese.
Essi costituivano la classe degli archeologi dilettanti del secolo passato, e grazie alla collaborazione dei contadini, che lavoravano la terra ancora in maniera tradizionale, sono venuti a scoprire fortuitamente “tesori” delle epoche passate e a lasciarcene una testimonianza scritta: “…oggi i trattori moderni non lasciano alcuna opportunità ai contadini di poter notare tesori e monete…” ⁴.
Inoltre non abbiamo trascurato il parere degli abitanti: molti hanno vissuto in questa contrada tutta la loro vita e sono membri di famiglie che hanno vissuto nella città di Luzzi per secoli: …i ricordi sono di lunga durata, e sorprende quante volte avviene che il ricordo di un ambiente del luogo di quanto raccontatogli dal nonno … sia confermato dallo scavo archeologico. Vi sono naturalmente anche molte false tradizioni orali che devono essere scartate, ma l’archeologo [urbano] che ignora queste indicazioni o che è scostante verso coloro che le offrono, lo fa a suo rischio… Il sentimento di appartenere ad una comunità è forte nell’uomo, e le città sono comunità particolarmente efficaci nel consolidare questo sentimento. Esso è un patrimonio che l’archeologo [urbano] deve saper sfruttare, utilizzando ogni opportunità per coinvolgere gli abitanti odierni nel lavoro che conduce, al fine di conoscere di più sulla città nella quale i loro antenati hanno vissuto e lavorato… Una città non è solo i suoi strati archeologici, le sue pietre, travi, intonaci; è anche la gente che vi vive, che è l’erede di una tradizione antica quanto la città stessa ed è all’interno di questo quadro vivente che l’archeologia [urbana] va concepita e praticata” ⁵.
Ed ecco che, “consapevoli del buon diritto di ciascuno di poter fruire dei beni culturali, per il nostro arricchimento spirituale e conoscitivo, dobbiamo anche riconoscere che è nel giusto dovere di tutti partecipare agli oneri che il gravoso possesso di un bene culturale comporta, non fosse altro se non con una partecipazione attiva ad un movimento di opinione che faccia capire gli attuali significati dell’architettura difensiva” ⁶.
Occorre, dunque, innanzitutto attribuire ed affidare questo patrimonio alla comunità, perché “ne diventi la consapevole custode, attraverso una paziente e meticolosa opera di reinserimento spirituale … nella cultura e nelle tradizioni locali prima ancora che di restauro e di ripristino dell’ambiente. La comunità può allora assumere anche, come preciso dovere la manutenzione e la responsabilità, senza le quali ogni monumento decade sotto gli occhi e per l’azione stessa del pubblico” ⁷.
¹ Sulla “stratigrafia dell’elevato” per l’epoca medievale Fiorani 1995 p. 36
² L’Archivio Sanseverino, nonostante le gravi perdite subite nel corso degli anni, a seguito di varie vicissitudini, costituisce una fonte di primissimo piano per la storia di Luzzi. In esso sono conservati parecchi documenti, i più antichi risalenti al secolo XIV, e mappe riferite per lo più ai secoli XVII e XVIII (alcune riproposte in questo studio).
³ Questi documenti, di cui in passato si era persa ogni traccia, furono rinvenuti presso l’archivio privato Aldobrandini da F. Bartoloni. Si tratta di una serie di pergamene distribuite tra i secoli XI e XVI, di cui parte di esse (298, in lingua latina) furono studiate e pubblicate (190 sono trascritte integralmente), dopo la morte del prof. Bartoloni, dal prof. A. Pratesi (Carte latine di Abbazie calabresi provenienti dall’archivio Aldobrandini, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana 1958): altri documenti (pergamene greche) sono tuttora inediti (?).
⁴ SCHNAPP 1984, p. 27. Sull’argomento si veda anche LA MARCA 1996 pp. 43-46.
⁵ CLEERE 1984, p. 24
⁶ SANTORO 1983, p.77
⁷ ROGGERO 1966, pp. 78-79
All 'emozione provata nella presentazione del primo volume dei Quaderni è subentrato, per questo secondo appuntamento con i lettori, un certo imbarazzo, trattandosi dell'edizione di un proprio lavoro. Ciò non diminuisce, però, la soddisfazione nel vedere l'uscita di un secondo volume a breve distanza dal primo e incoraggia tutti noi dell'Associazione culturale "Insieme per Luzzi" ad un impegno ancora maggiore per assicurare un regolare sviluppo a tale iniziativa.
Come abbiamo più volte avuto modo di ripetere, tra gli scopi prioritari di "Insieme per Luzzi" c'è quello della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio storico-artistico, archeologico, folklorico luzzese. Il presente studio rientra pienamente in questo programma, essendo il "Torrione" di Petrine un monumento architettonico insistente nel territorio di Luzzi.
Le ricerche archivistiche, compiute in particolar modo dall'amico Antonello Savaglio, che ringrazio, ci hanno consentito di classificare il manufatto petrinese tra le case-torri del periodo viceregnale, e nello stesso tempo hanno permesso di vedere nella sua interezza, almeno sulla carta, uno dei monumenti più antichi di Luzzi.
Gli accorati appelli di "Insieme per Luzzi", per la salvaguardia del "Torrione", avevano avuto come conseguenza una segnalazione sul settimanale EPOCA (S.O.S. Italia, Nella Torre di Petrine ci fanno i salami, n. 22, del 6 ottobre 1994), e un impegno da parte del Soprintendente per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici della Calabria, architetto Giorgio Ceraudo, che sta ora valutando l'opportunità di apporre sul Torrione il vincolo monumentale ai sensi della legge n° 1089 del 1/06/1939. Nel 1991, su segnalazione dell'Ispettore Onorario di zona, prof. Tarcisio Pingitore, la procedura di vincolo, comunque, era stata già avviata dall'allora Soprintendente Aldo Ceccarelli. Molti appelli in favore del.Torrione, inoltre, sono stati rivolti alla Soprintendenza dal giornalista Michele Gioia.
Se tutti gli Enti locali facessero un lavoro di promozione (non del localismo deteriore) per qualificare la propria storia territoriale, così come sta cercando di fare "Insieme per Luzzi" con la pubblicazione dei Quaderni, forse si riuscirebbe a ricomporre il puzzle della storia totale, che è ricca di situazioni locali anche di un certo interesse. Ecco un lavoro importante per tanti assessori alla cultura, per istituzioni e Associazioni culturali a cui sta a cuore la ricerca delle proprie radici, il recupero critico di eventi, personaggi, monumenti, opere d'arte "del luogo".
Oggi che si sente tanto parlare di turismo culturale un lavoro di ricerca storica deve servire anche a denunziare all'opinione pubblica come, alle soglie del Duemila, molti importanti monumenti calabresi, purtroppo, vengono ancora ignorati e rischiano la totale distruzione.
E' pur vero che, la Soprintendenza per i Beni Architettonici non può dedicare il tempo e le disponibilità necessarie per un esame completo dei monumenti "minori", però, questi manufatti, come del resto qualsiesi testimonianza antica, per il loro intrinseco valore storico, appaiono di estremo interesse e di importanza fondamentale per la conoscenza della situazione economico-sociale e per la ricostruzione delle varie fasi di vita di una comunità nel corso dei secoli.
Si spera, nei prossimi numeri, di avere contributi che vengano dai giovani, specie dai neo laureati che devono sentirsi coinvolti alla nostra Associazione culturale, dandole più forza, più vitalità.
Prima di chiudere intendo comunque esprimere il mio vivo ringraziamento al prof. Cleofe Giovanni Canale, già docente di Storia dell'Architettura presso l'Università della Calabria, per gli utili suggerimenti, e al prof. Tarcisio Pingitore, studioso del patrimonio storico-artistico locale. Un ringraziamento particolare va al prof. Gustavo Valente -uno dei massimi esperti di pirateria turchesca e barbaresca, e primo studioso di torri costiere in Calabria- che mi ha spronato nella realizzazione di questo scritto.
Antonio La Marca
Presidente "Insieme per Luzzi"
PER NON DIMENTICARE...!
SI CHIAMAVA ADA ANGIOLINA RICHETTI LA SIGNORA CHE HA DONATO AL COMUNE DI LUZZI
IL "TORRIONE" DI PETRINI
20/03/03
DA GAZZETTAZETTA DEL SUD
- LUZZI – La proprietaria del Torrione di Petrini, donato al Comune di Luzzi, si chiamava Ada Angiolina Richetti ed è deceduta il 17 gennaio di quest’anno.
Erede universale dei beni della signora benemerita, come attesta il testamento olografo del 23.07.02, in corso di pubblicazione, è il fratello, Silla Richetti, avvocato, patrocinante in Cassazione, residente a Lecce.
Nella lettera all’amministrazione comunale di Luzzi, si precisa che l’atto di donazione al Comune del fabbricato detto <<Il Torrione>> in agro di Luzzi, C.da Petrini” diventerà esecutivo a patto che: sulla facciata del fabbricato sia apposta una lapide che attesti “l’atto di liberalità da parte della testatrice in memoria di chi Le aveva devoluto l’immobile direttamente e indirettamente; sia pubblicato uno Studio dell’immobile, fabbricato, da parte di un cultore d’Arte e di Storia, con in¬clusione di alcune notizie, (in possesso dell’avvocato Richetti, al quale dovranno essere donate 20 copie dell’opera), sulle persone succedutesi nel¬la proprietà del bene. L’avvocato Silla Richetti aggiunge che “in esecuzione di precisa raccomandazione m’impegno a donarvil l’immobile in oggetto perché se ne arricchisca il patrimonio storico della Città di Luzzi verso cui – spiega - la sorella nutriva sentimenti di devoto affetto, a Lei e tutti di casa trasmessi dalla mamma e dai nonni e gelosamente custoditi e nutriti per tanti anni. Sull’espresso impegno, che dichiaro per me vincolante, potreste già acquisire, ove lo riteniate, i dati identificativi del bene (con relativa documentazione ipo-catastale) necessari al trasferimento e potreste, finanche, formalizzare in Delibera la volontà (se sussistente) dell’Amministrazione di accettare la donazione che si perfezionerà nelle forme di legge in data da concordare quanto prima”.
“Per quanto attiene a eventuali diritti di locazione, o di altro genere, vantabili, a ragione o a
torto, da parte di terzi, devo dirvi – comunica ancora l’avvocato Richetti agli amministratori comunali di Luzzi - che ignoro la posizione giuridica dell’immobile; né posso rimettervene la chiave (che non ho).
A ogni buon fine ve ne concedo sin d'ora il possesso autorizzando l’accesso anche previa forzatura della serratura, fatti salvi gli ipotizzati diritti di terzi cui ho fatto cenno”.
“Tanto ritengo opportuno trasmettervi immediatamente, nel quadro della promessa donazione, per darvi la possibilità – si legge infine nella lettera dell’avvocato Silla Richetti - di agire liberamente (quali futuri proprietari e, soprattutto, quali tutori dell’incolumità pubblica) per eventuali interventi che riteniate necessari alla conservazione del bene e all’eliminazione di pericolo per danni a persone o a cose. Il tutto con liberazione ed esonero per me da ogni spesa e da qualsiasi responsabilità al riguardo”.
Michele Gioia
-
Mercoledì, 04 Maggio 2016
-
Scritto da Roberto Galasso
LUZZI - Dopo secoli di silenzio le mura del vecchio Torrione di Petrine hanno risuonato di canti e balli e di un allegro vocio grazie agli alunni delle classi quinte della scuola primaria di Valleleotta. I piccoli allievi del plesso vallivo (che fa parte del Circolo Didattico “ G. Marchese” guidato dal dirigente scolastico Umile Montalto), sono stati infatti i protagonisti della visita che hanno effettuato alla ristrutturata ed antica Casa Torre del ‘500 che sorge nella località Petrine. Insieme alla festosa scolaresca, oltre alle docenti ed alcuni genitori, anche il consigliere comunale Francesco Montalto, in rappresentanza dell’esecutivo municipale di “Palazzo Vivacqua”.
La visita è stata organizzata nell’ottica della valorizzazione del patrimonio culturale del territorio luzzese attraverso la conoscenza della storia e delle leggende legate all’antico monumento. Gli scolari del plesso di Valleleotta, infatti, saranno impegnati in nuove iniziative con progetti tesi, per l’appunto, alla valorizzazione della zona anche attraverso l'interlocuzione con gli anziani del posto che potranno dare informazioni attraverso esperienze vissute in prima persona.